«In vista del 2020, regole ed impegni da subito». E' la richiesta più urgente che sale dai vari ambiti rappresentati nel Comitato del «Piano strategico per Piacenza», riunitosi ieri a Palazzo Farnese, nella Cappella Ducale, in attesa degli Stati generali di febbraio 2006. L'obiettivo di lavoro dei prossimi mesi sarà la definizione di un documento di base su cui, dopo gli Stati generali, interverrà il nuovo Comitato strategico, rivolto agli scenari targati 2020. Ma da più parti, nel corso della riunione di ieri, è stato posto l'accento sull'urgenza di impegni concreti da subito, insieme alla domanda di una centralità dell'intero sistema territoriale e non soltanto di quello cittadino. Il sindaco Roberto Reggi, insieme al presidente della Provincia Gianluigi Boiardi e al presidente dell'ente camerale Giuseppe Parenti, ha annunciato l'iter che condurrà agli Stati Generali: a novembre, stesura definitiva del documento di base, preceduta il 27 e 28 ottobre da un convegno internazionale; dilatati, rispetto ai programmi, i tempi delle consultazioni, previsti tra dicembre e gennaio, con l'introduzione di un forum telematico e di un sondaggio sulla stampa locale. Punto di partenza, il «vecchio» Patto strategico 2002. Il nuovo documento di base «Piacenza 2020». Ne ha annunciato i capitoli salienti Reggi, seguito dal preside della facoltà di Economia dell'Università Cattolica Enrico Ciciotti, in vista dell'approvazione da parte di consigli, giunte e comitato fissata a dicembre. «I nuovi assi strategici - ha elencato il sindaco - saranno qualità urbana e sostenibilità territoriale, competitività, innovazione e tecnologia, inclusione sociale, creatività e cultura, progetti di valutazione e incentivazione all'efficienza della Pubblica amministrazione, azioni di marketing territoriale». Nuova l'introduzione nel documento di indicatori che permetteranno una valutazione nel perseguimento degli obiettivi (grado di inquinamento e riduzione delle emissioni, tasso di povertà, numero di piste ciclabili, etc.) anche sul fronte della competitività. «Non solo Piacenza al centro dei programmi». Sulla necessità di un orientamento del documento che non sia soltanto urbano ma diffuso a tutto il territorio piacentino sono stati diversi ad intervenire. «I problemi - ha rilevato Fabrizio Binelli (ambientalisti) - sono estesi a tutta la provincia, occorre superare il limite di un orientamento che guardi solo alla città». «Dobbiamo cercare di leggere il territorio in tutta la sua completezza», ha aggiunto Carlo Giovanni Capelli, sindaco di Castelsangiovanni, da cui è arrivato anche l'appello ad una maggiore rappresentatività delle amministrazioni locali nel Comitato, mentre Giovanni Ambroggi (Cna) ha invocato da tutti «sforzi unitari». «Servono regole già da oggi». In tanti a farsi portavoce anche di questa richiesta, il sindaco di Fiorenzuola Flavio Antelmi, per esempio. «Il piano è indirizzato al 2020, ma nel frattempo? Servono regole da subito, perchè le amministrazioni continuano a compiere scelte senza coordinamento», ha sostenuto Antelmi. «Il territorio di oggi vive di emergenze, occorrerranno due percorsi paralleli, uno a medio-lungo termine, ed uno per le questioni contingenti», l'avvertimento di Sandro Busca (Cisl, da cui è stata segnalata l'assenza al tavolo dell'Ausl), mentre Daniela Braceschi (associazioni culturali) ha invitato a ragionare non solo di «massimi sistemi» ma anche in termini di «progettualità a piccoli passi». «La montagna rischia di morire». Troppo sbilanciato in avanti l'obiettivo del 2020, la denuncia di Gianluigi Molinari, sindaco di Vernasca e presidente della Comunità montana: «Entro quella data la montagna rischia il collasso, occorre intervenire con servizi, lavoro, viabilità, il Piano strategico deve servire anche a questo». Da Stefano Borotti (presidente Unicoop) il suggerimento di piste di lavoro sul tema del «welfare": «lotta alla povertà estrema», la parola d'ordine, pur in una società «ricca come quella piacentina». «Il secondo patto strategico non potrà limitarsi ai ragionamenti del primo», ha avvertito Gianni Copelli (Cgil), «più attenzione per il commercio», ha domandato Francesco Meazza (Unione Commercianti), mentre, per Giovanni Nani (Cassa rurale di Creta), «le decisioni di oggi potranno rappresentare il futuro dei nostri figli».
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