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Il porto turistico salpa nel 2006
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La banchina turistica viene giudicata compatibile sotto il profilo sia della sicurezza sia dell'impatto ambientale
Sarà giusto a monte dei due ponti, quello stradale e quello ferroviario, costerà 400mila euro e potrebbe essere pronto nel 2006.
Chiamarlo porto fluviale è eccessivo, meglio dire banchina attrezzata, ancora meglio approdo turistico.
Dopo tanto dibattere sul rilancio della navigazione del Po nel tratto piacentino del fiume, le decisioni sono state assunte: di navigazione turistica per il momento si tratta, in attesa che il tanto atteso sblocco della barriera di isola Serafini faccia il suo corso e consenta di mettere in conto anche un'opera di respiro ben maggiore, un vero e proprio porto mercantile, in grado di movimentare non tanto persone quanto traffici e scambi di peso economico.
Una prospettiva, però, di là da venire (per la conca di Monticelli si parla del 2010) e che ha mostrato sin qui tutta una serie di complicazioni a iniziare dalla scelta dell'ubicazione dell'eventuale porto.
Si parta, dunque, con l'approdo turistico, un progetto che l'Agenzia regionale per la navigazione interna (Arni), ha preparato in versione preliminare e che in questi giorni la giunta comunale ha approvato, dopo che anche l'Aipo (ex magistrato per il Po) ha dato l'assenso.
Il progetto dell'Arni sviluppa, integrandolo in senso tecnico-specialistico, l'originale progetto che la giunta di palazzo Mercanti licenziò nel dicembre 2002.
L'attracco fluviale per le imbarcazioni turistiche viene localizzato nell'area denominata “Lungo Po”, un tratto di terreno golenale di recente acquistato dal Comune, caratterizzato dalla presenza di alcuni vecchi manufatti di cemento armato, lasciati in ingombrante eredità da ditte di escavazioni di inerti un tempo in attività.
La zona è stata ora risistemata e attrezzata a verde da palazzo Mercanti e d'estate, da due anni, viene allestito un locale all'aperto con tanto di palco per la musica dal vivo (a inizio settembre sarà teatro del festival rock Tendenze).
Di 400mila euro il costo, 200mila in più di quanto previsto dal progetto originario del 2002. Ecco perché la giunta, nell'approvare quello nuovo targato Arni, ha proceduto a inoltrare alla Regione una richiesta di stanziamento per la spesa aggiuntiva.
Da tenere presente che a bilancio il Comune ha 1,3 milioni di euro di finanziamento alla voce “riqualificazione idraulico-ambientale di aree del Po”, fondi statali all'interno dei quali è prevista la realizzazione anche dell'approdo fluviale.
Poiché per opere di queste caratteristiche esiste la possibilità di accedere ad appositi contributi regionali, si è pensato di chiedere a Bologna un supplemento di risorse che copra la quota mancante.
Il cronoprogramma del Comune, ha spiegato l'assessore ai lavori pubblici Ignazio Brambati, prevede entro dicembre il progetto esecutivo e l'inizio lavori per la primavera del 2006. Tappe che se venissero rispettate (tutto deve filare liscio con Aipo e Sovrintendenza, chiamati a dare pareri obbligatori, ma da mettere in conto ci sono anche delle procedure di esproprio) porterebbero alla fine del cantiere entro l'anno prossimo.
Come sarà l'attracco?
Una piattaforma galleggiante lunga 20 metri e larga 6, con una passerella per la salita-discesa dei passeggeri in crociera sul Po.
Sia la piattaforma sia la passerella saranno ancorate a due coppie di grandi pali infissi in alveo e sulla sponda.
È evidente che tanto più traffico il nuovo approdo potrà attirare quanto prima sarà sbloccata la barriera di isola Serafini, ma fin da subito le istituzioni locali - assieme al Comune, pure Provincia e Camera di Commercio, che con la Regione hanno da tempo siglato una convenzione per la navigabilità del Po - hanno convenuto che l'opera possa servire per il rilancio turistico del grande fiume.
Quanto alla gestione dell'attracco e dei connessi spazi e attrezzature, sul tappeto c'è la possibilità di affidarla a soggetti pubblici o privati, o a una società mista.
Gustavo Roccella, Libertà del 18 agosto 2005
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pubblicazione: 18/08/2005
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