di Beppe Severgnini
Abbuffarsi e buffet hanno etimologie diverse. Il primo vocabolo deriva dall'antica voce meridionale "boffa" (rospo); il secondo pare venga da "bufetus", che nel latino medioevale di Venezia indicava il piccolo armadio nel quale venivano riposte le stoviglie. Curiosa questa doppia origine, perchè oggi nei buffet ci si abbuffa.
Riempirsi ingordamente di cibo è la tendenza di quasi tutti, nei pranzi in piedi.
Osservatelo, l'affermato professionista, mentre nasconde una razione sufficiente per un drappello di ussari.
Ammiratela, la donna manager che mette nello stesso piatto tiramisu' e vitello tonnato.
Guardatela, l'esile signora che s'ingozza durante il breakfast alberghiero (a casa, solo una tazzina di caffè nero).
Perchè la gente si comporta così ? Ricordi di mense scolastiche, o timore atavico di non trovare alimento in futuro ? Non so cosa muova il moderno buffettaro. Vedo però che davanti a un tavolo carico di cibi, si comporta come Luna, la mia dalmata : finché ce n'è, mangia. Luna ha un vantaggio tuttavia : non parla, mentre consuma.
I buffettari si scambiano invece opinioni cercando d'infilzare un uovo sodo che schizza nel piatto ; salutano tenendo d'occhio l'arrivo del risotto; fingono d'ascoltare mentre cercano di ricordare dove hanno lasciato il bicchiere (alcuni l'appoggiano in un posto strategico, che subito dimenticano).
Questa forma punitiva di ristorazione sta prendendo piede : consente di rifocillare molte persone in uno spazio ristretto, in tempi rapidi e costi ragionevoli. Dobbiamo cominciare a riflettere sul fenomeno anzichè ingozzarci come oche. Provate a rispondere a queste domande, per esempio. Perchè il sogno di tutti, nei pranzi in piedi, è sedersi ? E, nei pranzi seduti, è alzarsi ? Se conoscete la risposta, siete già sulla buona strada. Come, verso dove ? Ovviamente verso casa, dove starete tranquilli.
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