L'apertura c'è stata, ed energica. Ma che si possano creare le condizioni per renderla praticabile è tutta un'altra storia.
E prima ancora che nell'opposizione di centrodestra destinataria dell'avance, è nella maggioranza che il sindaco Roberto Reggi sta incontrando resistenze a far passare la sua idea di offrire incarichi di governo alla minoranza. «Posti di responsabilità», li ha definiti riferendosi ai ruoli di vertice in consiglio comunale - presidenza dell'aula e delle commissioni - ma senza nemmeno escludere seggi di giunta.
«Non mi pongo limiti», ha spiegato Reggi (v. Libertà di ieri) rilanciando dopo la vittoria elettorale quanto andava predicando in campagna elettorale, l'ambizione cioè di creare le condizioni per larghe intese sui «temi strategici per il futuro di Piacenza» e in generale di svelenire il clima politico a palazzo Mercanti.
Una mossa che però sta dividendo il centrosinistra.
Sicuramente irricevibile viene giudicata l'apertura al centrodestra di posti in giunta, cioè incarichi esecutivi, di governo. Ma pure l'idea di dare all'opposizione la presidenza del consiglio - che è poi, realisticamente, il reale terreno di ragionamento che lo stesso sindaco può avere in mente - incontra detrattori. Così trapela dalle indiscrezioni del giorno dopo, sebbene l'ipotesi abbia anche dei fan.
Tra questi c'è, ad esempio, Giacomo Vaciago (Margherita) che ricorda il suo mandato da sindaco (dal '94 al '98) quando la presidenza dell'aula fu assegnata all'opposizione nella persona di Carlo Mazza (allora di Forza Italia, oggi di Piacenza Libera): «Fu un bene perché è nello spirito del consiglio comunale di controllare il sindaco che ha enormi poteri, nei Paesi civili succede così, spero che il prossimo consiglio funzioni meglio di quello passato e se per questo serve dare la presidenza all'opposizione facciamolo».
Da Vaciago al segretario della Margherita, Silvio Bisotti, che si mostra ben più prudente. Dice di «capire e apprezzare lo spirito» della proposta di Reggi che però «va condivisa dalla coalizione». Ammonisce infatti dai «riflessi negativi all'interno della maggioranza» ed esprime «perplessità» su eventuali assessori di area centrodestra, meglio piuttosto ragionare dell'attribuzione di qualche commissione consiliare e «se si tratta di garantire un'apertura vera e con ruolo di garanzia, la più confacente è la carica del presidente del consiglio», si spinge Bisotti. «Ma vediamo se ci sono le condizioni anche dall'altra parte», avverte, «se sarà una minoranza collaborativa (nel senso più alto) o meno». «È anche vero», d'altra parte, «che potrebbe essere un processo che si evolve nel tempo».
Freddino è apparso il segretario Ds Flavio Chiapponi che, pur «condividendo che sulle grandi sfide si cerchi di ragionare in chiave bipartisan», si è preoccupato di chiarire che «sono temi da condividere con la coalizione, da vagliare insieme».
A esprimere la più chiara contrarietà ad aprire all'opposizione le porte della giunta è stato il segretario di Rifondazione comunista (Prc) Roberto Montanari: «Non sono d'accordo perché credo che generi confusione nel nostro elettorato dopo una campagna elettorale così arrembante del centrodestra». Non crede però, Montanari, che il sindaco «si riferisse a inciuci», piuttosto «a figure che possano avere uno spessore di carattere istituzionale, non necessariamente legate al centrosinistra, il problema è che a Piacenza ci sembra di non ravvisarne». Su incarichi di tipo istituzionale quali la presidenza del consiglio comunale, riconosce d'altra parte il segretario del Prc, «la civiltà politica può anche contemplare» logiche bipartisan di attribuzione, purché, però, «in una logica di correttezza e lealtà e con persone che siano militanti del campo opposto».
Già intanto circolano i nomi di chi tra i 15 consiglieri del centrodestra potrebbe accreditarsi per la presidenza dell'aula, una carica ambita per il prestigio ma anche per il compenso (pari a quello di un assessore) e che sin qui le indiscrezioni davano a un ds,Benedetto Ricciardi o Ernesto Carini. I più gettonati sono i forzisti Luigi Salice e Filiberto Putzu, ma anche Andrea Paparo, di An. Gustavo Roccella
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