Sognate una vacanza in Brasile o alle Maldive ma non avete i soldi per pagare tutto e subito? Niente paura, basta un acconto del 30 per cento. Il resto lo verserete in sei rate senza interessi o in 14 rate con qualche spicciolo in più, grazie a una società finanziaria convenzionata con il tour operator. Volete cambiare l'auto, ma non avete intenzione di prosciugare il conto in banca? C'è solo l'imbarazzo della scelta. La Lancia permette di pagare la nuova Ypsilon in 42 mesi senza interessi. Per la Hyundai basta versare 1 euro: la prima rata scade tra 12 mesi, gli ultimi due anni sono senza interessi. Per non parlare delle offerte Peugeot, Ford, Honda, Kia, Smart e delle altre case.
Oggi tutto si può comprare a debito e pagare a rate: dalla casa al maglioncino, dalla televisione al plasma fino alla cena al ristorante. E gli italiani apprezzano in modo evidente queste nuove formule di investimento e di consumo. L'ammontare dei piccoli debiti accesi nel 2003 (da un minimo di 500 euro a un massimo di 30 mila, tutte somme da restituire a rate) è stato pari a 33,8 miliardi di euro, il 16 per cento in più dell'anno prima. Un'onda lunga che non si ferma. Nel primo trimestre del 2004, solo le società finanziarie, e cioè senza contare le banche, hanno erogato per lo stesso motivo altri 9,6 miliardi di euro alle famiglie.
Se si tiene conto che nello stesso periodo si è ingrossato anche il fiume dei mutui per l'acquisto della casa, si può concludere che le famiglie stanno imparando a convivere con i debiti. Proprio come accadde nell'era d'oro delle cambiali, negli anni Cinquanta e Sessanta. «Sfruttano l'insostenibile leggerezza delle rate per permettersi lussi che altrimenti non si concederebbero» riassume Giuseppe Roma, direttore del Censis. «Comprano con le dilazioni di pagamento anche perché così possono mantenere intatti i risparmi in vista di un futuro che ritengono incerto».
Cresce il popolo dei debitori, insomma. E in futuro potrà crescere anche di più, nonostante i tassi di interesse siano di nuovo in tensione. Basti pensare che ancora oggi, dopo alcuni anni di boom del cosiddetto credito al consumo e dei mutui fondiari, il rapporto medio tra debiti e redditi delle famiglie italiane è del 36,6 per cento, contro il 111,8 della Germania o il 120,2 per cento della Gran Bretagna. Con gli Usa che sono da considerare addirittura fuori gara. A parte la casa, la quota più importante degli acquisti fatti a rate (e con un prestito) riguarda l'automobile. Secondo il rapporto sul credito al consumo preparato dalla società di consulenza Crif, dall'Assofin, associazione delle finanziarie del settore, e dal centro studi Prometeia, nel 2003 1,7 milioni di vetture sono state comperate a debito. Grazie a sconti, dilazioni e abbattimento di interessi, quasi tutti studiati da società finanziarie create dalle stesse case automobilistiche, le immatricolazioni di vetture nuove hanno superato nel primo semestre del 2004 1 milione 292 mila unità, oltre il 3 per cento in più rispetto al primo semestre dello scorso anno. Lo stesso fenomeno ha riguardato il mercato dell'usato: i piccoli crediti concessi nei primi tre mesi dell'anno dalle sole società finanziarie per oltre 1 miliardo di euro sono serviti per acquistare automobili di seconda e terza mano.
Ma è per l'elettronica, gli elettrodomestici, i mobili e le piccole spese che si può parlare davvero di nuove e fantasiose formule di debito e di pagamento, attraverso migliaia di convenzioni con i grossisti e i dettaglianti. Risultato: non c'è negozio di informatica dove non si possa prendere un computer con pochi euro, versando il resto in piccole rate. Lo stesso si può dire per gli elettrodomestici. Nel 2003 sono stati 1,8 milioni i contratti di finanziamento destinati all'acquisto di frigoriferi o lavatrici. E nel primo trimestre del 2004 solo le finanziarie (senza considerare le banche) hanno sottoscritto altre 450 mila pratiche per un ammontare che supera i 420 milioni di euro. In offerta speciale, nelle ultime settimane, soprattutto due beni: le nuove televisioni al plasma e i condizionatori d'aria. Sempre nel primo trimestre le finanziarie hanno reso possibile l'acquisto di mobili per oltre 480 milioni di euro. Se si è lavoratori dipendenti, basta portare l'ultima busta paga. Qualche pratica in più serve a chi svolge un'attività in proprio. Altra formula, quella degli acquisti fatti in cambio della cessione del quinto dello stipendio (oltre 400 milioni di euro in un solo trimestre) o sotto forma di prestiti in contante (quasi 2 miliardi sempre nei primi tre mesi del 2004).
