Il "karakiri" è conosciuto come l'estremo atto del samurai giapponese che, sconfitto o disonorato, si toglie da solo la vita con una lama affilata.
Il termine è diventato poi di comune utilizzo per intendere ogni atto di autolesionismo.
Anche Piacenza purtroppo non sfugge a questa pratica, che si rinnova ora a livello politico, dopo le recenti Elezioni Regionali del 3-4 aprile scorsi.
L'antefatto è che Piacenza, unica nel panorama nazionale, vota in controtendenza esprimendo una leggera preferenza (52% contro il 48%) a favore del centro-destra. Leggera preferenza, ma assai significativa, visto il risultato della Casa delle Libertà a livello nazionale, ma soprattutto considerato che sia il Comune del capoluogo che l'Amministrazione Provinciale che la Regione sono "in mani governative rosse".
Ed ecco allora spuntare il "karakiri alla piacentina".
Alcuni esponenti del centro-destra, dal loro "orticello piu' o meno fiorito", anzichè ricercare un conseguente ovvio compattamento ed esprimere soddisfazione per il risultato complessivo ottenuto, innescano e rinfocolano polemiche dai toni scarsamente costruttivi. L'obiettivo di cementare la coalizione e di confermare nei cittadini la convinzione di aver ben scelto, viene "dimenticato" ed alcuni imboccano la strada del "karakiri alla piacentina" gridata sui giornali, con conseguenze politiche imprevedibili ma certamente a livello locale non positive.
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