Piacenza: molti volti nuovi qualunque sia l'esito del ballottaggio
Quaranta i posti in consiglio comunale, più uno che spetta di diritto al sindaco.
Ma chi andrà a sedersi nell'aula di palazzo Mercanti? E che geografia politica avrà la nuova assemblea?
Sono le domande che più ricorrono in queste ore sia tra gli addetti ai lavori, ossia ceto politico e candidati-consiglieri in generale, sia nell'opinione pubblica, in quella parte almeno che si è appassionata all'esito della partita elettorale non solo relativamente al sindaco.
Dipende da chi vincerà il ballottaggio di domenica 10 giugno, è la più banale delle risposte, dalla coalizione che potrà così beneficiare del premio di maggioranza, ossia dei 24 seggi che danno un margine di tre voti (quattro tenendo conto anche del sindaco) rispetto al quorum minimo di 21. Per i perdenti non c'è invece che la consolazione dei 16 seggi che spettano alla opposizione, anzi, alle opposizioni tenendo conto pure delle liste rimaste escluse dal ballottaggio.
Toccherà, dunque, al centrodestra di Dario Squeri spartirsi il premio di maggioranza o al centrosinistra di Roberto Reggi?
Abbiamo provato a immaginare i due volti del consiglio comunale a seconda che vinca l'uno o l'altro degli sfidanti per la carica di sindaco, lo abbiamo fatto considerando che le coalizioni restino invariate, senza cioè che nessuno proceda ad apparentamenti con le liste tagliate fuori dal ballottaggio. Per cominciare a farci un'idea secondo i primi conteggi passibili peraltro di correzione.
Se vince Squeri In caso di vittoria di Squeri il gruppo della maggioranza con più consiglieri sarebbe Forza Italia che ne manderebbe in consiglio nove, e cioè, sulla base delle preferenze ottenute, Massimo Trespidi (611 preferenze), Andrea Pollastri, (408), Alessandro Ballerini (378), Filiberto Putzu (268), Carlo Mazzoni (216), Luigi Salice (214), Maria Lucia Girometta (205), Giovanni Botti (177), Massimo Burgazzi (166). I primi sette sono consiglieri comunali uscenti, Botti sarebbe una new entry, mentre per Burgazzi si tratterebbe di un ritorno essendo stato in aula sia dal '94 al '98 (consigliere di opposizione), sia dal '98 al 2002 (capogruppo forzista). Piacenza Libera avrebbe sei consiglieri: gli uscenti Carlo Mazza (412) e Antonio Levoni (200) e i debuttanti Gianluca Ceccarelli (191), Stefano Frontini (170, presidente uscente del Quartiere 3), Maurizio Botti, Alessandro Cavanna. Terza forza della maggioranza sarebbe Alleanza Nazionale, con 5 seggi occupati dai tre uscenti Andrea Paparo (543), Marco Tassi (481), Giuseppe Caruso (161), e dalle new entry Marco Civardi (160) e Filippo Bertolini (154). Tre posti invece per la Lega Nord, con il senatore Massimo Polledri (450), il debuttante Giampiero Maggi (138), e il consigliere uscente Paolo Mancioppi. Un seggio infine scatterebbe per la lista composta da Dc per le autonomie e Pensionati emiliani che andrebbe ad Antonio Andreotti (23). I 16 posti riservati alle minoranze avrebbero invece questa configurazione: uno andrebbe di diritto al candidato sindaco del centrosinistra, Reggi, sconfitto al ballottaggio, poi la squadra dell'Ulivo con nove seggi: un po' di assessori uscenti come Francesco Cacciatore (369), Giovanna Calciati (258), Ernesto Carini (235), Paolo Dosi (206), di consiglieri uscenti come Claudio Ferrari (294) e Benedetto Ricciardi, di new entry quali Gianpaolo Crespoli (233), ex sindaco di Gragnano e attuale vicepresidente delle Autostrade Centropadane, Giulia Piroli (220) e Christian Fiazza (204). Quattro posti alla civica Per Piacenza con Reggi con l'assessore uscente Anna Maria Fellegara (195), il consigliere uscente Edoardo Piazza (165) e i debuttanti Roberto Colla (206) e Lorenzo Gattoni (175). Un seggio anche per Rifondazione comunista che manderebbe in aula l'assessore uscente Ignazio Brambati (95), così come per Gianni D'Amo, il candidato-sindaco di Alleanza per Piacenza e Cittàcomune. Riassumendo, molte riconferme e 16 volti nuovi, circa il 40% del totale, mentre è bassina la componente femminile: solo quattro donne, cioè Girometta per la maggioranza e Calciati, Piroli e Fellegara per la minoranza.
Se vince Reggi Nel caso in cui vinca il sindaco uscente, la parte del leone in aula la farebbe la lista dell'Ulivo che porterebbe all'elezione ben 15 dei suoi. Ai nove visti sopra che entrerebbero anche in caso di sconfitta si aggiungerebbero i consiglieri uscenti Pierangelo Romersi (176) e Mario Bulla (150), i debuttanti Lodovico Albasi (165), Rino Curtoni (161) e Daniel Negri (146) nonché Stefano Perrucci (163) che già era stato in consiglio dal '94 al '98. Tirando le somme in casa del listone unico, gli eletti di estrazione ds sarebbero otto (Cacciatore, Calciati, Carini, Piroli, Ricciardi, Fiazza, Perrucci, Bulla), sei espressione della Margherita (Ferrari, Crespoli, Dosi, Romersi, Albasi, Negri) e uno in quota società civile (Curtoni). Seconda forza della maggioranza, con sette seggi, sarebbe la civica Per Piacenza con Reggi che ai quattro candidati che entrerebbero anche in caso di vittoria di Squeri, affiancherebbe gli esordienti Giovanni Castagnetti (158), Lucia Rocchi (147), Guglielmo Zucconi (134). Terzo e ultimo partito della maggioranza sarebbe Rifondazione comunista con due seggi: a Brambati si affiancherebbe la new entry Bruno Galvani (92). Passando alla minoranza, va riservato un posto i diritto al candidato sindaco del centrodestra Squeri che uscirebbe sconfitto dal ballottaggio, mentre la prima forza per numero di consiglieri sarebbe Forza Italia con sei (Trespidi, Pollastri, Ballerini, Putzu, Mazzoni, Salice). Quattro i rappresentanti della civica Piacenza Libera (Mazza, Levoni, Ceccarelli, Frontini), tre quelli di Alleanza nazionale (Paparo, Tassi, Caruso), uno per la Lega (Polledri). Spazio, infine, come nell'ipotesi di vittoria di Squeri, per il candidato a sindaco di Alleanza per Piacenza e Cittàcomune Gianno D'Amo. Facendo due conti, 17 i volti nuovi (anche in questo caso intorno al 40%) e la componente femminile che resta ai minimi termini con quattro sole donne elette.
Il caso D'Amo Riguardo a D'Amo, va annotato che secondo una particolare interpretazione della legge elettorale, non vedrebbe scattare alcun seggio in suo favore. Questo se i conteggi per la ripartizione dei posti in aula prendessero a riferimento le singole liste e non le coalizioni di liste quale è appunto il caso di D'Amo che è collegato a due simboli. Ragionando per coalizioni, invece il quorum per D'Amo risulta sia in caso di vittoria di Reggi sia di Squeri Gustavo Roccella
|