L' altro ieri Silvio Berlusconi aveva avvertito Marco Follini: «Se insisti nel tuo atteggiamento, sappi che io nominerò commissario Buttiglione e ministro Baccini senza passare per te, che contatterò direttamente gli esponenti del tuo partito». Detto, fatto. Almeno per quel che riguarda una delle due nomine. Il premier non ha sentito né il segretario dell' Udc né il presidente della Camera prima di dare il via all' operazione. Non ha avvertito né l' uno né l' altro di quel che stava per succedere e ha fatto la sua mossa. «Auguri, Rocco», ha detto al futuro commissario, a margine del Consiglio dei ministri, per fargli capire che la vicenda si stava chiudendo. Non una parola, invece, al presidente della Camera e al segretario. Dunque, i vertici centristi sono stati scavalcati. Ed è probabile che lo siano ancora, in futuro. Scavalcati anche dagli stessi Udc. Da quel Carlo Giovanardi che ha avvisato Gianfranco Fini dell' imminente nomina di Buttiglione. Scavalcati da quel Totò Cuffaro, «governatore» di Sicilia, che si è premurato, nel suo incontro a Palazzo Chigi con il Cavaliere, di far sapere al premier che era come se non avesse partecipato alla riunione dell' ufficio politico in cui Follini è tornato ad alzare «la bandiera degli emendamenti sul federalismo». E, comunque, ha fatto notare Cuffaro a Berlusconi, le questioni dell' Udc siciliana lui se le tratta in proprio, senza bisogno del segretario. E di questioni ce ne sarebbero in quella Regione dove il presidente della Provincia di Palermo, il forzista Francesco Musotto, ieri ha ritirato le deleghe a quattro assessori Udc considerati «assenti ingiustificati». La parola fine al tira e molla su Buttiglione Berlusconi l' ha siglata ufficialmente nella riunione con Fini, Giovanardi, Letta, Pisanu e lo stesso ministro delle Politiche comunitarie. «E adesso voglio proprio vedere che cosa farà Follini - ha spiegato ai suoi interlocutori il Cavaliere -, non penso che possa assumersi la responsabilità di spaccare l' alleanza, di mettersi fuori dalla Cdl». Voleva un segretario dell' Udc «isolato», il presidente del Consiglio. Ed effettivamente in questo momento Follini è un po' più solo. Del resto, allo stesso obiettivo puntava anche Gianfranco Fini: «Marco - è stato il suo ragionamento - sta proprio esagerando: si avvia su una china rischiosa perché dà l' impressione di non puntare più su questa coalizione». Di più, il vicepremier è deluso anche dall' atteggiamento di Pier Ferdinando Casini, con cui pure mantiene buoni rapporti personali. Oggetto del contendere: il modo in cui il presidente della Camera si è comportato in questa vicenda politica. Ed è superfluo aggiungere che la Lega non aspettava altro che questo: l' isolamento dei centristi. E ora? Dall' Udc non sembrerebbero più spirare venti di guerra. Anche perché pare che lo stesso Casini non stia certo gioendo di quanto è accaduto. Un partito diviso, i vertici scavalcati nelle trattative tra Berlusconi e gli stessi Udc... Il presidente della Camera ha avuto modo di esprimere il proprio disappunto nella telefonata che Follini gli ha fatto per congratularsi della nascita della figlia Caterina. Ma Berlusconi è ancora molto cauto sull' ipotesi che veramente il leader dell' Udc si stia preparando a una mezza ritirata onorevole. «Troppe volte - è stato il ragionamento che ha fatto con i suoi prima di partire per incontrare Schröder - è sembrato che "quello" si ammorbidisse, eppoi invece si è irrigidito ed è arrivato fin quasi alla rottura. Io non mi fido. Non ho capito quali sono le sue reali intenzioni». Dunque, «meglio aspettare quello che succederà lunedì nell' ufficio politico dell' Udc». In quella sede, secondo il presidente del Consiglio, i centristi «dovranno decidere che atteggiamento assumere sugli emendamenti al federalismo». Lì, perciò, «Follini deve far capire se intende restare nella Cdl». «Sull' Udc come partito - ha proseguito l' inquilino di Palazzo Chigi - io non ho dubbi. So che loro sono leali e che non verranno meno al patto di maggioranza. Quanto al resto, vedremo. Forse lunedì cominceremo a comprendere quello che vuole veramente Follini». Ma se, è stato l' ammonimento di Berlusconi, l' idea del segretario centrista è ancora quella di andare avanti con la «politica delle mani libere», «logorando il governo», «riproponendo problemi che sembravano chiusi», allora «non credo proprio che il suo partito potrà seguirlo».
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