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Il FUTURO di Piacenza

Per rilanciare l'occupazione, di Carlo Merli

Il primo trimestre del 2004 si è chiuso, per Piacenza, con una buona notizia e una cattiva notizia.
La cattiva è che l'occupazione nel settore industriale è calata (un po' di più che nel resto dell'Emilia-Romagna) rispetto all'analogo periodo del 2003.
La buona notizia è che, finalmente, decollerà il laboratorio per le macchine utensili e i sistemi di produzione (MUSP), promosso dal Politecnico di Milano.
Michele Monno, padre dell'idea, parlando dei benefici potenziali del laboratorio ha auspicato che Piacenza "possa diventare la città della meccanica avanzata in Italia, così come Torino è la città dell'auto".
Questo è un obiettivo ambizioso, ma, a mio parere, fondato su opportunità reali e peculiari del nostro territorio.
In primo luogo, Piacenza e la sua provincia possono ancora vantare un gruppo significativo di Aziende nel settore della meccanica avanzata, pensiamo a Schiavi, Mandelli, Jobs, Nordmeccanica, MCM.
Queste aziende hanno sviluppato e mantenuto un bacino di competenze professionali di alto livello, pur vivendo (da ormai un decennio) un processo di acquisizione della proprietà aziendale da parte di Gruppi industriali non locali, italiani e stranieri, e in parallelo una contrazione della base produttiva e della forza lavoro.
Consideriamo, poi, le caratteristiche fondamentali che queste Aziende (peraltro, in analogia con una tendenza generale di settore) hanno assunto: - spiccata "immaterialità" dei fattori che rendono competitivo il prodotto.
In altri termini, per costruire e vendere una macchina utensile, un sistema di produzione, un robot di assemblaggio, una macchina da stampa flessografica, etc. contano sempre più il software di controllo... .

Contano la gestione dei dati operativi, la conoscenza delle specifiche di lavorazione, e sempre meno le caratteristiche fisiche e meccaniche dei moduli che formano la macchina - Forte "de-verticalizzazione" , cioè la progressiva cessione, a fornitori esterni, della produzione dei componenti delle macchine, e la concentrazione del processo aziendale sull'assemblaggio finale e sul collaudo pre-vendita.
- Importanza assolutamente strategica di una corretta gestione della cosiddetta "catena del valore", cioè dei costi e della qualità degli approvvigionamenti, dei servizi amministrativo-finanziarii, della logistica.
Parliamo, quindi, di aziende che vivono su un grado elevato di conoscenza specialistica e che sono strettamente dipendenti dalla disponibilità di servizi qualificati, in particolare nel campo logistico, nel contesto economico nel quale sono collocate.
Se teniamo conto delle prospettive di Piacenza nel campo della logistica (creazione di un polo della logistica "a valore aggiunto" a Le Mose, con l'arrivo di grandi operatori logistici internazionali e, contemporaneamente, la crescita degli operatori locali; avviamento dell'Istituto Regionale dei Trasporti e della Logistica -ITL), ritengo che le ambizioni del MUSP si possano innestare in una scommessa formidabile per il nostro sistema economico: la creazione di un "distretto logistico della meccanica avanzata" nella provincia di Piacenza.
Ciò avrebbe aspetti e ricadute estremamente rilevanti:
- le nostre aziende di meccanica avanzata potrebbero confermare e semmai consolidare la propria presenza (e il livello occupazionale) nel territorio, grazie alla riduzione dei costi logistici della propria "catena del valore" ottenibili attraverso la stretta collaborazione con le imprese di logistica del distretto;
- le imprese di logistica, dal canto loro, avrebbero una grande occasione di crescita e di formazione di personale qualificato, specializzandosi nella gestione esternalizzata (in outsourcing) del processo logistico della meccanica avanzata; tra l'altro, queste competenze risulterebbero rivendibili anche ad aziende del settore non insediate attualmente nel nostro territorio;
- Piacenza potrebbe diventare un polo di ricerca e sviluppo di rilevanza europea, combinando la presenza e le potenzialità del MUSP e di ITL (che vivranno almeno inizialmente sotto lo stesso tetto, quello di Piacenza Expo), entrambi, tra l'altro, espressione diretta del polo universitario piacentino; in questa logica, come Vice-Presidente di ITL, mi auguro anche che la Fondazione di Piacenza e Vigevano vorrà dimostrare verso questo Istituto una disponibilità al sostegno finanziario paragonabile a quella concessa al MUSP.
Questa idea di distretto trae utili indicazioni anche da una recente analisi, apparsa sul Sole-24.
I distretti italiani sono, in termini complessivi, da almeno due-tre anni in affanno sulla produzione di reddito e sulle esportazioni; tuttavia, questo dato globale ha sfaccettature molto diverse al proprio interno; sono, infatti, in seria crisi i distretti a matrice più "artigianale" (le scarpe di Monsummano, la concia di Arzignano, l'oreficeria di Valenza o di Arezzo) mentre crescono i distretti ad alto contenuto di tecnologia e innovazione (come l'Etna Valley o gli apparecchi medicali di Mirandola): in quest'ultimo filone si inserirebbe, appunto, il nostro distretto meccatronico-logistico.
Carlo Merli



pubblicazione: 17/04/2004
aggiornamento: 30/05/2005

Palazzo Gotico, Piacenza 2650
Palazzo Gotico, Piacenza

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