Torna alla ribalta via Roma. Succede periodicamente e quasi sempre per ragioni non proprio edificanti: il degrado, le risse e gli episodi di ordine pubblico, a rinnovare la sensazione che questa parte di città non riesca ad affrancarsi dai problemi che si trascina dietro ormai da anni. Alla richiesta di aiuto del Comar, il Comitato dei residenti e degli operatori economici della via, e di un noto ed esasperato ristoratore, si affianca la voce del presidente della Circoscrizione 1 Francesco Monica, che reclama un intervento più deciso da parte dell'amministrazione comunale. Ma fra i commercianti di via Roma, c'è anche chi non vede tutto in negativo e confida nel futuro: così come il sindaco Roberto Reggi, che dice «se potessi, comprerei una casa in quella zona». Giovanni Barbagallo è titolare di un ristorante proprio a metà della strada, e sostiene di aver già scritto più volte a prefetto e a questore per invocare più attenzione a quanto accade sistematicamente nelle ore serali. «Dopo le 6 di sera - spiega - le liti fra persone ubriache sono diventate la regola, per non parlare della sporcizia lasciata in giro e dei comportamenti equivoci a cui mi tocca assistere: la sorveglianza delle forze dell'ordine c'è, ma a volte non basta. Non è corretto generalizzare: c'è un bar in particolare che crea parecchi problemi e la nostra pazienza ha raggiunto un limite. Quello che chiediamo è soltanto il rispetto delle elementari regole di convivenza». Il presidente della Circoscrizione 1 Francesco Monica afferma che in via Roma «si mantiene uno stato di emergenza». «Se la situazione non degenera, lo si deve - chiarisce - all'azione esclusiva delle forze dell'ordine, mentre dall'amministrazione non è venuto un solo segnale positivo in questi tre anni. Invece servirebbe una politica coraggiosa di riqualificazione attraverso la promozione del commercio e di incentivi per la ristrutturazione delle abitazioni. Anche controlli severi sul loro stato, con il ricorso a sgomberi coatti degli immobili più fatiscenti, colpendo soprattutto i proprietari che affittano in nero». Ci sono pure sono operatori economici che si dicono stufi di vedere la loro strada circondata soltanto da un'aura sfavorevole, e colgono sintomi di risveglio. «Non parliamo di via Roma sempre in chiave negativa - afferma Mariuccia Trenchi, titolare di un bar e componente del Comar, il comitato che raccoglie commercianti e residenti di via - certo, i problemi esistono, ma vi sono anche segnali positivi, come le numerosi ristrutturazioni di case in corso in questi ultimi tempi: qualcuno ha deciso di investire. Noi speriamo che vengano ad abitare qui coppie giovani con bambini. Che il traffico si riduca con l'allargamento imminente della Ztl è un fatto positivo, perché oggi viviamo ai bordi di una “tangenziale”; e poi con lo sviluppo delle università ci aspettiamo che qualcuno apra nuove attività dove oggi i negozi sono vuoti, magari grazie a precisi incentivi: abbiamo presentato un progetto in merito all'amministrazione». La risposta del sindaco Reggi va decisamente controcorrente alle osservazioni più preoccupate e guarda ad un futuro non troppo lontano. «Se potessi permettermelo - sostiene - comprerei una casa in via Roma: perché in quella zona stanno per compiersi diversi importanti interventi strutturali di riqualificazione urbana, presto così cambierà volto e sarà assai più vivibile». «A partire - prosegue - dal traffico, che con l'estensione della Ztl fino a piazzetta S. Maria, si ridurrà di molto. E poi il nuovo volto che assumerà Borgo Faxhall, il contratto di quartiere che metterà a disposizione 10 milioni di euro per il recupero di tutto il comparto urbano dalla Lupa alla stazione e avrà il suo fulcro proprio in via Roma. E ancora, lo sviluppo del polo universitario, con l'ex macello e il progetto dei collegi, che attrarrà i giovani studenti». «Non mi risulta che in questi ultimi tempi - annota Reggi - vi sia stato un particolare peggioramento della situazione dell'ordine pubblico, ma lo scenario è comunque destinato a mutare» conclude il primo cittadino.
Ma commercianti e residenti sono divisi. I due volti di via Roma. Le opinioni di chi ci abita e ci lavora si spaccano, e rivelano opposte visioni di come si vive in una delle strade più controverse della città. Per alcuni di loro la vita nel quartiere più multietnico di Piacenza scorre tranquilla e senza disagi. Ma non tutti hanno voglia di fermarsi a parlare e raccontare com'è vivere in una zona dove il fenomeno integrazione si fa concreto. E da più parti si rileva come i problemi si accentuano di sera, quando il marciapiede diventa un punto di ritrovo a un cielo aperto per tanti immigrati, e spesso (come anche segnalato nei giorni scorsi da una raccolta firme indirizzata al nostro giornale) risse e schiamazzi non si fanno attendere. Filippo Russo, abita in una trasversale ma proprio sull'angolo con via Roma e lui di sera preferisce non passarci. «Evito - dice - spesso capitano delle risse. A volte vado a cena a casa di amici che abitano qui e prima di scendere diamo un'occhiata dal balcone per vedere se è tutto tranquillo». «Negli ultimi tempi succede sempre qualcosa» afferma un negoziante Michele Marenghi, che proprio mentre parla indica un capannello di stranieri poco lontano dove tiene banco un diverbio dai toni decisamente accesi. «Alla mattina troviamo bottiglie di birra e immondizia sparsa dappertutto», spiega. «Quando qualche tempo fa, era stato chiuso un bar in prossimità della stazione, la situazione era anche peggiorata. Il problema - aggiunge - è che sono troppi e tutti concentrati in un unico punto». Di diversa opinione è Claudio Bonin, il tappezziere che definisce via Roma un «embrione di società multietnica». «Capita a volte che qualcuno beva un bicchiere di troppo e scappi qualche spintone, ma non vedo la situazione così drammatica, anzi la convivenza mi sembra decisamente possibile», afferma. «Di giorno io non riscontro grossi problemi, ma i clienti mi dicono che è alla sera che ci sono disagi. Certo che quando chiuderanno la strada al traffico sarà ancora peggio - prevede - via Roma rischia di diventerà un ghetto», continua dalla sua macelleria Graziano Borella, suggerendo maggiori controlli e ronde serali. «Forse è di sera che fanno baldoria - dice Alberta Rapetti, panettiera - ma durante il giorno va tutto bene». «Noi lavoriamo benissimo, anzi nel nostro negozio vengono tanti stranieri a farsi i capelli e c'è grande rispetto» continua Adriana Zurlini, parrucchiera nel negozio di Roberto Martinelli. Concorda anche Milvia Rubinati, un'abitante «Noi viviamo molto bene in questa strada, una volta abbiamo anche dimenticato la chiave fuori dalla porta e non è successo nulla». Ilaria Molinari
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