Bossi: "Così Gianfranco si suicida"
Le tensioni all’interno del Pdl, l’attacco a Fini sul voto agli immigrati («Ognuno è libero di suicidarsi come vuole», dice Bossi), la solidarietà a Berlusconi per la vicenda delle escort («Tutta opera della mafia») irrompono nella Festa dei popoli padani, aperta come ogni anno con la cerimonia del prelievo dell’acqua alle sorgenti del Po che domenica sarà poi versata nella laguna di Venezia.
Umberto Bossi, alle pendici del Monviso con Roberto Calderoli e il capogruppo alla Camera Roberto Cota dedica la tre giorni della festa padana alle gabbie salariali, «adesso che c’è il federalismo - promette - arriveremo a stipendi legati al costo della vita, diversi da regione a regione».
Ma sono le polemiche con Fini, la tensione tra il premier e il presidente della Camera e le inchieste di Bari a tenere banco.
Nei confronti di Fini, Bossi oscilla tra l’offerta di un ramoscello d’ulivo («al di là di quello che ha detto, è uno che mantiene i patti e sull’immigrazione c’è un patto stretto con un accordo elettorale») e nuovi attacchi: «Se li vuole, gli immigrati se li porti a casa sua. Non è tranquillizzante che nel governo ci sia chi vuole riempire il Paese di immigrati». Fino alle parole più forti, quando più a valle, a Paesana durante il comizio che chiude la prima giornata, Bossi risponde a una domanda fatta da una militante leghista tra il pubblico, «E Fini?». Lui ci pensa un attimo, «Lasciamo stare», poi attacca: «Ognuno è libero di suicidarsi come vuole - dice il leader della Lega Nord - ma Fini ha fatto la scelta sbagliata. Il voto agli immigrati non è quello che vuole la gente. E noi preferiamo stare con la gente».
Sulla vicenda delle escort Bossi chiama in causa le cosche: «C’entra la mafia, gliel’ho detto a Berlusconi, è la mafia che controlla le prostitute. E tutto il caso è stato messo in piedi dalla mafia per ritorsione contro questo governo che contro di lei ha varato leggi pesantissime».
(da La Stampa del 12/09/2009)
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