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galleria immagini  Il laser riporterà in vita i Buddha di Bamiyan
 
Il Grande Buddha (1)  (2)  (3)  (4)
Il Grande Buddha (pic 1) (pic 2) (pic 3) (pic 4)
Le due statue dei Buddha di Bamiyan distrutte dai talebani nel 2001 torneranno presto al loro antico splendore.
Saranno il talento e l'ingegno dell'artista giapponese Hiro Yamagata a restituire al mondo i due enormi tesori archeologici, anche se in una forma un po' particolare.
Dal suo studio californiano, Yamagata ha infatti annunciato l'originale progetto con cui commemorerà le due opere millenarie: attraverso una tecnologia laser, le immagini originali dei Buddha saranno proiettate sulla grande parete di roccia che sovrasta Bamiyan, esattamente lì dove si trovavano prima che i guerriglieri afghani li facessero scomparire dietro a una densa nuvola di polvere e fumo.

«Sarà una splendida opera d'arte», ha dichiarato l'artista, sottolineando che il suo gesto non ha nulla a che fare con politica o religione, ma solamente con l'arte, appunto.
Così, un sofisticato sistema di raggi laser proietterà sulla pietra centinaia di immagini che non solo riprodurranno le fattezze dei Buddha in tutta la loro maestosità, ma darà loro la vita attraverso continui cambiamenti di forma e colore.
L'energia elettrica necessaria ad alimentare il tutto sarà prodotta attraverso pannelli solari e mulini a vento, che saranno in grado di rifornire anche i villaggi delle aree circostanti.

Le enormi statue furono costruite tra il 200 e il 700 D.C. dai monaci buddhisti, ed erano il monumento che meglio testimoniava la storia dell'Afghanistan pre-islamico.

Quando 4 anni fa gli estremisti islamici al potere a Kabul annunciarono l'abbattimento delle opere d'arte - in quanto considerate «idoli pericolosi» - il mondo intero lanciò condanne durissime, e numerose furono anche le critiche negli stessi Paesi islamici.

Ora il governo afghano ha approvato il progetto di Yamagata, previo nulla osta dell'Unesco, e a partire dal giugno 2007 (data in cui il progetto dovrebbe essere portato a termine) la vallata di Bamiyan tornerà ad avere le sue splendide opere d'arte, anche se solamente nelle notti di tutte le domeniche, per un periodo di tempo indefinito.
Si stima che il costo dell'iniziativa si aggirerà attorno ai 9 milioni di dollari, e a quanto pare l'ideatore ha avviato da tempo la raccolta fondi.
Alessandra Carboni, Corriere della Sera del 9/8/2005




Nei primi secoli dell'era cristiana, il territorio dell'Afganistan orientale era pieno di monasteri buddisti attivi, di monaci e stupas.
In questo ricco e pacifico clima emerse una nuova forma di arte: l'arte di Gandhara che prese nome dalla regione in cui apparve.
L'origine di questo stile artistico è ancora materia di dibattito tra gli studiosi, sebbene sia evidente che l'influenza ellenistica sia stata determinante.
In questo periodo nacquero le prime rappresentazioni umane del Buddha.
Alcuni studiosi come A. Foucher, ipotizzarono che questa trasformazione fosse nata sotto l'influenza di esempi tratti dalla religione Greco-romana, sebbene questa ipotesi sia ancora non certa.
In questo clima di ricchezza di ispirazione, due capolavori emersero sopra tutte le altre opere d'arte, i Budda di Bamiyan.
Queste due statue giganti (alte rispettivamente 53 e 38 metri) si ergevano nella bellissima valle di Bamiyan situata a 230 Km a nord-ovest di Kabul ad una altitudine di circa 2500 metri.
Le carovane che percorrevano la Via della Seta si fermavano invariabilmente in questo luogo. Questo dunque era uno dei maggiori centri buddisti a partire da II secolo d.C. fino all'avvento della religione islamica nel IX secolo d.C.
Le due statue furono interamente scolpite nella parete di roccia ( la datazione varia dal IV al V secolo d.C.).
Esse furono ricoperte con un miscuglio di fango e paglia per modellare l'espressione della faccia, le mani e il panneggio delle vesti.
Furono poi intonacate e finalmente dipinte: in blu il Budda piccolo e in rosso quello grande con le mani e il volto dorati
Deve essere stato veramente impressionante per i monaci che viaggiavano attraverso la valle trovarsi di fronte le gigantesche statue di Budda facenti il tipico gesto (mudra) che significa rassicurazione.









Categoria
 :.  ARTE




pubblicazione: 09/08/2005



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