«Negli anni 2005 e 2006 migliaia di tonnellate di rifiuti speciali (assimilabili), ma anche rifiuti urbani provenienti da altri territori sono transitati presso le strutture di Enìa a Piacenza. Transitati per fare cosa?»
Se lo chiede Legambiente (rappresentata a Piacenza da Laura Chiappa) che, in una nota, osserva come i problemi collegati con lo smaltimento dei rifiuti, ulteriormente venuti alla ribalta con la richiesta del sindaco Reggi alla Provincia di aumentare la portata dell'impianto da 120.000 a 136.000 tonnellate annue, «si arricchiscano di nuovi particolari che rendono ancor più complicata una vicenda non chiara e trasparente».
«Difficile capire - sostiene Legambiente - il senso di una quantità di rifiuti che viene importata per poter poi essere trasferita in altri luoghi di smaltimento siano essi inceneritori o discariche! In ogni caso sono parte consistente di quei rifiuti esportati e per i quali si richiede, da alcuni, l'aumento della potenzialità dell'inceneritore! Più comprensibile è che questi rifiuti siano stati bruciati nell'impianto di Borgoforte. Ma, in questo caso, saremmo di fronte ad un fatto estremamente grave non tanto per la quantità di rifiuti smaltiti, ma perché il Piano provinciale dei rifiuti e l'autorizzazione concessa prevedono che l'impianto di Borgoforte sia esclusivamente al servizio di rifiuti solidi urbani, assimilati ed assimilabili provenienti dalla provincia di Piacenza escludendo apporti esterni».
«Da tutto ciò - accusa Legambiente - si evince l'assoluta mancanza di trasparenza nella gestione dei rifiuti assimilati ed assimilabili. Infatti, al di là degli interessati pronunciamenti di nuovi e vecchi amministratori, politici e giuristi quello che è chiaro è che la quantità di rifiuti trasferita fuori provincia è interamente composta da rifiuti "speciali", i cosiddetti assimilabili, provenienti dalle attività produttive e che vengono inseriti nella quantità da smaltire nell'impianto di Borgoforte destinato ai rifiuti solidi urbani e non a quelli "speciali". Non siamo a conoscenza di quali interessi diretti o indiretti sottostanno a questa operazione, quello che è certo è che correttezza e trasparenza non sono di casa in Enìa che si continua a dimostrare una azienda il cui fine è quello di produrre utili per gli azionisti, ma non svolgere il servizio pubblico a cui primariamente dovrebbe tendere».
L'"operazione trasparenza" era stata richiesta oltre un mese fa dall'avvocato Umberto Fantigrossi, appartenente alla stessa Legambiente. «È indispensabile avere le informazioni sul quantitativo di rifiuti speciali che vengono trattati negli impianti piacentini - auspica Fantigrossi -, se si trattasse di quantitativi significativi occorrerebbe intervenire per ridurre gli oneri impropri che si trasferiscono in questo modo sui cittadini. Sono in gioco anche aspetti ambientali e sanitari trattandosi di rifiuti maggiormente inquinanti».
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