Un incontro urgente a Roma col ministro Mariastella Gelmini e con il suo staff di collaboratori. Lo ha chiesto al Miur il neo presidente del Conservatorio "Nicolini" di Piacenza, Daniele Cassamagnaghi, che nei prossimi giorni sarà dunque a Roma per far presente ai massimi livelli ministeriali la situazione che attraversa il Nicolini: straordinaria istituzione di formazione e di cultura, nelle cui aule transitano allievi da tutto il mondo, ma che per gravi problemi strutturali è aperto a metà, constringendo all'esterno parte delle attività. Uno stop (è chiuso il civico 37 del Conservatorio Nicolini) che dura ormai da novembre 2009, e che resterà anche se nei prossimi giorni partirà all'interno una veloce opera di bonifica di vecchi materiali da cantine, sotterranei e magazzini.
«Al di là della diatriba già lungamente consumatasi su chi è il proprietario dell'immobile in via santa Franca - esordisce il neo presidente Cassamagnaghi - è un fatto che il Conservatorio Nicolini è equiparabile ad un'università, e le competenze ad intervenire sono anche del Miur: per questo ho chiesto un incontro col ministro Mariastella Gelmini e con la Direzione generale per l'alta formazione artistica, musicale e coreutica. Mi attendo infatti che oltre alle buone intenzioni anche il Ministero possa fare la sua parte nell'intervento necessario a riqualificare il nostro Conservatorio».
Nei prossimi giorni, il 29 aprile, il presidente Cassamagnaghi dovrebbe riferire circa la situazione degli immobili di via santa Franca al Consiglio dei docenti del Nicolini. Come già riferito, resta chiuso da oltre un anno e mezzo il civico 37, che solo da poco tempo si è appreso essere vincolato dalla Soprintendenza. Il nuovo progetto di recupero, redatto dai tecnici della Provincia, ha visto lievitare incredibilmente i costi rispetto alle più rosee previsioni, che invece stimavano attorno al milione di euro l'importo dell'intervento risolutivo.
Al contrario, la notizia che per restituire allo splendore e anche alla più piena funzionalità il Conservatorio di Piacenza occorreranno ben 2,5 milioni di euro, ha fatto impallidire anche coloro che erano più ottimisti. Di certo c'è stato che uno dei due progetti di recupero è uscito definitivamente di scena. Si tratta cioè di quell'ipotesi, su cui un anno fa il Cda del Nicolini si era espresso in via ufficiosa più favorevolmente, che avrebbe visto la demolizione completa della parte dell'immobile oggi ammalorata ed una sua ricostruzione ex novo. Soluzione che avrebbe consentito di estendere gli spazi a disposizione per le attività grazie al rinvenimento di nuove soluzioni architettoniche. A fianco di questo preliminare progetto di intervento (del costo orientativo di 1 milione di euro) ne era stato suggerito un secondo, alternativo, che invece avrebbe recuperato l'immobile senza l'abbattimento. Un secondo progetto di recupero, in verità, accolto più tiepidamente dagli addetti ai lavori anche se, presumibilmente, più economico del primo. Ma le ultime novità registrate hanno imposto da subito un cambio di passo, tanto da inserire nel piano di interventi anche un incontro col ministro Gelmini. Novità introdotte dal sopralluogo della Soprintendenza, che a marzo era intervenuta a Piacenza, in via Santa Franca. La stessa Soprintendenza aveva opposto che il vincolo architettonico esistente sul civico 35 era presente anche sul civico 37. Sbarrando di fatto la strada a qualsiasi demolizione, dato che l'edificio, nel recupero, non dovrà vedersi spostata neppure una finestra. «Nei piani, per far fronte all'impegno- si è limitato a considerare - c'è anche un'apertura ai privati e alle realtà imprenditoriali del territorio, i contatti con varie realtà imprenditoriali sono in corso», si limita a considerare Cassamagnaghi.
Simona Segalini LIBERTA' 27/04/2011
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