Da 120 a 136mila tonnellate di rifiuti.
Tecnoborgo ha presentato alla Provincia la richiesta di portare al massimo la capacità di smaltimento rifiuti del termovalorizzatore di Borgoforte, passando cioè da 120mila a 136mila tonnellate annue.
La documentazione è stata depositata nei giorni scorsi in via Garibaldi ed è motivata dalla volontà di Iren (ex Enìa), che controlla la maggioranza della società che gestisce l'inceneritore, di estendere la rete di teleriscaldamento a Piacenza.
Il calore che arriva dalla centrale elettrica, però, oggi basta esclusivamente per soddisfare le utenze già attivate, quindi per potenziare il teleriscaldamento in città occorre trovare una nuova fonte di energia termica, che ovviamente deve essere costante e stabile.
E così la decisione è caduta sul termovalorizzatore, che oggi brucia i rifiuti trasformandoli in energia elettrica, la quale viene poi venduta al gestore delle rete nazionale.
La differenza tra le 120mila tonnellate annue autorizzate attualmente e le 136 future servirebbe proprio per produrre calore da distribuire nelle case dei piacentini allacciati alla rete del teleriscaldamento come nuovi clienti. Iren ipotizza che a pieno regime si potranno servire seimila appartamenti in più, con un significativo abbattimento delle emissioni legate alle caldaie tradizionali, che sarebbero dismesse.
Un beneficio ambientale che, secondo l'azienda, porterebbe un saldo nettamente attivo in termini di inquinamento: «La quantità di fumi "risparmiati" grazie a seimila caldaie in meno sarebbe molto maggiore rispetto a quella messi in atmosfera dai camini dell'inceneritore portato a pieno regime».
Ma Tecnoborgo come e dove troverebbe le 16mila tonnellate in più di rifiuti da bruciare?
Domanda legittima, visto e considerato che proprio nei giorni scorsi l'Agenzia d'ambito ha reso noti i dati del conferimento all'impianto: nei primi sei mesi del 2010, grazie a una costante crescita della raccolta differenziata, i rifiuti avviati a smaltimento nel termovalorizzatore sono stati pari a 43.574 tonnellate, 3mila tonnellate in meno rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno.
Anche per questo punto, la società ha pronta la risposta: «Nella nostra provincia c'è ancora una discreta quantità di rifiuti speciali, cioè quelli prodotti dalle aziende simili ma non assimilabili a quelli urbani, che non viene conferita all'inceneritore piacentino proprio perché l'impianto è già saturo. La possibilità di salire da 120mila a 136mila tonnellate consentirebbe quindi intercettarne buona parte. Senza quindi alcun bisogno, aggiungono da Iren, di importarli da altri territori. Cosa che nemmeno attualmente avviene», precisano dall'azienda.
La parola passa ora alla Provincia, che fatte le opportune analisi dovrà autorizzare o meno il potenziamento dell'impianto di Tecnoborgo.
Michele Rancati LIBERTA' del 30/09/2010
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