Nasce l'unione delle province dell'Emilia occidentale. Per Piacenza, Parma e Reggio Emilia 7 milioni
LIBERTA' del 06/07/2003 : Centralità di Piacenza negli obiettivi regionali. Nascita di un'entità geopolitica nuova, l'Emilia occidentale, le cui province organizzano e concludono sempre più cose insieme. Fanno squadra. Due elementi, con il “core business” del programma d'area “Po fiume d'Europa”, che i rappresentanti istituzionali mettono in evidenza nell'illustrare i contenuti del progetto che sarà firmato a Piacenza martedì “a pelo d'acqua”, magra permettendo proprio sul Po, a bordo della motonave Jack London.
Triplo significato per questa iniziativa: politico, programmatico e finanziario.
Il programma d'area regionale risale al 99 e trova oggi “lo sbocco a fiume” raggruppando 24 comuni di tre province: Piacenza, Parma e Reggio Emilia, sblocca 7 milioni di risorse e getta attenzione nuova su una ricchezza fin qui negletta sul piano ambientale e turistico.
“Da cosa nasce cosa”. E tutti i commenti vanno in questa direzione perché aprire una finestra sulle sponde del Po è una scelta che fa sperare di riuscire ad attribuire un valore aggiunto all'intero territorio provinciale. Significato simbolico la firma dell'accordo proprio sul Po. Come a dire che, insieme alle attività produttive, agli insediamenti energetici, il Po è anche navigazione. Nonostante in fatto di acqua due siano i problemi macroscopici che investono il più lungo fiume d'Italia: la quantità e la qualità. Attenzione al fiume significa anche - questo lo spirito con cui gli assessori regionale Bruschini e provinciale Anelli trattano il tema - tracciare una svolta nell'approccio culturale con una risorsa da riscoprire. Per recuperare, tra l'altro, una lunghezza d'onda con altre regioni europee che, invece, sui fiumi hanno investito ottenendo risultati considerevoli. La “vista dal fiume” trasmette a tutti un concetto si tratta di una risorsa da valorizzare. Come? Domanda di turismo Rispondere a una domanda sempre più ampia di turismo fluviale che cerca ambiente, natura, cultura... Attracchi e piste ciclabili E quindi nel programma che coinvolge i 24 comuni delle tre province saranno finanziate infrastrutture, attracchi, interventi di accoglienza lungo l'asta del fiume come ad esempio agriturismi. Patrimonio culturale Quanto al lato culturale dell'iniziativa il territorio il Ducato di Parma e Piacenza non è certo privo di potenzialità. Nel circuito entreranno le regge e i castelli come quello di Monticelli che si conta di trasformare in un punto di eccellenza. Gastronomia E che dire della gastronomia? Già dalle ciliegie di Villanova al culatello di Zibello le aree del Po hanno potenzialità da vendere su questo terreno. E se da cosa nasce cosa, il programma d'area che si va a firmare martedì - anche i sindaci coinvolti la intendono così - è solo l'inizio. L'approccio per riavvicinare le persone al fiume. L'approdo finale è uno scenario di un futuro di là da venire e vede un collegamento ideale - lungo la via d'acqua e le sue sponde - del nord Europa con l'Adriatico. Per ora sono tutti consapevoli che gli sforzi dovranno essere ancora cospicui. Anche in fatto di finanziamenti. Antonella Lenti, Libertà del 6 luglio 2005
«Il programma sarà un volano per lo sviluppo» Gli assessori Bruschini e Anelli: «L'unione fa la forza. Il primo passo per il rilancio»
«L'Italia è l'unico paese d'Europa in cui il fiume, il Po non sia considerata una risorsa di rango. E' ora di cambiare e già diversi interventi vanno nella direzione d'invertire la rotta». L'assessore regionale Marioluigi Bruschini spiega così il progetto regionale che sarà sottoscritto martedì sulla Jack London. L'obiettivo del progetto - prosegue - è ambizioso. Vuole rappresentare un volano per lo sviluppo dell'area. Dobbiamo tutti uscire dallo classico schema che ci consegna l'icona di un fiume limaccioso dal ricordo delle alluvioni del 2000. Il Po è una grossa opportunità. Una ricchezza da valorizzare». All'idea la Regione sta lavorando dal 1999 ed ora ha preso la decisione politica di darne attuazione. Annuncia l'assessore Bruschini. In sostanza il programma impostato vuole tirare le fila, «mettere a sistema» tutti i canali di spesa che hanno in qualche modo a che fare con il fiume e arrivare a cogliere l'obiettivo di recuperare, dal punto di vista ambientale, intere zone. «Sì - conferma - l'obiettivo della giunta regionale è questo. Costruire un procedimento amministrativo che possa fare da volano per incrementare la fruizione del fiume. E recuperare, come dicevo, il deficit che su questo registriamo rispetto agli altri paesi d'Europa». Se il progetto parla di piste ciclabili, di attracchi e spinta al recupero naturalistico resta in sospeso il problema della qualità dell'acqua. «Già - dice Bruschini - ma non solo dobbiamo oggi affrontare un problema nuovo rappresentato dalla siccità: il Po rischia di arrivare quest'anno al suo minimo storico». Se per evitare le secche non sono programmabili interventi, per l'inquinamento qualcosa si può fare o no? « E abbiamo fatto - sottolinea Bruschini - la regione ha investito parecchio per l'abbattimento dei fosfati, resta ancora aperto il recepimento della direttiva sui nitrati (derivano dai concimi agricoli). Non esiste più, sul nostro territorio, il problema della concentrazione degli allevamenti di suini, ma si sono trasferiti sulla sponda Lombarda. Il Mantovano scoppia di questi insediamenti...» La Provincia, al pari dei comuni in prima linea per dare attuazione al programma d'area. Si apre finalmente il sipario sul Po, è così che si deve interpretare questa attenzione improvvisa? «Il programma d'area sul Po nasce da lontano. I contenuti sono la valorizzazione ambientale e turistica della zona. A questo progetti si somma il lavoro che la Consulta delle province del Po ha svolto in questi anni portando all'attenzione il tema dei depuratori milanesi. L'approdo al programma d'area non è una sorpresa - spiega l'assessore provinciale al turismo Vittorio Anelli - tra l'altro le potenzialità che l'asta del fiume può offrire ai territori riviersaschi è argomento trattato già abbondantemente nel patto per Piacenza». Non una novità. Per l'assessore Anelli il programma riconduce a uno stesso capo tanti fili già tracciati negli ultimi anni. «E proprio il fatto che il interessa il tratto del medio Po - prosegue Anelli - è importante perché è l'unica parte del fiume che ancora non aveva trovato una sua dimensione a differenza delle zone dell'alto Po in Piemonte o anche del delta nella nostra stessa regione caratterizzate dai parchi». Portare a sintesi i progetti che sul Po esistono è una via per far fronte a un dialogo con le province della sponda lombarda con le quali, in fatto di fiume, ma anche di infrastrutture diventa indispensabile. «Esempi di dialogo - dice Anelli - ce ne sono. Ne cito uno solo: il ponte sul Po di Castelvetro e il progetto di pista ciclabile che è diventata possibile grazie allo stretto rapporto che le due istituzioni piacentina e cremonese hanno avviato. L'unione fa la forza ed anche questo è il senso del programma d'area regionale. Primo passo per riprendere il filo spezzato del dialogo col fiume è la navigabilità. E sul fiume si naviga già. Non solo a valle di Isola Serafini, ma anche tra Pavia e Monticelli».
Piacenza : Recuperiamo la centrale Emilia
Certo che ha importanza il programma d'area sul Po. Commenta il sindaco di Piacenza Roberto Reggi. Col fiume - prosegue - da tempo stiamo tentando di ricucire un dialogo interrotto. Ed i finanziamenti che con questo piano vengono dati li intendiamo come un primo passo... Da portare avanti. Se questo filo si interrompesse si rischierebbe di lasciare un'opera incompiuta. All'orizzonte anche un'altra idea. Quella di coinvolgere i privati nel recupero della centrale Emilia che si affaccia sul Po. La vogliamo inserire in questo programma ed abbiamo in corso per questo contatti con Edipower.
Monticelli : La Rocca sarà un punto di eccellenza
Il castello di Monticelli luogo di eccellenza per attività culturali, mostre. Punto di approdo irrinunciabile per i futuri turisti del fiume. Le potenzialità della Rocca di Monticelli - spiega il sindaco Gianluigi Boiardi - sono innegabili e il suo recupero (su questo si muovono varie forze da almeno un anno) significa dare valore all'intero territorio piacentino. Ha gli spazi e le potenzialità - dice - per accrescere l'attività che già vi si svolge e che attira annualmente tra i 12 e i 15mila visitatori. Potrebbe diventare, insomma, quello che Chiaravalle e Castellarquato rappresentano per la zona della via Emilia. Il programma regionale, quindi, in questo quadro, rappresenta un'occasione interessante.
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