dal "Protagora" di Platone.
Dacché l'uomo fu partecipe di una prerogativa divina, anzitutto, per la sua parentela con il Dio, unico fra gli esseri viventi credette negli dèi e mise mano a costruire altari e statue divine ; poi ben presto, grazie alla sua tecnica, cominciò ad articolare voce e parole, e inventò abitazioni, vesti, calzari, giacigli e il modo di nutrirsi della terra.
Così provvisti, dunque, all'inizio gli uomini vivevano sparsi e non vi erano città ; pertanto cadevano vittima delle fiere poichè erano in tutto e per tutto piu' deboli di quelle, e la loro capacità pratica era sì una risorsa adeguata a procurarsi il cibo, ma insufficiente per la guerra contro le fiere; infatti non possedevano ancora l'arte della politica, di cui l'arte della guerra è parte.
Cercavano allora di radunarsi e mettersi in salvo fondando città ; ma una volta riuniti, commettevano ingiustizie gli uni verso gli altri perchè non possedevano l'arte della politica : in tal modo tornavano a disperdersi e perivano.
Allora Zeus, nel timore che la nostra specie andasse interamente distrutta, mandò Ermes a portare agli uomini il rispetto e la giustizia perchè fossero nelle città principi ordinatori e legami unificanti di amicizia.
----------------- Breve commento di Filiberto Putzu : Quesa è stata la prova di greco destinata ai licei classici all'esame di maturità del 17/6/2004. Interessante in un'epoca come la nostra di postpolitica e addirittura di antipolitica !! Nel brano si sottolinea che "rispetto e giustizia vanno distribuiti a tutti gli uomini", indicando in tal modo la natura aperta e partecipativa della democrazia.
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