da www.liberalipiacentini.it
Sono sempre stato un avversario della Dc. L'ho sempre considerata una federazione di partiti, una palude con dentro di tutto, legata dal potere (e dal voto di gran parte del clero). Non sono un politologo, e avevo diritto di sbagliarmi. Ma i politologi, no. E invece si sono sbagliati di grosso, sul maggioritario, e non uno di loro ha fatto quanto ha fatto lo scienziato Stephen Hawking. Non uno ha riconosciuto di aver sbagliato.
Di formazione einaudiana (ebbi il privilegio di potere andare a trovare il grande economista a poco più di 21 anni), credevo – e credo – che gli unici sistemi che si giustifichino, in qualsiasi Paese al mondo, siano il liberale (liberale, parlando in termini politici: liberista in economia, libertario quanto ai diritti civili) e il socialista. Sono gli unici sistemi (al di fuori di quelli autoritari) che giustifichino un confronto politico.
L'alternanza, così, sarebbe tra chi crede nell'individuo e nel mercato, e chi crede nello Stato (o nell'ente pubblico, comunque chiamato) quale regolatore della nostra vita.
Non consideravo che in Italia massiccia è (e sarebbe in ogni caso stata) la presenza della Chiesa cattolica: la quale, qua da noi, ha sempre cercato di concepire la Dc come "partito dei cattolici" (invece, era solo un partito di cattolici). E questa visione temporale – per quanto temperata – la Chiesa non l'ha persa. Solo che, ora, gran parte del suo clero pensa di poterla portare avanti esclusivamente con la Sinistra: questa, le appare più congeniale; la Sinistra, infatti, è per la carità – come certo clero – e non per il metodo dell'autoemancipazione. E' un fatto di cultura, prima di tutto. Fin tanto che certo clero penserà (ingenuamente) che i poveri siano a Sinistra, e i ricchi a Destra; e che il modo – quindi – di aiutare i primi sia quello di andare a Sinistra, per la Destra – in Italia – ci sarà poco da fare. Certo clero passerà sempre su qualsiasi comunismo – financo – e su qualsiasi sua rifondazione. E questo assistenzialismo (a fin di bene) si sposerà sempre – dando luogo a un blocco conservatore difficilmente vincibile, come già si riscontra nei fatti – agli assistiti di Stato, ai privilegiati della burocrazia pubblica, ai faccendieri, agli industriali (per tacer d'altri) alla greppia. In una parola: si sposerà sempre al partito della Rendita, il partito delle odierne classi parassitarie.
La riflessione, allora, torna al punto di partenza. Se non si può realizzare, per questi motivi, un vero bipartitismo, la proporzionale – corretta, certo – è forse meglio? Non lo avrei mai creduto, ma un pensierino molti cominciano a farcelo (se diversamente, beninteso, il cammino tracciato è quello del blocco conservatore, e basta).
O, forse, non si tratta solo – e meglio – di fare un vero maggioritario, cioè secco? Una cosa è certa: oggi, abbiamo una finzione di maggioritario.
E nelle ultime elezioni amministrative, la Sinistra – appoggiata dal clero, dove questo era determinante – ha vinto. La Destra l'ha aiutata non andando a votare al secondo turno, ma i Presidenti di Provincia e i Sindaci della Sinistra (quelli di Destra sono passati al primo turno quasi tutti) sono stati eletti coi voti del 25-30 per cento dei cittadini. Hanno rappresentatività zero. E si può continuare così, allora? Credo proprio di no.
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