di MARCELLO POLLASTRI
Un paio di settimane di ferie a godersi l’aria salubre delle montagne valdostane, staccando momentaneamente la spina dalle ormai consuete battaglie di Palazzo Madama e dagli strascichi delle elezioni amministrative. Una boccata d’ossigeno prima di tuffarsi nell’apnea congressuale del partito.
Da Cogne (gradevolissima località di villeggiatura al di là della cronaca nera), il senatore Giampaolo Bettamio, coordinatore regionale di Forza Italia, detta l’agenda di un autunno che a Piacenza si preannuncia particolarmente caldo.
Una stagione dalla quale il partito «dovrà uscire profondamente rinnovato nei quadri del partito e conscio della propria consistenza».
Le tappe sono ormai fissate: tra il 16 e il 20 settembre dovranno consumarsi tutti i congressi delle singole federazioni provinciali; entro metà ottobre si terrà il congresso comunale; il percorso culminerà entro la fine dello stesso mese, al massimo entro la prima settimana di novembre, nel congresso provinciale con l’elezione del coordinatore e del direttivo.
Per la maggior parte dei militanti, sia dirigenti che base, un’occasione per voltare pagina dopo la cocente delusione maturata nelle elezioni comunali. «Proprio l’esito della consultazione ha dato una sferzata al partito - analizza Bettamio - ha convinto tutti che è giunto il momento di un rinnovamento dei quadri del partito. So che già ora sono in corso contatti tra vari esponenti orientati a mettersi d’accordo per apportare un cambiamento significativo nella struttura. Si susseguono incontri, ci si ascolta a vicenda; sono a conoscenza, per esempio, di un grande fermento anche da parte dei giovani e delle donne, risorse assolutamente da valorizzare nell’immediato futuro.
A Piacenza si respira questa grande voglia di cambiamento, per questo sono molto ottimista per il futuro». Un cambiamento drastico a livello di quadri e nella linea del partito, ma niente preclusioni nei confronti di chiunque volesse spendere la propria candidatura. «C’è spazio per tutti. Non si vuole mettere in discussione nessuno. Sarà l’occasione per confrontarsi e per fare delle riflessioni approfondite partendo dalla ferma volontà di cambiare manifestata un po’ da tutti». Se per ottenere l’effetto si dovrà passare da un congresso unitario, come molti auspicano, o basato sul confronto tra più visioni, Bettamio è chiaro: «Il confronto si può fare prima, ma anche durante il dibattito congressuale. Il numero delle candidature è irrilevante. Ma ritengo che una sola candidatura sia segnale di ipocrisia».
E proprio circa le candidature nel sottobosco azzurro inizia a muoversi qualcosa, ma guai ad abbozzare in questa fase qualche nome: «Non faccio nomi e non ho preferenze precostituite in questa fase in cui non si discute ancora di programmi, sarebbe un’invasione di campo non giustificata. Quando usciranno le candidature quello che potrò fare è prenderle in esame, vagliarle e al massimo consigliare: quello che mi preme è che esca un nome spendibile». Il coordinatore traccia una bozza dell’identikit del futuro coordinatore provinciale: «A Forza Italia serve un uomo con una certa esperienza amministrativa, ben conosciuto, stimato, che goda della fiducia degli iscritti, che abbia tempo, una persona che sappia cos’è un partito e cosa significhi guidarlo».
Bettamio tocca anche l’argomento che ha innescato la polemica degli ultimi giorni nella Cdl, il partito unico. «Ha ragione Berlusconi: il partito unico è un progetto ambizioso, rappresenta il futuro. Ma non ha senso farlo se si è solo in due. Credo anch’io che in questo momento non ci siano le condizioni. Non vogliamo ripetere il “pasticciaccio” del Pd, ovvero la somma tra Ds e Dl. Si vede già: tutte quelle diatribe per chi lo guiderà prima ancora che si parli di programma. Forza Italia non può permettersi di ripetere questo errore. Il modello tedesco? Va bene in Germania, ma non è esportabile, sarebbe un terremoto per l’Italia di oggi. Credo che ci sia la necessità di finire la legislatura ancora con questa legge elettorale».
Qualche giorno fa Enrico Letta sul Foglio faceva le carte al sistema politico italiano. Secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio si andrà verso due blocchi: da una parte il Pd, dall’altra Forza Italia. «Forza Italia è il partito più moderno del sistema politico. Per questo dalla stagione congressuale dovrà uscire un partito consapevole della propria forza e della propria consistenza. Abbiamo il 30%: dobbiamo pertanto chiederci e riflettere sul fatto che si vincono le elezioni Politiche, ma poi si perdono quelle amministrative. Non si può sempre vivere sull’effetto trascinamento di Berlusconi. Per questo a Piacenza, come anche a Parma e Reggio - cioè le realtà che più mi interessano da vicino - si deve andare verso un rinnovamento dei quadri dirigenti».
Marcello Pollastri, La Cronaca del 7 agosto 2007
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