Cambio della guardia a Tecnoborgo.
Cambia la squadra (5 membri) al timone dell'inceneritore.
Ieri Tecnoborgo, la società mista pubblico-privato tra Tesa (51%) e Onyx (49%) che gestisce l'impianto di termovalorizzazione di Borgoforte, ha rinnovato il proprio consiglio di amministrazione (cda) che è giunto alla sua naturale scadenza e che era ancora targato centrodestra relativamente ai tre esponenti epressione di Tesa, e cioè del Comune che della multiutility è l'azionista di maggioranza (al 58%).
Al presidente Paolo Passoni (Forza Italia) subentra Guido Ramonda (in quota Ds), attuale numero uno di Tesa. Al suo fianco entrano altri due consiglieri dell'ex municipalizzata e cioè Luigi Gazzola (Margherita) ed Elisabetta Ferrari (Piacentini Uniti). Sostituiscono Andrea Chiozza (An) e Anna Tanzi Cuminetti (Forza Italia). Rinnovo a metà, invece, per la componente privata. Confermato infatti l'amministratore delegato Enrico Guggiari, mentre al posto di Marc Lucien Janielac fa il suo ingresso Cesare Cattaneo, che è direttore operativo di Onyx Italia (fa parte del gruppo francese Veolia environnement, dopo lo scorporo da Vivendi). Rinnovato anche il collegio sindacale della società che si compone di tre membri: Stefano Bergonzi, Filippo Tamborini e Umberto Tosi in qualità di presidente.
Queste le nomine di ieri all'assemblea di Tecnoborgo dove sono anche state prese decisioni contabili con la distribuzione ai soci di parte dell'utile conseguito nel 2003. Lo scorso esercizio ha visto un fatturato di 19,3 milioni di euro, mentre l'utile lordo (ante-imposte) è stato oltre 4 milioni di euro. I dividendi distribuiti saranno pari a 3,4 milioni di euro: tenendo conto della suddivisione azionaria, a Tesa vanno 1,750 milioni di euro, a Onyx 1,680. Somme che comunque, hanno fatto sapere da Tesa, saranno reinvestite nella società.
Va detto, peraltro, che i profitti conseguiti nel 2003 contengono quelli dell'anno precedente e anche che hanno potuto raggiungere quel livello grazie ai benefici della legge Tremonti. Precisazioni fatte nella conferenza stampa che sempre ieri, ma prima dell'assemblea dei soci, ha tenuto il cda uscente alla presenza del presidente Passoni e dell'ad Guggiari. I due hanno espresso soddisfazione per «risultati economici in linea con gli obiettivi» e anche per «il puntuale rispetto degli obblighi» derivanti dal contratto di finanziamento a suo tempo stipulato con le banche. Il riferimento è alla formula del project financing con cui è stato realizzato l'inceneritore investendo 56 milioni di euro, la gran parte dei quali presi a prestito dalle banche. C'è un piano di rientro dal debito spalmato su 14 anni con quote annuali a scalare che in questa prima fase si attestano intorno ai 2 milioni di euro.
Un'occasione, quella di ieri, anche per fare il punto sulla richiesta di aumento della capacità dell'inceneritore che Tecnoborgo ha avanzato fin dal maggio scorso e su cui si deve pronunciare la Provincia. Si tratta di far salire da 105mila a 120mila tonnellate la quantità annuale di rifiuti conferibili per far fronte a una produzione provinciale di immondizia superiore alle previsioni originarie. A Tecnoborgo assicurano che non ci sarebbe alcun aggravio dell'impatto ambientale, tanto da ritenere non necessarie specifiche certificazioni. Ma alla luce delle polemiche sollevate dalla richiesta, hanno spiegato ieri a Borgoforte, la società ha deciso «autonomamente» di avviare la procedura di screening. Sarà poi la Provincia a valutarla e a decidere se sarà sufficiente o se occorrerà anche una Valutazione di impatto ambientale. Altro paio di maniche l'aggiunta di 2.600 tonnellate di rifiuti autorizzata provvisoriamente per l'inceneritore nei giorni scorsi dal sindaco Roberto Reggi con un'ordinanza urgente a seguito della chiusura per due mesi di una discarica del Pavese dove veniva conferita immondizia piacentina. Un esubero da smaltire da cui resta fuori una quota di 3.900 tonnellate prodotte fuori del capoluogo e per la cui destinazione alternativa la Provincia sta cercando soluzioni, ma finora senza esito.
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