Reggi fiducioso. E chiude all'Udc: «Debole e antica»
Se i candidati governatori della Regione fossero stati candidati sindaci di Piacenza o alla presidenza della Provincia, nessuno di loro sarebbe stato eletto al primo turno. Nè Anna Maria Bernini (centrodestra: 46,6%), né Vasco Errani (centrosinistra: 44%) hanno infatti superato il 50% dei consensi, soglia richiesta dalla legge elettorale degli enti locali per essere eletti in prima battuta. Sarebbe stato necessario il turno di ballottaggio tra i primi due classificati, dunque Bernini ed Errani, lasciando aperta la possibilità di apparentamento con i candidati finiti nelle retrovie, nel nostro caso Gian Luca Galletti (Udc: 3,5%) e il "grillino" Giovanni Favia (Movimento 5 stelle: 6%).
Un gioco accademico quello di provare a sovrapporre i risultati di ieri con un'ipotetica elezione locale. Eppure in molti si stanno cimentando in letture del dato delle regionali in chiave comunali 2012, l'appuntamento elettorale più vicino a cui saranno chiamati i piacentini.
E se ballottaggio fosse, ecco che determinanti diventerebbero i voti dei candidati rimasti fuori dal secondo turno.
Mentre i "grillini" vengono unanimemente ritenuti più vicini al centrosinistra, sui centristi la considerazione che l'Udc è oggi all'opposizione del governo Berlusconi va incrociata con l'alleanza con il centrodestra stretta un anno fa alle provinciali dal partito di Casini.
Oltretutto, in questi mesi, dalla segreteria locale dei centristi sono arrivate dichiarazioni in direzione di un bis anche in Comune della coalizione di via Garibaldi in vista della tornata del 2012.
L'esito delle regionali potrebbe però far rivedere certe posizioni.
Se ieri il segretario provinciale centrista, Pierpalo Gallini, ha diffuso una nota per affermare che l'Udc «si conferma una forza determinante per l'affermazione di alleanze incentrate sulla qualità delle persone, i progetti e la moderazione», a voce lo stesso Gallini sull'appuntamento del 2012 ha aggiunto che «siamo aperti a chi si presenta con le credenziali maggiori». E ha spiegato: «A ogni passaggio elettorale si codificano delle posizioni politiche, non si parte più da un anno fa, adesso si parte da oggi, siamo in attesa di capire l'evoluzione del quadro politico».
Parole, dunque, molto più prudenti di altre filo-centrodestra sentite fino a ieri dai centristi piacentini.
E' però il sindaco Reggi, che pure in passato si era mostrato molto morbido con l'Udc caldeggiando esplicitamente un loro ingresso nella coalizione di centrosinistra per le provinciali 2009, a tirare bruscamente il freno. «L'Udc a Piacenza è molto debole», ha osservato ieri sul punto, «non è l'Udc di Casini, è un'Udc strana, ci sono personaggi anche molto antichi che non interpretano lo spirito di novità che ci vuole. Se sei un partito dinamico bene, altrimenti credo che le liste civiche fatte di persone che hanno la passione siano più interessanti nel dare risposte concrete ai bisogni tipici di una città».
Impostazione analoga sul versante politico opposto: «All'estrema sinistra vale lo stesso discorso», ragiona il sindaco: «Se si rinnova bene, se resta su schemi superati no. Io sono contento del mio assessore di Rifondazione (Ignazio Brambati, lavori pubblici; ndr), a me interessa molto avere in coalizione quel partito tra due anni, come mi interessa Gianni D'Amo che penso che con il suo movimento (Piacenzacomune, ndr) sia in grado di dare un contributo di grande qualità».
Valutazione di Reggi dopo il voto delle regionali che, nel Pd, ha visto eleggere il candidato, Marco Carini, da lui voluto e sponsorizzato: «Penso che se andassimo al voto domani saremmo in grado di fare bene, occorre proseguire così il lavoro amministrativo nella seconda metà del mandato e poi trovare un candidato con il metodo che ci siamo dati, con le primarie. Il voto di ieri dimostra che, come sempre in questa città, se individui il candidato e fai una campagna coinvolgente vinci. Siamo diventati il primo partito perché abbiamo scommesso su un metodo nuovo, mentre dall'altra parte, nel Pdl ha prevalso un atteggiamento molto conservatore. In politica si vince con il coraggio». gu. ro. Libertà del 31/03/2010
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