Come quasi tutte le cose che piacciono, costa, può far male e dura poco.
Più di una crema, molto meno di un lifting, le pozioni di bellezza più richieste sono ormai i filler facciali.
Microiniezioni di gel che «riempiono» solchi, spianano rughe, rimpolpano labbra e zigomi. Ringiovanendo il viso in poche ore. E per qualche mese, facciamo quattro.
Poi: o si ripete il trattamento o si torna come prima.
Pare siano state tante le italiane che hanno brindato al 2006 con champagne e «ritocchino». A volte autofinanziato, spesso un regalo di fidanzato-marito-mamma. Costo: dai 400 ai 600 euro, tre punturine a ruga, da 4 a 6 per labbro, una o 2 ogni zampa di gallina.
L’importante, come saggiamente ricorda Wendy Lewis che sull’argomento ha scritto due pagine sull’illustrato del Financial Times, è ricordarsi sempre che «niente potrà mai davvero fermare lo scorrere del tempo se non la vostra dipartita».
Il miglioramento è sempre temporaneo: più una parte del viso è mobile e più in fretta il riempitivo verrà assorbito. Le prime a recedere sono le labbra, appena di più durano le guance, quindi occhi, fronte e mento. Altra raccomandazione della Lewis, chiedere bene cosa c’è nella siringa: in alcuni filler sono stati trovati frammenti macinati di lenti a contatto e polvere di cemento osseo. «Curioso che mentre ormai siamo diffidentissime su pesticidi, coloranti, aromi e conservanti, siamo invece più incaute quando si tratta di iniettarci qualcosa in faccia».
Darsi una «rinfrescata» dunque si può. Tenendo bene a mente però l’ammonimento del professor Antonino Di Pietro, dermatologo plastico e presidente dell’Isplad: «La pelle non si può trattare come uno straccio e il dermatologo non è un ferro da stiro». Quindi spiega: «Ci sono i filler permanenti, metacrilati iniettati nel derma per sollevare o riempire, ma che risultano pericolosi proprio perché l’organismo non riesce a metabolizzarli. E col tempo, anche molti anni dopo l’intervento, posso causare reazioni allergiche, granulomi, gonfiori innaturali ». Ovvero labbra a salsicciotto e zigomi come palline da ping pong. Stesso giudizio per i semi-permanenti.
Il silicone liquido è vietato come antirughe (ma alcuni lo usano).
«Tra i filler riassorbibili, il più usato e sicuro è l’acido ialuronico», continua Di Pietro. «Polisaccaride prodotto in laboratorio per fermentazione batterica. Leviga la pelle, stimola la produzione naturale di collagene e idrata i tessuti in profondità ». Puro, è tollerato molto bene. Se mixato con altre molecole (microsfere di metacrilati o plexiglas), rientra nei semi-permanenti.
Sull’acido polilattico, ora di moda, l’esperto è cauto: «Va preparato subito prima dell’uso, può causare granulomi».
Il collagene dà facilmente allergia, un test è necessario.
C’è chi inietta la coaptite, sostanza che si trova anche nelle ossa: «Dona volume a mento e zigomo, ma va usata in profondità perché produce indurimenti permanenti ». Sconsigliata.
Come i cocktail di vitamine, aminoacidi, enzimi, estratti di piante: «Non c’è prova scientifica della loro utilità e atossicità».
Con il lipofilling si preleva grasso da gambe o glutei della paziente, si centrifuga e si reinietta sul viso: «Va fatto con cautela estrema, il rischio di infezione è alto».
I dottori minimizzano («via, l’ago è sottilissimo»), ma le iniezioni fanno male. Poco, molto, moltissimo, dipende. Pungono, bruciano, la pelle si arrossa. Sempre più pazienti inglesi, ragguaglia la Lewis, considerano la pratica una tortura: «Il mio viso non si abituerà mai a farsi trattare come un puntaspilli ».
Giovanna Cavalli, Corriere della Sera, 08 gennaio 2006
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