«Ci avete tagliato fuori».
È stato uno scontro sugli Stati Generali e sui "Venerdì Piacentini" a tenere banco nel preambolo del consiglio comunale di ieri pomeriggio, quello dedicato alle comunicazioni iniziali a tema libero.
La tre-giorni andata in scena da giovedì a sabato scorsi a palazzo Gotico dove si sono tirate le fila di un anno di lavoro sui progetti da mettere in agenda per la Piacenza del futuro ("Vision 2020") è finita nel mirino del centrodestra che ha accusato l'amministrazione di palazzo Mercanti - cabina di regìa degli Stati Generali insieme alla Provincia e alla Camera di Commercio, con l'assistenza scientifica dell'università Cattolica - di avere deliberatamente escluso il centrodestra dai lavori.
Dalla maggioranza hanno replicato sottolinenando invece lo sforzo di allargamento partecipativo che ha ispirato l'iniziativa.
A partire per primo all'attacco è stato Filiberto Putzu (Forza Italia) a giudizio del quale c'è stato un deficit di coinvolgimento nei confronti di «tutti gli amministratori».
Vero che di inviti ne sono stati spediti a profusione, ma ci voleva «un'azione politica» esplicitamente diretta a «coinvolgere l'opposizione», gli ha fatto eco Antonio Levoni (gruppo misto).
Ed Emilio Gorgni Bottego (gruppo misto), nell'associarsi alla lamentela del centrodestra («È mancato il nostro contributo»), ha definito gli Stati Generali una «grande kermesse pubblicitaria».
Di taglio diverso nelle forma, ma simile nella sostanza, la critica di Carlo Mazza (gruppo misto), il quale, di fronte a un evento liquidato come «chiacchiere in vista dell'appuntamento del 2007» (cioè le elezioni comunali), si è detto contento di non essere stato invitato a partecipare, «lieto di essere rimasto fuori».
Il controcanto l'ha intonato Pierangelo Romersi (Margherita) che ha esaltato la presenza tutt'altro che marginale dei giovani che hanno caratterizzato («da protagonisti») gli Stati Generali («Una novità dell'edizione di quest'anno») e rinfacciato al centrodestra di avere scelto di proposito di disertare in massa (o quasi) le sessioni di lavori a palazzo Gotico («Era importante confrontarsi sul futuro della città»).
Passiamo all'altro versante polemico, quello sui "Venerdì piacentini", la manifestazione estiva di serate con spettacoli e iniziative di animazione del centro che ha esordito quattro giorni fa. Marco Tassi (An) si è lamentato delle transenne e dei divieti alla viabilità che, a suo giudizio, hanno tenuto prigionieri in casa i residenti del centro. Critico anche Gorgni, che ha sottolineato la necessità di ripensare una formula che procede immutata da parecchi anni. A stigmatizzare le «polemiche che sempre montano al debutto di ogni edizione di "Venerdì"» è stata Stefania Pisaroni (Rifondazione). Anche perché, ha osservato spalleggiata da Romersi, a Piacenza «esistono valide alternative per chi preferisce altri generi di iniziative». Ha citato, tessendone le lodi, il Festival delle differenze, la rassegna sui video girati in città e provincia e la manifestazione per i 10 anni del progetto "Oltre la strada" a cui «hanno partecipato anche la Caritas, la questura, i carabinieri», mentre pure in questo caso il centrodestra «ha brillato per la sua assenza». Gustavo Roccella, Libertà del 13 giugno 2006
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