Reggi: ma il rincaro è obbligato per avere servizi sempre migliori
«Stiamo ragionando con le forze della maggioranza e il sindacato per trovare una soluzione che tenga tutto insieme, non ridurre i servizi perché i cittadini mi hanno eletto per incrementarli, non per tagliarli, e al contempo confermarci al livello di tassazione più bassa in regione».
Rivendica con queste parole, il sindaco Roberto Reggi, la validità della strada imboccata dalla giunta per il bilancio di previsione 2008 che vede aumentare significativamente - dallo 0,1 allo 0,55% - l'addizionale Irpef. Si tratta casomai di apportare qualche opportuna correzione di tiro - come ad esempio l'allargamento della fascia di esenzione dagli ipotizzati 8mila a 10mila euro di reddito annuo e anche l'incremento del fondo di sostegno alle famiglie bisognose - e tuttavia l'impianto della manovra che la giunta si appresta a licenziare lo difende a spada tratta.
Intervistato ieri da Telelibertà, Reggi ha posto l'accento sul quadro generale di riferimento per gli enti locali, a partire dai tagli all'Ici in Finanziaria 2008: «Il governo ha ridotto l'ici, tutti i proprietari di casa godranno di un beneficio, ad esempio 75-100 euro per un'abitazione di 100 metri quadrati. Al contempo hanno ridotto i trasferimenti ai Comuni che sono nella brutta situazione di dover riequilibrare le entrate e l'unica leva rimasta è l'addizionale Irpef».
A chi, come l'opposizione, ma pure i sindacati, chiede al Comune di tagliare il tagliabile nelle sue spese prima di ricorrere a tassazioni, il sindaco risponde che «ci sono sempre margini», ma «soprattutto per tagliare dei servizi, non tanto per ridurre gli sprechi». E osserva: «Noi rispetto al 2007 aumenteremo la spesa dell'1,2% che è la metà dell'inflazione, vuol dire che c'è già stata un'operazione forte di razionalizzazione, anche perché con questo aumento introdurremo nuovi servizi, non consolideremo solo gli attuali».
Dunque, tira le somme Reggi, «più servizi, con una spesa inferiore in termini reali del 2007: se ci sono suggerimenti per ridurre qualcosa ben vengano, noi però ci abbiamo già guardato in lungo e in largo».
Spazio di manovra c'è invece, riconosce il sindaco, sugli sgravi e le fasce di esenzione: «L'addizionale Irpef, di per sé, è una leva fiscale equa perché insiste sull'imponibile, cioè paga di più chi più guadagna. Il problema, mi fanno notare sindacati e maggioranza, è trovare il sistema di dare una mano alle fasce sociali che faticano». Di qui «l'applicazione dello strumento consentito dalle norme», cioè un'esenzione totale per una no tax area fino a una certa soglia di reddito, indicata nella prima versione in 8mila euro all'anno: «Ci stiamo spostando verso i 10mila euro, sin lì non si pagherà nulla, al di sopra ci sarà questo incremento (da 0,1 a 0,55%, ndr) che però, per chi guadagna 20mila euro, è di 7 euro al mese, non stiamo parlando di cifre stratosferiche, e per chi guadagna 10mila euro sono 3,75 euro in più al mese».
In cantiere c'è una seconda correzione di tiro in direzione delle diffuse istanze per una mitigazione dell'impatto sociale, informa Reggi: al di là di allargare la fascia di esenzione, «ci sono famiglie che comunque fanno fatica, stiamo allora attivando dei meccanismi per dare una mano ai nuclei numerosi in difficoltà con le bollette. Incrementeremo il fondo destinato a contributi straordinari (sin qui sono sui 40mila euro all'anno, ndr) per pagare bollette e aiutare le famiglie più in difficoltà».
L'aumento dell'addizionale non pregiudica l'impegno a mantenere la pressione fiscale locale ai livelli più bassi tra i capoluoghi in regione, ribadisce il sindaco: «Questo incremento ci consentirebbe comunque di avere una tassazione più bassa rispetto agli altri, perché gli altri, come me, non fanno miracoli, quando devono garantire dei servizi devono mettere mano alla tassazione fiscale».
E al centrodestra che promette lotta senza quartiere in consiglio comunale, Reggi dedica questa battuta: «Oltre a lamentarsi, mi piacerebbe che facessero delle proposte. Se fossero loro al mio posto che cosa farebbero?».
Da capire ora se i nuovi sgravi annunciati verranno giudicati adeguati dai sindacati - che in realtà hanno indicato in 15mila euro la fascia di esenzione auspicabile - e dalle forze della maggioranza: Rifondazione ha caldeggiato una modulazione progressiva dell'aliquota, strumento che però la giunta ha escluso giudicandolo incompatibile con le norme dell'addizionale; il Pd ha parlato delle stesse misure cui il sindaco ha fatto cenno, estendere la no tax area e irrobustire il fondo sociale per le famiglie disagiate. Tutte comunque volte allo stesso obiettivo. Il confronto entra nel vivo in queste ore visto che martedì la giunta ha in agenda il varo del bilancio (stasera il Prc dovrebbe riunire i propri direttivi cittadini). Da capire poi come si copriranno i buchi creati dai ventilati sgravi: ogni mille euro in più della fascia di esenzione significano 120-150mila euro in meno al Comune. Gustavo Roccella
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