È l'inceneritore il nuovo terreno di scontro all'interno della maggioranza di centrosinistra. Com'era prevedibile, da parte di Rifondazione comunista (Prc) e di componenti ambientaliste presenti nella coalizione di governo come i Verdi o altre espressione dell'associazionismo come Legambiente, è partito il tiro incrociato contro il diessino Carlo Berra che in commissione consiliare (v. Libertà di venerdì scorso), parlando a nome del suo gruppo, ha caldeggiato un ampliamento del termovalorizzatore di Borgoforte dotandolo di una terza linea di incenerimento rifiuti. Ma anche contro la Margherita, al cui recente congresso è emersa la stessa posizione. Posizione di messa in discussione dell'attuale capacità dell'impianto, in ragione, è la tesi, sia del basso impatto delle sue emissioni sia dei vantaggi che deriverebbero in termini di riduzione dei costi di smaltimento e quindi delle tariffe.
Una «sortita pubblica», quella di Berra, «insostenibile, da noi non condivisa, e in contrasto con le linee programmatiche della coalizione». Questo il giudizio tranchant del Prc, dichiarato in una nota dal segretario cittadino Stefano Rattotti che si domanda: «Ma non è già difficile la situazione all'interno della maggioranza? Evidentemente no, se c'è chi ritiene opportuno introdurre ulteriori elementi di divisione». «Legare l'ipotetico abbassamento delle tariffe a una maggiore quota di rifiuti inceneriti vanifica il Piano provinciale rifiuti, che prevede l'innalzamento delle quote riciclabili, e provoca deresponsabilizzazione nei cittadini. La scelta del Piano è in palese contrasto con la scelta di aumentare l'incenerimento, a meno che l'intento non sia quello di importare rifiuti da altre province». Così Rattotti, secondo cui «occorre una radicale inversione delle attuali politiche sul trattamento dei rifiuti» e quindi «riduzione, raccolta differenziata, riuso, riciclaggio». Il Prc assicura la sua «massima determinazione» sul tema. Per la federazione dei Verdi, il presidente Stefano Forlini candida chi si pronuncia per l'ampliamento dell'inceneritore al «premio “Attila d'oro”». «Sbalorditivo che si possa far credere ai cittadini che la costruzione della terza linea è resa necessaria per abbassare la tassa dei rifiuti», dicono i Verdi secondo cui non va «aggravato il già alto livelo di inquinamento della città». E a chi riveste cariche amministrative il consiglio è, «se non si condividono più le scelte del programma di questa giunta», di pensare a «dimettersi». Una cosa deve essere chiara: «La costruzione della terza linea non è in discussione». Legambiente, in una nota del circolo di Piacenza, si dice stupita dall'«incoerenza che anima esponenti di forze politiche le quali solo un mese fa hanno approvato il Piano provinciale dei rifiuti». Nel mirino l'«ampio e radicato schieramento trasversale che crede di risolvere il problema dei rifiuti attraverso la creazione di sempre nuovi impianti (quanti?) anche se inquineranno maggiormente l'aria che respiriamo». La terza linea dell'inceneritore, afferma Legambiente, «porterebbe la capacità di trattamento dell'impianto a più di 180mila tonnellate annue, contro le 105mila attuali. Questo vuol dire bruciare più di tutti i rifiuti che produciamo nella nostra provincia e quindi non si farebbe un grammo di raccolta differenziata», il cui obiettivo è fissato al 50% entro il 2005, con contenstuale riduzione al 5% della produzione dei rifiuti. C'è, dunque, «qualcosa che non quadra nei numeri», secondo Legambiente, che passa poi a contestare i sostenuti «benefici ai cittadini (noi crediamo alle casse di Tecnoborgo)» con «tariffe più basse per tutti»: «Ci avevano promesso che con l'entrata in funzione dell'inceneritore avremmo pagato meno la “bolletta”, questo non è avvenuto e, se molte famiglie non hanno visto rincari vistosi, questo è dovuto solo al fatto che una legge stabilisce che i cittadini, attraverso le tasse, finanzino il costo di ogni chilo di rifiuto che viene bruciato nell'inceneritore per produrre, a dire il vero, scarsa energia. Quando, fra pochi anni, questo contributo cesserà, i costi schizzeranno alle stelle. Altro che aumento dell'impianto per calmierare i prezzi!». Gustavo Roccella
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