Forte calo di agricoltura e terziario, in crescita l'edilizia.
Imprese piacentine calma piatta: il tasso di crescita è fermo allo 0,6%. Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio di Piacenza a fine 2003 perdono peso il comparto agricolo (meno 53 imprese) e il settore terziario (meno tre), mentre sta “tenendo”, nonostante il periodo di crisi, l'industria (87 imprese in più). «La dinamica delle imprese piacentine è piatta se non modesta», è la lettura di Paolo Rizzi, direttore del Laboratorio di economia locale dell'università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, dei dati relativi alla demografia imprenditoriale piacentina elaborati dall'ente camerale. «Il tasso complessivo di sviluppo si attesta sullo 0,6%», osserva Rizzi. Entrando nel dettaglio: «Si è fermato il terziario: il tasso di sviluppo è in negativo, mentre negli ultimi anni era sempre salito». «Continua a calare l'agricoltura (ma la cosa non stupisce), con un saldo in negativo di 57 attività in meno così come il commercio all'ingrosso e al dettaglio (meno 14 imprese). Calano anche gli alberghi, ristoranti e pubblici esercizi, con un saldo negativo di meno 5. Da segnalare invece la "positiva tenuta e crescita dell'industria». Il cosiddetto settore secondario al termine del 2003 vede un saldo di 87 imprese in più, che non lascia però spazio a entusiasmi eccessivi: «Segna una tenuta in un momento di crisi che ha colpito aziende importanti, come Schiavi. Occorre infatti tener conto che questi dati si riferiscono semplicemente alle imprese e nulla dicono sugli addetti, sul personale». Come dire che se da un lato le attività economiche continuano a nascere, dall'altro in questo ultimo anno si è assistito alla forte crisi di alcune grandi aziende piacentine con i lavoratori in cassa integrazione (Schiavi nei mesi scorsi ha dovuto ricorrere alla cassa integrazione straordinaria per 70 dipendenti). Una vera nota positiva arriva invece dall'edilizia. Continua infatti il trend positivo del settore delle costruzioni nel piacentino: il saldo positivo del settore manifatturiero si deve quasi al 99 per cento al ramo dell'edilizia con 82 imprese in più registrate nel 2003 (su un totale di 87). «Continuano a crescere: in molti casi si tratta di imprese di stranieri - osserva Rizzi - il mercato immobiliare tiene», forse perché il fascino solido del mattone sembra essere particolarmente rassicurante per i risparmiatori, che in questi tempi di crack Parmalat e Cirio, «sono in fuga dal mercato finanziario». Che cosa si può fare per invertire questa tendenza? «Si spera che i segnali di ripresa a livello internazionale arrivino anche in Italia» osserva il direttore di “Lel”, mentre a livello locale occorre attendere i frutti delle iniziative messe in campo nel piacentino per promuovere lo sviluppo, soprattutto «logistica e i grandi lavori pubblici». Paola Pinotti
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