Nel corso delle dissertazioni sullo smaltimento sostenibile - al convegno ospitato in Cattolica - viene data una notizia in grado di risvegliare l'immediata attenzione di tutti.
«Il costo dei rifiuti va calmierato - dice il sindaco Reggi - e ai cittadini che sopportano il peso ambientale dell'impianto spettano benefici economici. Apporteremo modifiche alla tariffa, forse già nel 2003, ma certamente sarà meno cara nel 2004 e comunque andranno riconosciuti dei benefici in termini di servizi».
Annuncio gradito assai, ma che forse provoca qualche inquietudine al neo-presidente dell'Agenzia d'Ambito (nonché della Provincia), Dario Squeri, che dovrà governare una tariffa su scala provinciale, apprensioni anche per l'attuale presidente di Tesa, Ramonda. Si vedrà.
Un altro obiettivo accarezzato dal Comune è quello di arrivare ad incentivare i singoli cittadini sulla raccolta differenziata, ora l'incentivo esiste solo per i quartieri più “ricicloni”, con uno sconto del 10 per cento sulle tariffe. E' stato Andrea Cirelli, dell'Autorità regionale per la vigilanza dei servizi idrici e di gestione dei rifiuti urbani, a stuzzicare gli amministratori sulla qualità ma anche sull'economicità dei servizi di smaltimento e addirittura a consigliare al sindaco di pubblicare sulla bolletta i dati delle emissioni di fumi. E, sollecitato dal giornalista Rai Maurizio Mannoni sull'ostinazione di chi si oppone all'impianto avanzando dubbi ambientali, Cirelli ha ammonito che «va rispettato chi nutre dubbi», perché se è vero che siamo in presenza di un impianto di terza generazione «non va dimenticato che gli inceneritori di prima generazione producevano diossina anche se si sosteneva il contrario». Oggi nel mirino ci sono gli ossidi di azoto. E il vero problema - afferma l'esperto - non è la riduzione di tariffe, quanto la qualità ambientale dell'impianto. «Per una qualità garantita il cittadino è disposto a pagare di più».
Al neo-presidente Tesa, Ramonda, è toccato il compito di ricordare che il partner pubblico di Tecnoborgo, Tesa appunto, deve offrire «soluzioni ambientalmente garantite allo smaltimento» oltre che puntare al risultato economico. Dopo l'esaurimento della discarica a Borgotrebbia e in provincia, il ruolo del termoutilizzatore esige anche un controllo dei materiali che vengono portati al forno («il rifiuto di qualità»). «L'impianto, poi, non è affatto in concorrenza con la raccolta differenziata, da spingere al massimo grado, purché sia una raccolta vera, non fatta per spostare materiali da un punto all'altro». E Piacenza sembra avere numeri buoni sulla “differenziata“: a livello nazionale si viaggia sul 12 per cento, la nostra città è a quota 37 per cento. Patrizia Soffientini.
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