di Paolo Rizzi
Nei giorni scorsi abbiamo avuto ospiti a Piacenza il presidente e il direttore di Ucimu, l'associazione nazionale dei produttori di macchine utensili, che ci hanno ancora confermato la stagnazione dell'economia italiana e del comparto della meccanica strumentale.
Ma il dato assolutamente nuovo per Piacenza è stato da un lato il riconoscimento del ruolo primario in Italia del distretto meccatronico piacentino e dall'altro l'adesione di Ucimu al progetto di Laboratorio per le macchine utensili e i sistemi di produzione lanciato da alcune imprese locali con il Prof.Monno del Politecnico e la Facoltà di Economia dell'Università Cattolica.
Iniziamo con il primo fatto. Chi opera nel settore lo sa da sempre: Piacenza per gli addetti ai lavori è una specie di capitale della meccatronica. Non a caso Michael Porter, il famoso guru del "vantaggio competitivo delle nazioni", quando ha scritto sull'Italia (circa 15 anni fa') ha inserito proprio la nostra città come sede di un polo di tecnologia avanzata di livello internazionale. I nomi di Secmu (in passato) e oggi Mcm, Jobs, Mandelli sono riconosciuti in tutto il mondo e i loro clienti sono Boeing, Renault, Bmw, Aerospace cioè le grandi corporation mondiali. Piacenza ha accumulato "saperi", competenze, tecnologie ma soprattutto uomini, cioè la risorsa più insostituibile soprattutto nell'economia della conoscenza di oggi. Anche dai dati Ucimu emerge come il distretto piacentino, a seconda delle limitazioni settoriali (dalle macchine per la lavorazione del ferro a quelle per il legno fino al comparto del retrofitting), significa quasi la metà del fatturato della Regione che sappiamo essere la patria della meccanica avanzata italiana. In questi ultimi anni stiamo impostando una strategia condivisa di marketing territoriale che cerchi di promuovere le nostre eccellenze, far conoscere il nostro territorio e la nostra cultura, sostenere lo sviluppo economico e sociale di Piacenza. Ebbene il nostro biglietto da visita internazionale, l'ho già ripetuto, è naturalmente la macchina utensile e la robotica industriale, perché le nostre imprese esportano più della metà del loro prodotto, i nostri tecnici viaggiano ogni giorno in giro per il mondo a perfezionare e seguire le macchine, i capitali internazionali sono attratti dalle aziende locali. Un ideale sito promozionale di Piacenza non potrà non contenere oltre alle nostre meraviglie naturalistiche e storiche e alle delizie della nostra produzione agroalimentare, anche le stranissime macchine robotizzate.
Il secondo dato assolutamente promettente è l'incontro tra i diversi attori che stanno attorno a questo settore produttivo: in primis le imprese che finalmente iniziano a parlarsi ed a pensare a come collaborare, ma anche le amministrazioni locali che vogliono ascoltare e sostenere le strategie del settore e soprattutto le due università locali che si mettono a disposizione per consolidare questo immenso patrimonio tecnologico e produttivo. Finalmente il progetto atteso da anni di un centro di ricerca e sperimentazione dedicato al comparto sembra sul punto di partire con un primo finanziamento della Fondazione di Piacenza e con la possibilità di accedere ai finanziamenti pubblici grazie al prossimo bando regionale sull'innovazione tecnologica. In un momento di crisi strutturale del settore mettersi a progettare il futuro e quindi pensare a come irrobustire le fonti di conoscenza da cui derivano i prodotti meccanici avanzati, rappresenta senza dubbio un bel segnale di fiducia e di comportamente strategico. Con gli enti locali, Provincia e Comune, che mettono a disposizione gli spazi (presso la nuova Fiera) e le loro strutture di supporto per coprogrammare queste iniziative. Cioè si pongono come sostegno strategico al nostro sviluppo. Paolo Rizzi
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