da Libertà del 5/8/04
L'accordo è a tre, ora è ufficiale. Newco, il polo multiutility dell'Emilia occidentale, nascerà dall'aggregazione tra Agac Reggio, Amps Parma e Tesa Piacenza. Le porte restano aperte ad altri partner, a partire da Meta Modena. Ma con quest'ultima i nodi che avevano tenuto in stand by il tavolo a quattro sono rimasti fino all'ultimo insoluti. E così, nonostante nel comunicato congiunto emanato ieri dai Comuni di Reggio, Parma e Piacenza si parli ancora dell'«attesa degli ingressi di Meta e di altre aziende» (il riferimento è all'interesse manifestato nei mesi scorsi da Agsm Verona), i tre partner si sono risolti a tracciare in modo chiaro la strada di un'aggregazione senza Modena. Che prevede: a Parma la sede della nuova società, avvio a regime il 1° gennaio e quotazione in Borsa entro il 2005, il presidente designato da Parma (con deleghe sullo sviluppo), il vice da Piacenza (investimenti), l'amministratore delegato da Reggio (gestione dell'impresa). Quest'ultima avrà anche la sede dell'unica società di vendita dei servizi offerti, mentre Piacenza si aggiudica quella della società di progettazione e gestione impianti. Obiettivo di seconda battuta l'ingresso in Newco Emilia di uno o più soci industriali e finanziari, anche se non meno del 51% resterà in mano pubblica ossia ai Comuni che detengono le quote di maggioranza delle tre ex aziende municipalizzate. Sono questi i tratti salienti della nuova società che si colgono dalla nota diramata ieri dopo l'accordo raggiunto il giorno prima tra i sindaci di Reggio Emilia, Graziano Delrio, Parma, Elvio Ubaldi, e Piacenza, Roberto Reggi. Tesa, Amps e Agac (quest'ultima detiene anche il 40% di Tesa). Tra le righe si coglie il motivo della mancata intesa, almeno sin qui, con Meta: il corto circuito sulle valutazioni delle aziende, con Meta, l'unica azienda quotata in Borsa, che poneva l'enfasi sugli aspetti finanziari, e Reggio, Parma e Piacenza che si concentravano su quelli industriali. Fatto sta, si legge nella nota, che il sindaco di Modena «ha richiesto un periodo ulteriore per concludere le verifiche politiche e tecniche all'interno» del suo Comune «e in particolare nel consiglio di amministrazione» (cda) di Meta: Il fatto che questa sia quotata «espone infatti gli azionisti pubblici alle valutazioni, di ordine prioritariamente finanziario, degli azionisti di minoranza e dei consiglieri che li rappresentano». I rapporti di concambio tra le tre aziende da fondere non risultano ancora definiti nel dettaglio: allo stato potrebbero attestarsi su un 55% ad Agac, un 34% a Amps e un 11% a Tesa, ma sarebbe in corso un labor limae sulla quota di Reggio in modo di portarla sotto il 50% facendo salire Parma e Piacenza. Il comunicato si limita a far osservare che i valori delle società sono il risultato di «un dettagliato lavoro di valutazione attuale e prospettica dei business, utilizzando metodologie che si fondano su considerazioni industriali e non squisitamente finanziarie». E comunque «nel corso dei prossimi anni si raggiungerà la sostanziale pariteticità nell'assetto azionario fra i principali azionisti pubblici, ciò avverrà attraverso uno statuto e patti parasociali che consentano fra l'altro la massima tutela degli azionisti di minoranza». Con dipendenza dalla nuova società madre nasceranno: tre società operative territoriali (Sot) che si concentreranno nella gestione dei servizi di distribuzione (elettricità, gas, ciclo idrico, ciclo rifiuti) sui territori di origine; un'unica società di vendita con sede a Reggio che incorporerà le attività di vendita dei diversi territori; una società di progettazione e gestione impianti con sede a Piacenza. Un gruppo di studio metterà a punto l'operazione di scorporo delle reti del settore idrico. La nuova aggregazione, si annota infine, sarà forte, «in attesa degli ingressi di Meta e di altre aziende», di un fatturato sugli 850 milioni di euro, di oltre 2.200 dipendenti e di «una forte attenzione al miglioramento della qualità dei servizi» e alle esigenze del cliente. Da Modena il sindaco Pighi ha fatto sapere che si guarda sempre «con attenzione» a Newco e, nello stesso tempo, si «considera con interesse ipotesi di aggregazione con altre realtà del nord Italia. E considera la via Emilia e il Brennero come strade naturali da percorrere». Ma «poichè Meta è una società quotata, la fretta eccessiva non è buona consigliera». Colpevole, dunque, «l'accelerazione» tra le società non quotate del progetto Newco, in un quadro che non ha ancora definito» valori, scorpori di asset, governance e chiarito il ruolo del partner strategico.
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