L'ospedale che verrà in 19 interventi. Ecco il “piano direttore” del polichirurgico.
Diciannove interventi per ridisegnare l'ospedale civile secondo una fisionomia più funzionale e accogliente, capace di coniugare il nuovo all'antico. Il “Piano direttore” del presidio ospedaliero presentato dalla Direzione generale dell'azienda sanitaria fissa alcuni importanti obiettivi da raggiungere entro la fine del 2007, utilizzando l'ingente dote di risorse pubbliche di oltre 23 milioni di euro. Molti dei cantieri - come può notare chiunque si sia recato in queste settimane al nosocomio - sono in piena attività, ma presto ne seguiranno altri. La riprogettazione dell'ospedale esistente ha riproposto il dilemma se far prevalere l'architettura o la funzionalità come criteri guida. La definzione dei progetti è stata così affrontata tramite un approccio multidisciplinare, frutto del coinvolgimento di diverse professionalità (clinici, ingegneri, architetti, esperti della sicurezza e management aziendale) e di un dibattito sviluppato a più livelli. Le schede che seguono entrano nel vivo del "Piano direttore" con l'intento di spiegare gli elementi salienti: da un lato la riorganizzazione dei reparti medici e la razionalizzazione dei servizi ai cittadini, per offrire prestazioni sempre più adeguate alla domanda di salute; dall'altro, una profonda riqualificazione urbanistica e architettonica del complesso ospedaliero, per sottrarlo alla una realtà di "corpo estraneo" immerso nel restante tessuto cittadino.
La “macroarea” chirurgica e di emergenza. Il programma di riqualificazione dell'ospedale di Piacenza non riguarda solo la ristrutturazione dei padiglioni storici, ma si occupa anche dell'adeguamento organizzativo degli edifici più recenti. Nel dettaglio, la riorganizzazione del presidio ospedaliero avrà come risultato la identificabilità di sette "macroaree", cui corrisponde un insieme di funzioni tra di loro omogenee ed in relazione privilegiata: Medica, Chirurgica e dell'emergenza, Attività cliniche per esterni, Salute mentale, Patologia clinica, Direzionale, Formazione. Uno degli effetti più rilevanti di tale ridisegno è che tutte le attività di ricovero ordinario di chirurgia, insieme alle attività mediche, chirurgiche, diagnostiche e terapeutiche connesse con l'urgenza, si concentreranno nel polichirurgico. Nel complesso di costruzione più recente quindi si trasferirà entro al 2005 anche ortopedia, che prenderà il posto di oculistica. Le attività omogenee di area chirurgica di diverse unità operative e discipline destinate prevalentemente a pazienti esterni avranno una nuova unica sede, il padiglione delle ex ortopedie. Così come radioterapia, medicina nucleare e radiologia, prevalentemente destinate a pazienti esterni, si svolgeranno nell'attuale padiglione delle ortopedie, che diverrà pertanto il principale punto di riferimento per i cittadini utenti di servizi ambulatoriali. Al polichirurgico si costituirà la "macroarea" chirurgica e dell'emergenza, contenente tutte le attività di ricovero ordinario di chirurgia e l'intero comparto dell'emergenza: i reparti di chirurgia generale e specialistica per i ricoveri ordinari; le attività mediche, chirurgiche, diagnostiche e terapeutiche connesse con l'emergenza urgenza per rendere rapidi i collegamenti con il blocco operatorio, la rianimazione, la diagnostica per immagini e l'unità coronarica. Il complesso sarà dotato di un nuovo parcheggio da inaugurare il 7 novembre prossimo. Sempre secondo una logica di aggregazione di funzioni che erano frammentate all'interno del complesso ospedaliero, le attività diagnostico-terapeutiche ambulatoriali per gli esterni saranno prevalentemente concentrate in un rinnovato padiglione, già sede dei locali storicamente utilizzati per la degenza e l'attività chirurgica ortopedica. Sarà la nuova la nuova "macroarea" delle attività cliniche per esterni, dove troveranno collocazione: la nuova radioterapia e il centro di alta energia (dotata di due acceleratori lineari), la medicina nucleare, la radiologia I, l'oculistica ambulatoriale e day surgery, le chirurgie e i pre-ricoveri, il servizio di terapia del dolore.
