Il piano decennale attività estrattive.
Il Piano decennale 2006-2016 delle attività estrattive (Pae) del Comune di Piacenza, è una pratica complessa e delicata, per questo la Commissione consiliare per l'assetto e l'utilizzazione del territorio ha deciso all'unanimità di prendersi un'altra settimana per esaminare attentamente il faldone che normerà modi, tempi e luoghi delle estrazione.
Una proposta targata Carlo Mazza (gruppo misto) che tuttavia non ha rinviato il dibattito, a differenza della votazione.
L'associazione degli industriali e in particolare il suo presidente Sergio Giglio non avevano lesinato critiche ai Comuni che non avevano ancora programmato le attività estrattive (un processo sovraordinato dal Piae, strumento redatto dall'Ente provinciale che poi viene recepito dai singoli Comuni), costringendo le imprese piacentine all'espatrio per adempiere al loro fabbisogno. Poco male, dunque, il rinvio di un'altra settimana.
Ma ha far discutere è stata una sorta di "forzatura normativa", che l'assessore Pierangelo Carbone ha messo in campo tra le novità di questo nuovo Pae, un'operazione che ricorda il trasloco degli sfasciacarrozze da via del Pontiere. «Tra i paletti messi nel Pae - ha spiegato durante la presentazione Carbone - ce n'è uno che impone, entro settembre 2008, di togliere gli impianti fissi di estrazione dall'alveo del Po; un attività che riteniamo incompatibile in quanto le attività estrattive in alveo sono congelate e non c'è un Polo di estrazione da giustificarle, dovremo considerare anche l'impatto occupazionale ma secondo i tecnici possiamo fare un'azione di questo tipo».
Ma per altri, questa, è «una norma che potrebbe portare contenziosi all'amministrazione - come per Giuseppe Caruso di Alleanza nazionale - in contrasto con l'articolo 57 del Piae».
«Qui si tratta di fare una scelta politica - è intervenuto il diessino Carlo Berra - sono venti anni che l'estrazione nell'alveo del Po non è permessa ma viene fatta ugualmente. Questa amministrazione sta facendo una scelta coraggiosa».
Tra gli altri paletti immessi dal Pae in adozione, «una viabilità dedicata all'attività estrattiva dei mezzi pesanti, che non si sovrapponga alla rete comunale» inoltre durante una riunione presso la Consulta ambiente tra il Consorzio dei cavatori, amministrazione e associazioni «si è concordato che il parco mezzi utilizzato deve essere poco inquinante, con motori Euro 3 o 4» ha spiegato Carbone.
E' al vaglio, all'interno dell'iter per la realizzazione del Parco del basso Trebbia, una richiesta di legare "economicamente" i due progetti: con i ricavi delle estrazioni provvedere alla realizzazione, man mano, del Parco.
E per capire su che cifre si gioca la partita (ricordando che gli oneri di scavo ammontano a circa 0,50 centesimi di euro ma che sono vincolati per il ripristino ambientale dei siti, ndr) Carbone ha spiegato che «sono programmate cave di sabbia a Mortizza, tra podere Stanga e Ca' Morta, e due cave di ghiaia in Trebbia e in Nure. In tutto sono 3 milioni di metri cubi, ma ci teniamo come riserva per opere di pubblica utilità altri 150mila metri cubi». Mattia Motta, Libertà del 31 gennaio 2007
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