Paolo Dosi è etichettato come il bravo ragazzo che è diventato Sindaco. Tutto lavoro, casa e chiesa. Uno dei suoi slogan in campagna elettorale era "il sindaco buono".
Subito dopo la sua elezione, a giugno 2012 , Dosi non era partito benissimo con la tribolata costituzione della sua squadra di Giunta, cambiata nei nomi degli assessori nel giro di pochissimi giorni, dapprima con una "giunta dei veti" e poi con la cosiddetta "giunta bis" .
Era poi arrivata ad ottobre 2013 la sostituzione del segretario generale: Emilio Binini non andava bene, meglio Diana Rita Naverio.
A dicembre 2012, a sei mesi dall'insediamento, rispondendo a chi gli manifestava l'impressione di una Giunta immobile, quasi rassegnata al declino rispondeva : " Forse non abbiamo fatto provvedimenti eclatanti, che fanno notizia, ma tutti i giorni lavoriamo per tamponare pesanti emergenze, in mezzo a un quadro normativo che cambia continuamente e con un bilancio sempre più magro e complicato".
In sindaco sembrava prendere energia con la nomina di Renza Malchiodi comandante ad interim della Polizia Municipale. Poi ordinaria e scarna amministrazione fino alla riuscitissima 86a Adunata Nazionale degli Alpini del 12 maggio 2013. In quella occasione Piacenza sperimentava cosa significa essere città viva !!
A fine mese in occasione del bilancio amministrativo del primo anno, alle critiche della minoranza («inerzia» e «assenza di progettualità») la maggioranza di centrosinistra rispondeva esaltando la «forza tranquilla» dell'amministrazione Dosi.
All'incontro con la stampa il Sindaco diceva : "Da parte mia, ho un modo diverso di gestire la situazione amministrativa per esempio rispetto a Roberto Reggi" , come dire quello era una spider, io sono un diesel che va piano ma non si ferma e arriva ugualmente.
Seguiva la nomina di Barbara Zanardi nel Cda di Iren. In quel frangente Dosi si manifestava improvvisamente decisionista, rispondendo a muso duro alle polemiche interne al Partito Democratico che gli contestava la scelta.
Poi sostanzialmente il nulla, con l'intermezzo del Festival del Diritto del settembre 2013. Scomparsi completamente dall'agenda di governo gli argomenti di sviluppo e progettualità....
Ad ottobre, prima del Congresso Provinciale del Partito Democratico, Paolo Dosi - che sosteneva la candidatura del renziano Gianluigi Molinari (poi risultato vittorioso)- lamentava : «All'interno della giunta ci sono quattro assessori fortemente impegnati a sostenere la candidatura diversa dalla mia, con una posizione che qualche imbarazzo me lo crea». Ed iniziavano le prime crepe in Giunta e nel partito....
Nel frattempo sempre piu' consistenti si facevano le voci di corridoio che parlavano di un forte condizionamento sulle scelte e sul suo operato da parte dell'amico ex sindaco Roberto Reggi. Quest'ultimo dopo il risultato delle Primarie del Pd (con Matteo Renzi mattatore anche a Piacenza con il 65%) dichiarava : "Renzi dovrà fare la rivoluzione e stimolare partito e governo ad agire con coraggio, la stessa cosa dobbiamo fare noi a Piacenza, non possiamo permetterci di galleggiare nella palude come si sta facendo, il Paese e Piacenza non lo meritano".
A dicembre 2013 Paolo Dosi dichiarava : "Manca l'idea di città ? Ci provo, ma non sono venditore di illusioni".
Immediatamente dopo, e siamo arrivati all'8 gennaio 2014 anche il segretario provinciale del Partito Democratico "tirava le orecchie " al sindaco dichiarando : "Caro Dosi, servono cambio di passo e scelte coraggiose !".
Ed immediato ecco allora arrivare il "rimpasto" di Giunta, giustificato dal Sindaco con la necessità di una maggiore unità : “La motivazione del percorso di revisione si riconduce alla necessità di conferire alla giunta una maggiore coesione finalizzata agli obiettivi contenuti nel programma”. Candidati al "siluramento", secondo notizie di stampa, gli assessori non di fede renziana : Cacciatore, Palladini, Romersi e Bisotti.
Ora una considerazione, in attesa degli incombenti eventi.
Paolo Dosi è veramente un bravo ragazzo tutto casa e chiesa, un po' timido, prudente e poco decisionista ? O invece Paolo Dosi è un Sindaco "di facciata" che deve fare o non fare quello che gli viene suggerito ? O infine Paolo Dosi potrebbe non essere come si è mostrato in campagna elettorale, e sotto sotto avere i cosiddetti "forti attributi" ?
In ogni caso finora il risultato delle tre ipotesi è che Piacenza si è fermata, senza un'idea forte di città e senza visione del futuro......povera Piacenza.
Associazione Piacenza Che Verrà Piacenza, 11 gennaio 2014
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