Ospedale nell'ospedale per ambulatorio e day-hospital. Tra i principi ispiratori della riprogettazione del complesso ospedaliero ha un ruolo fondamentale l'attenzione all'utente, che si declina nell'individuazione di precisi punti di riferimento per il cittadino al momento di contatto e accesso alle strutture sanitarie. Risponde a questo principio il prossimo accentramento in un'unica sede di tutte le attività dell'area medica, escluse quelle relative alle unità operative ad alta integrazione con l'urgenza e ad alta protezione: l'ubicazione unitaria sarà il padiglione delle medicine, dove gli spazi verranno distribuiti per aree omogenee di attività. Parte del trasferimento delle unità operative avverrà dal polichirurgico, inoltre la ristrutturazione dei padiglioni storici e la creazione di una nuova piazza-cerniera in Cantone del Cristo permetteranno di identificare un insieme architettonico, quasi un ospedale nell'ospedale, in cui saranno concentrate tutte le degenze, i day hospital, i servizi ambulatoriali e di endoscopia digestiva dei reparti di medicina, geriatria, nefrologia, pneumologia e gastroenterologia, dotato anche di comodities per l'utenza (punto di accoglienza con sportello polivalente e bar). Tutte le attività di promozione, difesa e cura della salute della donna vengono concentrate nella palazzina liberty di Piazzale Torino riportata per l'occasione all'originaria bellezza. La costituzione della "macroarea" della Salute mentale coinciderà con la concentrazione dei servizi dell'omonimo Dipartimento, ed in particolare tutti quelli legati all'emergenza, nel complesso di "Villa Speranza", in stretta adiacenza con la nuova sede dei servizi ambulatoriali. Qui troveranno sede tutti i posti letto e la residenza psichiatrica per il trattamento intensivo, con la creazione di un polo unico per l'emergenza psichiatrica. Le funzioni ambulatoriali di diagnosi e cura saranno ubicate nell'edificio prospiciente via Campagna, mentre le ristrutturazioni in corso e quelle previste per gli anni futuri permetteranno di realizzare spazi di ottima qualità dedicati ai pazienti portatori di patologie psichiatriche. La "macroarea" della formazione raggrupperà tutte le attività di questo tipo, che hanno assunto un'importanza fondamentale e negli ultimi anni si sono contraddistinte per la continua espansione: per questo si dovranno reperire nuovi e più idonei spazi. Attualmente esse si svolgono nel Chiostro Olivetano di San Sepolcro: l'obiettivo è quello di adeguare l'edificio storico alle esigenze formative. Infine la camera mortuaria è appena tornata nell'originaria sede, resa ospitale e adeguata, nel rispetto della dignità dell'uomo nel momento della sua massima debolezza.
Edifici di valore in un contenitore di storia. Il complesso ospedaliero piacentino è anche un "contenitore" di storia. Al suo interno, infatti, sono conservati edifici di indubbio valore monumentale, la cui bellezza è completamente ignorata dai piacentini, per troppo tempo rimasta reclusa alla vista e alla frequentazione di tutti i non addetti ai lavori dell'azienda sanitaria. Basti pensare allo splendido Chiostro Olivetano di San Sepolcro, uno spazio suggestivo da aprire al flusso delle persone e dove potrebbero tenersi anche manifestazioni pubbliche, come concerti all'aperto. L'intento del piano di riqualificazione è quello di svelare alla città gli edifici artistici che ancora oggi costituiscono il cuore intorno al quale sono cresciute nei secoli le altre strutture del nosocomio. L'ospedale "Guglielmo da Saliceto", trae le sue origini da una Bolla Pontificia dell'8 ottobre 1471, con cui Papa Sisto IV legittimò la fondazione dell'"Ospedale Grande", la cui costruzione, sul terreno attiguo al monastero del Santo Sepolcro, ebbe inizio il 27 settembre del 1472. Sviluppatosi in seguito anche sul versante del monastero di S. Maria di Campagna, l'espansione non è avvenuta senza una pianificazione prestabilita. Ecco perché il programma di riqualificazione del complesso urbano dell'ospedale è estremamente ambizioso: si propone di intervenire su un comparto molto disomogeneo, che