Audizione del Direttore Generale AUSL Piacenza dott Baldino
CONSIGLIERE PUTZU (FORZA ITALIA) Grazie Presidente. Sarò rapidissimo. Filiberto Putzu, benvenuti. In ordine sparso qualche considerazione. Come è noto, io sono medico di famiglia ora medico di medicina generale convenzionata e quindi quotidianamente vivo sul campo quelle che sono le problematiche. Innanzitutto faccio qualche complimento al dott Baldino perché in effetti devo dire che le riconosco la correttezza e anche l’onestà intellettuale di divulgare il più possibile quello che si appresta a fare. Potrebbe poi anche essere un alibi, nel senso “io l’ho detto, ve l’ho spiegato”, però è un modo di fare a cui non siamo abituati e quindi questa è una cosa positiva. Una seconda cosa positiva che ho molto apprezzato è il tentativo, dato che probabilmente in questi 8 mesi Lei ha capito esattamente com’è la situazione a Piacenza, al di là delle dichiarazioni di un certo tipo di politica che dice che qua va tutto bene, quindi avendo compreso giustamente- Lei insiste molto nella speranza che si possa fare della ricerca e quindi qualificare l’ospedale, attrarre dei professionisti capaci, un buon esempio – faccio dei nomi – è stato Maniscalco che è giovane, è di Parma, arriva nella speranza di fare carriera qui da noi per poi probabilmente decollare ancor piu'. Io cercherei, con i limiti contrattuali che non conosco, di intercettare qualche giovane primario ambizioso per ricambiare anche un po’ la classe dei primari attuali, come è giusto anche legittimamente cambiare la classe dei medici di base attuali: siamo un po’ anziani, hai meno energie e ti passa anche un po’ la voglia di lavorare, spesso ti adagi un po’ nel lavoro quotidiano. Questo succede sia negli ambulatori esterni che anche in ospedale. Una cosa invece che è fondamentale secondo me se si vuole rilanciare la sanità piacentina è anche cercare di praticare concretamente quella che ora è solo un'ipotesi , e cioè che possa insediarsi l’università di medicina anche a Piacenza, però non in modo così residuale come può essere il corso per gli infermieri, piuttosto che gli specializzandi di branche che a noi non interessano, quindi secondo me stimolare l’attività di ricerca, intercettare nuovi primari capaci, giovani e anche un po’ aggressivi e desiderosi di affermarsi e insistere sul discorso dell’università queste sono cose che apprezzo e che mi auguro potranno essere fatte.
Per quanto riguarda, viceversa altre tematiche – in ordine sparso perché ho poco tempo e non è un intervento che mi sono preordinato : - il day hospital.... è pur vero che il day hospital aumenta dal 2000 al 2014 passando da 41.000 accessi a 51.000 accessi, però principalmente è la chemioterapia (interruzione) d’accordo. Adesso ricoverare un paziente in ospedale oppure organizzare un day hospital è impossibile. Il medico di base prima aveva anche molta più forza, ma attualmente è impossibile, quindi implementare il day hospital nei vari reparti, con uno o due giorni tu magari eviti il ricovero poi più o meno improprio o più o meno proprio. Il day hospital negli altri reparti che non siano l’oncologia è una cosa su cui bisogna assolutamente insistere. -Il ricovero...giustamente come dice il consigliere Polledri, io lavoro dal 1° marzo dell’83, ho lavorato in casa di cura e anche in ospedale e mi ricordo i 20 – 30 giorni, anche i "parcheggi" degli anziani, però dopo 20 giorni il paziente cui avevi cambiato la terapia, andava a casa e stava bene. Adesso si assiste al ricovero breve– parlo della medicina generale – dove dopo 2 o 3 giorni ti cambiano completamente la terapia e quello si squilibra subito, dopo pochi giorni, quindi il ricovero può essere breve ma … Certo, la frattura di femore prima lo ricovero e prima fa la riabilitazione, ok, ma questa non può essere la regola anche nelle discipline sanitarie diverse. -L’indice di attrazione vedo che è sempre piuttosto modesto per i motivi che probabilmente ho toccato prima. Per quanto riguarda viceversa quel grafico interessante diviso in 4 sezioni dove ci ha detto che a fronte di meno produzione c’è più mobilità ...per gli ustionati, ginecologia e traumatologia chirurgica e chirurgia addominale, sarebbe interessante però vedere il quadrato in alto a destra dove c’è più produzione e più mobilità perché allora sono quelli secondo me i settori dove bisogna andare a lavorare, perché se io investo di più sul reparto vattelapesca e poi alla fine i pazienti mi scappano lo stesso a Cremona o a Milano vuol dire che l’investimento non è producente, quindi se in sede di replica posso avere eventualmente una precisazione in merito a quali branche che a fronte di più produzione hanno più mobilità sarei grato... Sono d’accordo che si debba, a fronte di una richiesta di cura, andare verso l’offerta della buona qualità della vita, che però è possibile se noi implementiamo le risorse.
