di FILIBERTO PUTZU
Da qualche tempo in città si discute della destinazione a parco dell'area militare ex Pertite, grazie soprattutto ad un Comitato a tale scopo costituitosi e alla presa di posizione degli insegnanti, e dei bambini loro alunni, della scuola media Italo Calvino. A tale scopo sono state raccolte anche molte firme di comuni cittadini.
Il quotidiano Libertà ha giustamente dato molto spazio e sostegno a questo argomento.
Ma dopo la recente manifestazione che ha realizzato un simbolico abbraccio al perimetro dell'area interessata, giova forse fare qualche precisazione e considerazione.
La prima è che il termine ex Pertite può trarre in inganno. Il termine ex non significa purtroppo che l'area sia ex militare, essendo tuttora in piena disponibilità del Ministero della Difesa. Quest'ultimo ha da qualche anno manifestato la volontà di "ottimizzare" la sua presenza a Piacenza, ipotizzando la creazione di un nuovo Polo Militare e mettendo sul piatto della contropartita le varie aree dislocate in città e nelle immediate vicinanze. Una richiesta espressa in un protocollo firmato assieme al Comune durante il governo Prodi.
Si trattava in altre parole di scambiare aree attualmente non congruamente utilizzate, con la costruzione di un nuovo stabilimento militare, che avesse tra le caratteristiche la facile accessibilità alle autostrade. La prima ipotesi di costruire il polo militare nei pressi del Polo Logistico a Le Mose, è per vari motivi rapidamente sfumata. Ecco allora perché l'attenzione si è rivolta ad altre aree, questa volta già di proprietà militare, con facile accesso all'autostrada, questa volta non più l'A1, la Milano-Bologna, ma l'A21, quella per Torino.
Questo probabilmente intendeva dire il sindaco Reggi, quando dopo aver partecipato alla manifestazione a favore del parco, ha parlato della Caserma Artale e delle ex Pertite come ipotetica destinazione del nuovo Polo Militare.
A far da contraltare a questo ambiguo atteggiamento le uniche voci "chiare e realistiche" sono state quelle del consigliere comunale Crespoli e dell'onorevole Foti, che hanno cercato da sinistra e da destra di riportare la questione nei termini corretti.
Una seconda considerazione sull'argomento è che forse si sono fatti i conti senza l'oste. Ovvero aver dissertato sulla destinazione delle aree militari senza aver prima elaborato una proposta soddisfacente da presentare al Ministero della Difesa, ha provocato l'incerta situazione in cui ora ci stiamo muovendo. Senza una nuova idonea sistemazione per l'esercito e la costruzione dei loro stabilimenti e laboratori, le aree rimangono lì dove sono e come sono.
L'amministrazione comunale non è riuscita finora in questa operazione, e cioè trovare le risorse economiche o le strade politiche per un nuovo polo militare a Piacenza. Non solo, ma nella proposta del nuovo Psc ( il nuovo piano regolatore), atto pubblico e di indirizzo di governo, il sindaco ha già scritto le future destinazioni... senza aver prima risolto la sopracitata questione fondamentale di partenza.
Infine un'ultima riflessione sulle lettere e dichiarazioni che incominciano a comparire sulla stampa in merito alla questione "cementificazione". Accuse sempre meno velate, ovviamente solo al centrodestra, reo di non aderire acriticamente alla proposta del nuovo parco.
Premesso che ciò non è vero (personalmente anche su queste pagine parlai del "mio" sogno dell' ex Pertite destinata a parco e attrezzature sportive), chi accusa qualcuno di cementificazione dovrebbe farlo verso chi governa a Piacenza da 7 anni. Probabilmente proprio chi ha ricevuto il voto di questi novelli censori, dalla corta e faziosa memoria.
Filiberto Putzu, segretario cittadino Popolo della Libertà Comune di Piacenza
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