La caccia alle polveri finissime è aperta e lo scudo ai nostri polmoni si rafforza, se non altro perché ne sapremo di più sui movimenti di queste insidiose particelle. Dalla prossima settimana, per la prima volta, Arpa attiverà una campagna di monitoraggio sui fumi al camino dell'inceneritore che include tra i nemici da stanare anche le Pm 2.5, vale a dire il particolato sottile che ha un diametro inferiore a 2.5 micron. Rispetto alle sorelle maggiori, le più note Pm10, a loro volta monitorate, questo pulviscolo impercettibile è respirabile e non solo inalabile, dunque penetra più profondamente nel sistema respiratorio, dalla trachea sino agli alveoli polmonari. La campagna è stata annunciata dal direttore di Arpa, Sandro Fabbri, affiancato dal responsabile Giuseppe Biasini. E si tratta di uno dei tanti passi in avanti nel controllo di un impianto che migliorerà ancora strada facendo così come prescrive l'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale rilasciata un anno fa dalla Provincia e che impone alle industrie di perfezionare continuamente le loro prestazioni, le pratiche e i dispositivi adottati in funzione anti-inquinamento. Uno dei passaggi dell'Aia riguarda il sistema di filtri. Tecnoborgo, il termovalorizzatore piacentino, ha ancora tempo per presentare il progetto di nuovi filtri e sta studiando le soluzioni migliori da proporre, così a suo tempo ha annunciato Enrico Guggiari, amministratore delegato di Veolia (il partner privato di Enìa nella gestione dell'impianto). Intanto si è completato il collegamento in tempo reale dei dati in continuo sulle emissioni al camino e nei prossimi giorni decollerà appunto la campagna sulla sorveglianza delle emissioni che comprende oltre alle polveri, inquinanti quali anidride solforosa, anidride carbonica, ossidi di azoto, ammoniaca, etc. Tornando alle polveri sottilissime, costituiscono circa il 60 per cento delle Pm10 e derivano in gran parte dalle emissioni prodotte dal traffico veicolare oltre che dalle attività industriali, dagli impianti di produzione di energia elettrica e dalla combustioni di residui agricoli. E anche gli studi epidemiologici condotti in diverse città americane ed europee nel corso degli ultimi vent'anni confermano che esiste una correlazione fra la presenza di polveri fini nell'aria e l'aumento di patologie dell'apparato respiratorio. Fanghi da bruciare Accanto all'annuncio della campagna Arpa, va detto che per l'inceneritore di Piacenza si prospettano altre novità. Ne ha fatto rapido cenno Pierangelo Carbone, assessore comunale all'Ambiente. C'è la possibilità che l'inceneritore, una volta alleggerito di rifiuti grazie alla raccolta differenziata, possa compensare le sue quote autorizzate di smaltimento eliminando più fanghi di depurazione di quanto non avvenga oggi. E' diventato difficile spargerli in agricoltura, per una serie di nuove restrizioni, sul piano regionale si è prodotta una certa criticità sull'eliminazione dei fanghi, ma questi prodotti di scarto dei depuratori possono però essere inceneriti e il termovalorizzazione piacentino è già autorizzato a farlo. Intanto già lunedì 5 dicembre verrà annunciata l'estensione alle frazioni di Borgotrebbia e di Sant'Antonio della raccolta differenziata che crescendo positivamente nei risultati - ha sottolineato Carbone - fa rientrare e preoccupazioni sulla possibilità, ormai certezza, di essere autonomi nella gestione dei rifiuti. Patrizia Soffientini patrizia.soffientini@liberta.it
11/11/2008
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