Importante e innovativo è anche il ricorso alle carte di credito che si ripagano a rate e che si ricaricano man mano che i debiti vengono coperti. Nel 2003 sono stati fatti ben 31 milioni di acquisti con questa formula. E solo nel primo trimestre gli italiani hanno speso con le carte rilasciate dalle finanziarie 975 milioni di euro. «Vengono usate per le piccole spese» spiega Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo dell'Assofin. Per i maglioni o le scarpe, per una cena fuori, per l'albergo di un fine settimana. Anche i massimali di spesa a debito sono, per questo tipo di carte, limitati: 1.500-2 mila euro. Però il tasso d'interesse, come per tutto il credito al consumo, è alto e può superare anche il 10 per cento. Ma sarebbe un errore pensare che questo strumento interessi solo i meno abbienti. Al contrario. Massimo Quarra, presidente europeo dell'American Express, ricorda che «oltre alla carta blu, destinata a tutti i tipi di clienti, abbiamo offerto ai possessori delle nostre carte più pregiate una Gold credit card».
Insomma, pagare a rate non riguarda solo le famiglie che stentano ad arrivare alla quarta settimana del mese. «I ricchi usano il credito al consumo come i poveri. Anzi sono forse più attenti alle offerte sulle dilazioni, sugli sconti, sul tasso di interesse ridotto a zero» rivela Piano Mortari. E aggiunge, riprendendo i risultati di recenti ricerche: «I maggiori utilizzatori hanno tra i 35 e i 55 anni. Il numero degli uomini supera, sia pure di poco, quello delle donne. E ci sono differenze anche forti tra regioni». La Lombardia è in testa per le carte di credito che si ripagano a rate e per i prestiti finalizzati all'acquisto di auto e moto mentre la Sicilia è prima per i prestiti da ripagare con la cessione del quinto dello stipendio e il Lazio batte tutti per i prestiti finalizzati a mobili o elettronica.
Un capitolo a parte è infine quello dei mutui per la casa. Grazie ai tassi di interesse ridotti al lumicino, che hanno reso le rate competitive rispetto agli affitti, anche quest'anno «la domanda di mutui per la casa è cresciuta a ritmi superiori al 20 per cento» ha annunciato giovedì 8 luglio il presidente dell'Associazione bancaria, Maurizio Sella, nell'assemblea annuale della categoria. Un boom sicuramente positivo, ma che potrebbe anche portare sgradite sorprese. Come aveva già fatto il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, il grido d'allarme di Sella è per il futuro: tre quarti dei mutui sottoscritti dagli italiani sono a tasso di interesse variabile. Perché? Erano apparentemente più convenienti rispetto ai mutui a tasso fisso. Solo che adesso gli interessi sono tutti in risalita. E dunque tra qualche tempo le rate da pagare saranno più pesanti.
OGNI MESE 248 EURO DA PAGARE
Cresce la rata media per i piccoli debiti degli italiani
Alla fine del 2003 i «piccoli debiti» degli italiani ammontavano a 55,3 miliardi di euro: per rimborsarli si sono pagate in media rate mensili di circa 248 euro. Ma a fare debiti per acquistare beni di consumo gli italiani hanno preso gusto: secondo l'Assofin, nel primo trimestre 2004 sono cresciuti di altri 9,6 miliardi. La metà va a finanziare l'acquisto di auto e moto, mentre 430 milioni sono per acquistare elettrodomestici ed elettronica e 492 milioni per gli arredamenti.
Sempre più italiani ricorrono poi alla comodità della carta di credito, attraverso la quale si sono chiesti soldi in prestito per oltre 975 milioni. C'è poi un 20,5 per cento di prestiti diretti, richiesti cioè senza specificarne l'utilizzo: in totale quasi 2 miliardi di euro.
E per comprare una casa? Secondo la Banca d'Italia, il tasso di interesse applicato sui mutui al marzo 2004 era in media pari al 3,84 per cento, contro il 4,96 del gennaio 2003. Scesi anche i tassi per il credito al consumo, che a marzo erano del 9,86 per cento (10,75 l'anno scorso). E sempre Bankitalia calcola che i debiti a breve, medio e lungo termine hanno raggiunto, a fine 2003, quota 448,4 miliardi di euro.
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