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ITALIA : Berlusconi : L'Italia ha fiducia in noi

Intervista di Magri sulla Stampa

Come giudica, Presidente Berlusconi, il rinvio in extremis chiesto da Barroso al Parlamento europeo?
«E' stata la scelta migliore data la situazione».

Quale pericolo avete evitato?
«Andando al voto, si rischiava una spaccatura istituzionale tra l'esecutivo europeo e il Parlamento che non era nell'interesse di nessuno. Ha prevalso il senso di responsabilitá».

E adesso?
«Il periodo di riflessione che si apre servirá a Barroso, ai governi nazionali e all'Europarlamento per trovare la soluzione piú idonea».

Secondo la sinistra, é una sconfitta del suo governo...
«Non vedo perché il rinvio del voto debba considerarsi una nostra sconfitta.
Piuttosto, ancora una volta la sinistra italiana non ha perso l’occasione per boicottare l’interesse nazionale.
Quando eravamo all’opposizione, abbiamo appoggiato i governi di centro-sinistra in fondamentali decisioni di politica estera che senza il nostro contributo decisivo non sarebbero state mai prese ed avrebbero esposto il Paese a brutte figure».

Fino a che punto insisterete con Barroso per riproporre il nome di Buttiglione?
«Il professor Buttiglione é ministro della Politiche comunitarie da piú di tre anni.
La sua designazione ha raccolto consenso e riconoscimenti...».

Poi, però, è scoppiato il caso
«Il problema che si é venuto a creare è tutto politico, come dimostra il confronto parlamentare a Strasburgo. La soluzione verrà dai contatti che il presidente Barroso ha ora la possibilità di avviare e di sviluppare con l’esperienza politica che tutti gli riconoscono»

Presidente, parliamo di tasse. Lei é deciso a tagliare le aliquote Irpef. Ma ci si domanda dove troverá i 6 miliardi di euro necessari
«Con il ministro Siniscalco abbiamo individuato alcune ipotesi che abbiamo sottoposto agli alleati. Siamo vicini ad individuare con precisione fonti di copertura condivise dalla coalizione.
É un lavoro delicato, ma stiamo per giungere ad un epilogo positivo che posso dire é che remo l'intero ammontare riduzione fiscale, taglie-gli sprechi e non tocche-la spesa sociale».

E come pensate di procedere?
«Individuando tre sole aliquote e diminuendo le tasse per tutti i contribuenti. Ancora una volta con maggiore riguardo per i ceti medi e per i redditi mediobassi. Ancora una volta sostenendo le famiglie ma coinvolgendo anche quelle categorie che, guadagnando di più, sono deteterminanti per investire di più a beneficio della ripresa della nostra economia»

Intanto i sindacati hanno programmato lo sciopero generale per il 30 novembre. Preoccupato?
«Mi preoccupa il disagio dei cittadini. E mi preoccupa anche il fatto che si continui ad avere, da parte di alcune formazioni sindacali, un atteggiamento solo di contrapposizione. Raramente un governo é stato cosí attento ad ascoltare le rivendica-zioni di tutte le categorie e cosí pronto a farne tesoro nelle deci-sioni che doveva assumere».

Lei ha messo una riforma elettorale tra le prioritá. Ma la legge attuale garantisce stabilità di governo. Che bisogno c'è di tornare al proporzionale?
«La storia dal 1994 al 2001 dimostra che é vero il contrario: in sette anni si sono succeduti ben sei governi. Dunque questa legge elettorale di per sé non é in grado di assicurare la stabilità».

Eppure, proprio il suo governo ha battuto tutti i record di durata...
«La longevità si deve non alla legge elettorale ma al senso di responsabilità dei leader dei vari partiti e, me lo lasci dire, soprattutto alla capacitá di mediazione e di pazienza del presidente del Consiglio. Quel che ci preme è tenere fermi i principi del bipolarismo che sono il vero presidio della democrazia dell' alternanza e, al contempo, garantire a ciascun partito una rappresentanza in Parlamento proporzionale ai voti ricevuti»

E' davvero convinto che tra due anni Romano Prodi sarebbe l'avversario ideale? Eppure nel 1996 l'ex presidente della Commissione Ue era riuscito a batterla...
«Non è compito mio scegliere lo sfidante. Nel '96 Prodi vinse proprio per una distorsione di questo sistema elettorale che gli consentì di andare al governo nonostante gli italiani avessero in maggioranza votato per i partiti di centrodestra. Nel 2006 sarà diverso»

Diverso in che cosa?
«II Paese sarà chiamato ad esprimere il proprio giudizio sul primo governo di legislatura della storia repubblicana, sul primo candida presidente che si é presentato agli elettori firmando un contratto e ha mantenuto gli impegni assunti in quel contratto e che ha proposto agli italiani riforme attese da decenni, una politica estera di successo, una politica economica equa e di rilancio. Stiamo cambiando l'Italia».

C'è disaffezione, tra i suoi elettori, come si è visto domenica scorsa
«Queste elezioni suppletive non incidevano minimamente sui rapporti di forza in Parlamento tra maggioranza e oppo-sizione. Come è sempre avvenuto in casi del genere, gli elettori moderati non hanno quindi sentito la necessità, o anche solo l'utilità, di recarsi alle urne. Diverso è il comportamento degli elettori di sinistra che vengono mobilitati dagli apparati e che esprimono in ogni occasione un voto per lo più ideologico».

Non sarà anche un po' colpa della frammentazione nel centrodestra?
«A tutto questo si è aggiunta, in effetti, anche una frammentazione della Casa delle Libertà che però non si ripeterà più in occasione delle prossime elezioni regionali. E sono certo che, al termine della legislatura, quando avremo realizzato le 24 riforme che trasformeranno il Paese, gli italiani ci confermeranno la loro fiducia».


pubblicazione: 28/10/2004
aggiornamento: 21/04/2005

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Silvio Berlusconi è potente.

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