manifesta la sofferenza di una crescita farraginosa, avvenuta soprattutto nell'arco degli ultimi due secoli. La mancanza di armonia architettonica, di un chiaro impianto urbanistico, di sufficienti spazi verdi sono elementi che è molto difficile recuperare a posteriori. L'assetto logistico-organizzativo del presidio piacentino, attualmente risulta strutturato dal nucleo storico, dal polichirurgico, dal padiglione delle medicine specialistiche. Gli interventi di recupero permetteranno di ottenere nuovi spazi qualitativamente e quantitativamente adeguati. Il piano rappresenta, al contempo, un contenitore che raccoglie, analizza e interpreta i bisogni organizzativi e di sviluppo tecnologico dell'attuale ospedale, i vincoli imposti dalla intricata sovrapposizione di diverse soluzioni edilizie, i legami con il contesto cittadino e provinciale e le modalità con cui il management aziendale, la dirigenza clinica e le rappresentanze di lavoratori e utenti hanno interpretato e declinato le linee regionali relative al governo clinico. Altro aspetto fondamentale è il recupero dell'identità per le numerose superfici verdi disseminate all'interno della cittadella ospedaliera. Si procederà quindi al recupero e alla bonifica delle suddette aree, con rifacimento o ricostruzione parziale dei manti erbosi e delle aree destinate a giardino o aiuola.
«Un sito non isolato ma integrato nella città» Fra gli obiettivi più ambiziosi del piano dell'Usl c'è la restituzione di organicità alla cittadella sanitaria piacentina, rendendola più integrata e permeabile al tessuto cittadino circostante. I progetti si sforzano di considerare l'ospedale non come un "sito isolato", ma come parte essenziale della qualità architettonica ed urbanistica complessiva della città. E' in questo senso che viene attribuita particolare importanza ad un graduale innalzamento del livello di qualità costruttiva del presidio, da attuarsi secondo un disegno ampio ed articolato. Punti qualificanti di questo disegno sono pure l'accessibilità alle auto e la viabilità pedonale interna. Il Cantone del Cristo è la strada da trasformare in un gradevole, ricco e articolato elemento urbanistico che attraversa il comparto ospedaliero, collegando con chiarezza i diversi e ben definiti punti di servizio ed offrendo spazi di aggregazione e relax. Proprio qui sorgerà una "piazza", inserita come elemento cerniera tra il nuovo padiglione medicine e il polichirurgico, che si configurerà come spazio attrezzato di aggregazione: provvisto di arredi urbani (panchine, lampioni e chiosco) e fontane (l'acqua traccia di connessione tra le aree del complesso ma anche come recupero di un elemento a valenza simbolico, scambio tra vita e salute). La riorganizzazione del sistema complessivo dei percorsi di accesso e della viabilità interna dell'ospedale permetterà di ridurre i disagi degli utenti, visitatori e personale, dovuti alla mancanza di regolamentazione delle porte. Quella di via Taverna verrà destinata all'uso esclusivo delle ambulanze: in questa stessa strada sarà anche possibile abbattere una porzione di muro, mentre verranno allestiti nuovi tragitti trasversali di collegamento con via Campagna aperti a tutti i pedoni, per consentire di ammirare i chiostri monumentali. Le altre azioni saranno una nuova definizione del sistema di circolazione carrabile e pedonale, con previsione di un percorso pedonale parzialmente protetto; la razionalizzazione dei percorsi interni all'ospedale, sia di quelli in superficie destinati prevalentemente alla cittadinanza (pazienti ambulatoriali e visitatori), sia di quelli sotterranei, necessari a garantire i flussi interni relativi alle attività cliniche (trasporto pazienti, flusso di materiale cartaceo e campioni biologici) e l'esercizio di funzioni di supporto logistico (trasporto pasti, farmaci, biancheria). Il fulcro del nuovo sistema di accessibilità e dei percorsi si realizza infine attraverso l'individuazione di una serie di aree di collegamento tra il nucleo antico dell'ospedale e il polichirurgico.
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