Che bilancio previsionale è, il primo redatto dalla Giunta Barbieri, che pareggia a 205 milioni di euro?
«Un bilancio diverso – ha spiegato l’assessore Paolo Passoni - costruito con una logica differente. Dobbiamo far comprendere ai piacentini che è finita l’epoca del “paga pantalone”. Le prestazioni dei servizi sociali non sono state toccate, ma ci sono eventi che godono di contributi pubblici che vedranno un taglio della spesa. O meglio, "un efficientamento". Non si può continuare a pensare di fare come in passato. L’esempio ci arriva da quanto fatto a Capodanno: è stato un successo e abbiamo speso solo 15mila euro. O per la nostra candidatura a capitale della cultura, per cui abbiamo speso molto meno rispetto alle altre città».
Sono 76 milioni di euro le entrate correnti - di natura tributaria - che restano invariate rispetto al 2017. Per il 2019 è previsto – ma se ne riparlerà più avanti - il ritocco dell’addizionale Irpef (da 8 milioni a 600mila euro il Comune ne incasserà 11). Per il 2018 le aliquote non saranno toccate.
L’assessore ha rimarcato la sforbiciate interne – i diecimila euro per i giornali, ad esempio -, le spese di rappresentanza degli amministratori, i risparmi sugli spazi giovanili (con conseguenti polemiche sul caso di Spazio4). «Non possiamo più contribuire – ha evidenziato - a organizzare eventi come in passato. Occorre tagliare, ci sono eventi che possono stare in piedi da soli. La Fondazione Teatri percepirà 200mila euro in meno rispetto all’anno scorso, ma è un taglio condiviso con la stessa realtà, che è stata brava a vendere più biglietti ed attrarre più sponsor privati».
Per Passoni è da rimarcare il piano delle assunzioni e i maggiori fondi destinati alle università. I contributi per i due atenei piacentini – Cattolica e Politecnico – sono passati infatti da 80mila a 125mila euro all’anno, a testa. Insomma, il welfare al momento non è stato rivisto dal centrodestra, che in campagna elettorale aveva promesso di verificare voce per voce tutti i capitoli di spesa per snellire il suo peso nel bilancio comunale. L’assessore ha dichiarato che al momento, con una serie di contratti ancora in vigore, risulta difficile rivedere il welfare: «L’efficientamento non si può ancora fare, attendiamo la fine dei contratti».
Il Movimento 5 Stelle, per voce di Andrea Pugni, ha consigliato di ricorrere alla stipula di mutui per finanziare il piano delle opere pubbliche. “Meglio sottoscrivere quelli, visti gli attuali tassi, che vendere le quote delle partecipate”. L'assessore ha segnalato che le uniche società in perdita del Comune sono Piacenza Expo e Asp Città di Piacenza. Nicola Domeneghetti (Fratelli d’Italia, partito da sempre convinto di vendere le quote per fare cassa) si è detto d’accordo con i colleghi sul mantenimento delle quote.
La Lega in commissione 1 era interamente rappresentata dal consigliere Nelio Pavesi, nel recente passato spesso critico nei confronti della Giunta. E proprio Pavesi ha fatto mancare il suo voto favorevole (che in commissione valeva per quattro) al bilancio, preferendo l’astensione: «Non sono qui ad alzare la manina, bisognava parlarne prima in maggioranza del bilancio. Qua leggo che l’aumento dell’Irpef, a partire dal 2019, c’è». «È una clausola di salvaguardia – gli ha risposto Passoni – che abbiamo messo, tutto qua. Intanto abbiamo fatto quadrare i conti del bilancio 2018 senza l’aumento dell’Irpef, ne ridiscutiamo a fine anno per il 2019».
Il bilancio è così passato con i voti di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Liberali Piacentini. Astenuta, come detto, la Lega, mentre Pd e 5 Stelle hanno votato contro. Non hanno partecipato al voto Piacenza in Comune e Liberi. “
estratto da www.ilpiacenza.it DEL 13 FEBBRAIO 2018
|