Chiusa la partita dei candidati sindaci del Pd, prende forma la griglia dei contendenti alle primarie del centrosinistra che si terranno a metà gennaio.
Insieme ai due democratici indicati l'altra sera dalla direzione del partito - il vicesindaco Francesco Cacciatore e l'assessore alla cultura Paolo Dosi -, in campo ci sono Gianni D'Amo, leader dello schieramento guidato da Cittàcomune, e Marco Mazzoli, sostenuto da Sel, alcuni del Pd ed esponenti della società civile.
Una corsa a quattro, dunque? Non è detto. Che da qui a metà dicembre, quando grosso modo si chiuderanno i termini per la presentazione delle candidature, escano altri nomi è una ipotesi da prendere sul serio.
Rifondazione e dintorni A lavorare in tal senso c'è, ad esempio, la Federazione della Sinistra. Lo conferma Roberto Montanari, segretario provinciale di Rifondazione comunista: «Se troviamo con la coalizione l'accordo sulla cornice programmatica che è in corso di definizione, non è escluso che proponiamo una figura che sia elemento di sintesi tra noi parlando a un'area più ampia». I ragionamenti su una candidatura autonoma sarebbero già avviati, anche se in modo informale, e coinvolgerebbero, con Rifondazione e i Comunisti Italiani, le associazioni "Lavoro e Solidarietà" (legata alla sinistra Cgil) e "Socialismo 2000", il movimento che fa capo a Cesare Salvi. Per la fine di novembre il nodo dovrebbe sciogliersi.
incognita italia dei valori Un'altra incognita riguarda l'Italia dei Valori e "Piacenza che Vorrei". Il partito guidato da Sabrina Freda si è mosso sin qui a braccetto con il movimento civico promosso da Umberto Fantigrossi dichiarandosi pronto a ogni soluzione: partecipare alle primarie sostenendo uno dei candidati in campo, andare alle primarie con un proprio portacolori, stare fuori dalla coalizione di centrosinistra (dentro la quale sta al governo di Palazzo Mercanti) e correre in solitaria alle comunali di primavera. Scenari differenti, partendo però dall'attuale percorso in comune con "Piacenza che vorrei".
I civici di Fantigrossi A sua volta il movimento civico, che non nasconde la sua ambizione di trasformarsi in lista elettorale, non ha sin qui chiarito se intende farlo al di fuori delle coalizioni, centrosinistra compreso, o se invece mette in conto la possibilità di partecipare alle primarie. Le prossime settimane saranno decisive per capire l'approdo tanto di "Piacenza che vorrei" quanto dell'Idv. Fermo restando che la condotta copertissima dei dipietristi più passa il tempo più è destinata a creare malumori all'interno della coalizione.
Il monito di Silva all'Idv Sul punto è tornato ieri il segretario del Pd Vittorio Silva. A margine di una conferenza stampa, ha fatto presente come l'Idv si stia tenendo lontana dagli incontri in corso tra le forze del centrosinistra per definire programma elettorale e regole per le primarie: «Era sempre invitata, non si è mai presentata. Scelta legittima, ma la nostra porta non potrà restare aperta per sempre, anche perché noi non vogliamo inseguire né corteggiare nessuno. Abbiamo la forza e le capacità anche di correre da soli, non ci spaventa, soprattutto con un meccanismo a doppio turno come per le comunali. Speriamo ovviamente che l'alleanza sia più ampia e compatta possibile, che comprenda anche Idv e liste civiche, ma saranno loro a decidere cosa fare».
I paletti della coalizione Quanto ai civici di "Piacenza che vorrei", «Fantigrossi non mi ha mai chiamato», ha annotato Silva per poi puntualizzare: «Chi farà parte della coalizione e correrà alla primarie dovrà essere organico al centrosinistra, sposarne i programmi futuri, ma anche riconoscere i meriti dei dieci anni di giunta Reggi. Vale per tutti». Il segretario è quindi tornato sulla direzione del Pd dell'altra sera definendo quelli di Cacciatore e Dosi «due nomi forti, candidati che hanno tra le loro caratteristiche la propensione a collaborare, non a dividere, sono convinto che non ci saranno strappi, come del resto è stato in direzione, dove la discussione è stata intensa, ma tranquilla».
Ferrari per il look di Dosi Dosi e Cacciatore hanno intanto iniziato a organizzare la loro campagna elettorale. L'assessore alla cultura potrebbe affidarsi a Mauro Ferrari, il pubblicitario che ha legato il suo nome, tra le altre, alle vittorie elettorali del sindaco Reggi che di Dosi è sostenitore. Con Ferrari risulta essere già in corso una collaborazione che potrebbe presto tramutarsi in incarico specifico per curare l'immagine e la comunicazione dell'assessore in vista delle primarie.
Gustavo Roccella LIBERTA' 16/11/2011
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