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L'industria riparte, la meccanica è il motore

E il vero "salvagente" è nei mercati esteri. L'occupazione segna + 1,60 per cento

Vele spiegate per l'export, dove il fatturato estero delle industrie sale dell'8,21 per cento.

Sempre "sotto schiaffo" invece il fatturato interno con -2,53 per cento.
E c'è fortunatamente un segno positivo per l'occupazione (+1,60).

L'industria piacentina manifatturiera procede a due velocità, trova il suo motore nella meccanica che cresce (+4,11 per cento) e che per vocazione esporta per lo meno la metà delle sue produzioni, mentre l'alimentare perde colpi perché si consuma meno e i materiali per l'edilizia sprofondano, in quanto non hanno un "polmone" su mercati esteri.

L'indagine su un campione di cento aziende che impiegano 9mila addetti e hanno un fatturato di tre miliardi è stata presentata dal presidente di Confindustria, Emilio Bolzoni, affiancato dal direttore Cesare Betti e da Luca Groppi.

capaci di competere
«Siamo capaci di compere» sintetizza Bolzoni dopo la lettura del rapporto, dove il fatturato totale, al di là delle oscillazioni sull'export che "tira" e il mercato interno in flessione, resta pur sempre in territorio positivo (+0,47). Oltre alla presenza sui mercati esteri, per le buone performance contano anche le dimensioni delle imprese, chi ha più di cento addetti registra una crescita del fatturato totale, interno ed esterno. Si direbbe che l'internazionalizzazione richieda una struttura aziendale e una dimensione adeguata. In quanto all'analisi tra fatturato interno e fatturato estero, ancora una volta la migliore performance su quest'ultimo è quella della meccanica, con un dato di +9,46 per cento in termini tendenziali.
lavoratori in rimonta
Piacenza, è stato ricordato, ha sempre avuto un tasso molto basso di disoccupati (2,23 per cento fisiologico). Nel 2011 l'Istat ne ha registrato il raddoppio (4,93 per cento), sempre molto più contenuto del dato regionale e nazionale. Oggi si viaggia sul 6 per cento, ma nonostante gli indici negativi, il secondo semestre 2012 ha visto un miglioramento: +1,60 per cento di occupati, includendo anche i cassintegrati. Senza quest'ultimi e i lavoratori interinali siamo ad un 1,33 per cento "pulito". Anche qui il dato è fortemente influenzato dalla meccanica (+2,66 per cento) in particolare imprese medie e grandi, mentre l'alimentare è positivo ma vicino allo zero +0,53.
Ordini e investimenti
Il dato sugli ordini totali risulta invariato rispetto a quanto rilevato nel secondo semestre. La percentuale degli investimenti sul fatturato è cresciuta del 9,24 per cento rispetto all'anno precedente. Il settore alimentare segnala una percentuale di investimenti del 4 per cento, la meccanica del 5,23 per cento, i materiali edili del 3,95, le industrie varie del 4,69, l'unico calo consistente rispetto agli investimenti dell'anno scorso riguarda i materiali edili - 39,64 per cento. In generale, i settori più gettonati sono la formazione e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
accesso al credito
E' sempre difficile l'accesso al credito e un imprenditore su due afferma che la difficoltà di reperimento delle risorse finanziarie rappresenta un fattore critico di ostacolo alla realizzazione di nuovi investimenti.
Ristagno
Nell'insieme, i dati di Confindustria confermano quelli espressi due giorni fa dalle piccole e medie imprese del Consorzio Esportatori Piacentini (Cepi) che aggancia alla possibilità di esportare le maggiori speranze di ripresa. Tuttavia, il sentore di come stiano andando o andranno le cose in questo primo semestre 2013 fra gli imprenditori non induce a facile ottimismo.
C'è aria di stagnazione.
E chi fa impresa «conserva una certa diffidenza», è il sunto dell'indagine congiunturale, anche se gli indicatori migliorano. In particolare, la produzione industriale a dicembre faceva segnare +0,4, già a gennaio si scendeva a +0.1 e nel mese di febbraio appena trascorso caliamo a -0,2 per cento.
E nelle previsioni 31 imprenditori su cento ipotizzano una diminuzione del fatturato per questo primo semestre contro il 24 per cento che prevede un aumento, ma la proporzione si inverte sugli ordini esteri, vero "salvagente".

Patrizia Soffientini

da LIBERTA' del 02/03/2013


Ma l'edilizia ha perso 340 aziende da quando è incominciata la crisi .
E i materiali accusano un -18,72 per cento


L'indagine congiunturale periodica di Confindustria mette a fuoco il settore manifatturiero, che include i materiali per l'edilizia ma non le imprese edili tipiche, che costruiscono, le quali restano fuori dalla rilevazione.
Tuttavia, il direttore di Confindustria, Cesare Betti, ha aggiunto dati al dossier presentato ieri, forniti dalla Cassa Edile.
Risulta che dal 2007 ad oggi, vale a dire il quinquennio della crisi, si è passati da 4.900 addetti iscritti a 1.800, mentre le imprese operanti nel Piacentino sono scese da 1.030 a 690, con una perdita secca di 340 aziende.
E rientrando invece nel quadro dell'indagine congiunturale semestrale, si osserva più direttamente la criticità dei materiali per l'edilizia che segnano un - 18,72 per cento.
Anche l'occupazione di questo settore ne risente ovviamente, con un -1,04 per cento nel secondo semestre 2012.





pubblicazione: 02/03/2013
aggiornamento: 03/03/2013

Cesare Betti, Emilio Bolzoni e Luca Groppi foto Lunini 18379
Cesare Betti, Emilio Bolzoni e Luca Groppi foto Lunini

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