Ho qualche perplessità, direttore, per quanto riguarda i percorsi (i cosiddetti PDTA). Ci sta nella mentalità dell’Emilia Romagna che fa un discorso di medicina preventiva, però noi siamo carentissimi sull’offerta a breve termine e quindi ci batte inesorabilmente la Lombardia dove invece loro investono sulla "medicina della velocità". Quindi sostanzialmente non bisogna dimenticare che a fronte dei numeri che Lei ci ha poi enumerato c’è un sacco di gente che si perde nella statistica che va poi dal privato a fare l’ecografia, a fare la visita e ottenere la prestazione, perché è chiaro ed evidente che se io devo aspettare per avere una risonanza magnetica nucleare, con i limiti che adesso abbiamo, oppure anche se per un’ecografia devo aspettare 20 – 30 giorni e poi me la fanno allo stesso prezzo nel poliambulatorio dove lavorano gli ex dipendenti dell’ospedale vado lì, quindi quanto poi il cittadino paga di tasca propria ?? per una motivazione che è il ritardo nella prestazione?? Certo, l’appropriatezza è fondamentale, sono d’accordo che non è sufficiente aumentare l’offerta perché inesorabilmente aumenterà anche la lista d’attesa se non la diamo in maniera appropriata (questa è una cosa nota) e concludo con due considerazioni politiche: Lei giustamente deve fare il suo lavoro, penso che lo faccia per il bene di tutti e nell’interesse di tutti, del territorio che viene a governare, però la sua azione è controllata - governata da un soggetto che è politico che è la Conferenza socio – sanitaria, quindi di quello che diciamo qua magari la rilevanza delle obiezioni e delle proposte è quella che è...., però la Conferenza socio – sanitaria può addirittura in presenza di progetti che non siano ritenuti congrui votare contro e quindi disattendere quelle che sono le sue speranze di rimanere qua a fare il suo lavoro per i prossimi 10 anni. Ora, se noi andiamo verso delle politiche di miglioramento della sanità piacentina che Lei ci sta proponendo, bene, ma se quelle politiche verranno approvate (come penso che sarà) dalla Conferenza socio – sanitaria sarà colpa di chi rappresenta i cittadini, sarà colpa dei rappresentanti dei partiti che non saranno attenti a darle il benestare o meno per quanto riguarda l’azione sanitaria quindi è molto importante l’azione della Conferenza socio – sanitaria che è l’unico soggetto che può mettere qualche paletto (lo dico in senso positivo). Infine va ribadito e sottolineato che la Regione Emilia Romagna che è rossa come questa amministrazione ha ridotto nuovamente i finanziamenti, quindi basta con la storia che noi non siamo la Cenerentola dell'Emilia..... noi siamo i Galli al limite dell’impero" e la dimostrazione è che gli investimenti della Regione sono calati in maniera assai consistente negli ultimi anni. Grazie. OMISSIS
CONSIGLIERE PUTZU (FORZA ITALIA) SECONDO INTERVENTO Grazie Presidente. I tempi sono ristretti, probabilmente il direttore ha dimenticato di rispondere a quello che avevo chiesto e cioè conoscere i reparti la cui azione è un po’ deludente. Viceversa l’intervento del Presidente della conferenza socio-sanitaria, insomma sentir dire "il cittadino al centro" da uno che chiude l’ospedale del suo paese.... mi sembra che" sentire la gente e fare quello che chiede" sia un po’ una dichiarazione di "voglio ma non posso", però poi alla fine dice che si sta applicando e studia… Volevo concludere con due considerazioni che mi erano sfuggite nell’intervento precedente: -accessi al pronto soccorso codice bianco che sono tanti,..... sarebbe interessante anche conoscere chi cva al pronto soccorso col codice bianco, perché è notizia dell’altro giorno che Piacenza è la prima città dopo Prato per presenza extracomunitaria,...mi risulta che l’accesso al pronto soccorso per quanto riguarda l’accesso improprio codice bianco sia principalmente appannaggio di una certa categoria di persone che vanno lì e praticamente fanno gratis tutto, quindi piuttosto che andare a fare la coda in sala d’attesa e avere poi le richieste di impegnative, vanno direttamente al PS. Sarebbe interessante dopo aver legittimamente sottolineato gli accessi impropri.... però comprendere anche chi li fa. La seconda considerazione invece è che sostanzialmente la criticità sembra essere appannaggio principalmente della fascia di età dei 65 anni – 74 anni, tra le righe leggo che il tentativo sarà meno ricoveri e più domiciliarità... probabilmente. Da considerare: 1°) che siamo la provincia con la maggiore incidenza di anziani (come qualcuno ha detto prima di me) e conseguentemente in Pronto soccorso ci vanno di più quando c’è necessità o ci vengono mandati; 2°) bene i percorsi a domicilio se però sono supportati da un’azione infermieristica tempestiva e capace....e quindi....già ora la qualità della assistenza infermieristica per l'assistenza programmata e integrata domiciliare(ADI) è ottima.... però secondo me va implementato anche il numero degli infermieri che possono collaborare per la gestione a casa degli anziani. Grazie.
|