da Lettere al direttore, Libertà del 17 ottobre 2005
Egregio direttore, quando sono andato in pensione (negli anni '90) mi sono fatto un regalo, comprandomi un'automobile nuova a benzina (unica nella mia vita) e con la promessa che mi durasse per il resto della mia esistenza terrena; perché anche volendo non potrei mai più comprarne una nuova, le condizioni economiche non me lo consentono. In questi anni ho fatto tutte le revisioni obbligate, come pure i vari bollini blu. L'auto va benissimo non ho mai avuto incidenti e sono convinto che non inquina per nulla. Avendo un ginocchio malandato l'auto (più che per il passato) si è resa indispensabile per le mie commissioni, per andare a fare la spesa, per andare dal medico o al cimitero e così via, tuttavia la uso molto poco, proprio il necessario, anche per il caro benzina. Le notizie che ho letto sul giornale mi hanno lasciato molto triste, perché i veicoli pre-euro quelli immatricolati prima del 1992 sarebbero i più inquinanti e quindi si dispone che questi veicoli come il mio dal 20 di ottobre fino al 31 marzo del 2006 non potranno più circolare. Questa è un'imposizione tipo “dittatura”, è una cosa molto grave. Non credo che il problema dell'inquinamento siano le automobili pre-euro, credo che l'inquinamento vada ricercato altrove. La Regione e il Comune si rendano conto del danno che stanno causando a molti cittadini specialmente chi è costretto a usare l'auto per lavoro? Mentre l'Amministrazione comunale lascia circolare i veicoli comunali immatricolati addirittura negli anni '80? E poi chi rimborsa le tasse automobilistiche come il bollo e l'assicurazione e il deperimento dell'auto ferma per più di sei mesi? Tutto questo è giusto? Berardo G. Piacenza (da Lettere al Direttore, Libertà del 17 ottobre 2005)
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