Contro Trenitalia pronti anche al blocco dei convogli
Pronti a entrare in stato di agitazione permanente dall'11 dicembre, data di esordio per il nuovo contestatissimo orario ferroviario, a intraprendere azioni legali contro gli enti che l'hanno sottoscritto, senza escludere la messa in atto di manifestazioni di protesta più eclatanti, come lo sciopero del biglietto e anche il blocco dei convogli, almeno nei casi in cui l'affollamento e lo stato di pulizia rendano impraticabili le carrozze.
Di certo loro a discutere con la Regione nel comitato paritetico di controllo non ci andranno, perché in questi mesi si sono soltanto sentiti «presi in giro». Sono i pendolari, più agguerriti che mai, che ieri hanno dato vita all'assemblea pubblica sotto il freddo capannone del deposito delle biciclette di piazzale Marconi. Oltre un centinaio le persone presenti, fra impiegati, studenti e liberi professionisti ogni giorno costretti a legare le proprie sorti a quelle di un treno. Tutti determinati a opporsi alla rivoluzione del servizio disposta da Trenitalia, che - ne sono certi - li penalizzerà. Non sono state decise le forme in cui si concretizzerà la protesta, rimandate a una riunione da tenersi la settimana prossima.
«L'importante sarà organizzare - hanno sottolineato sia Franco Trespidi consigliere dell'associazione, sia Gianni Cavinato dell'Associazione consumatori utenti - azioni collegiali.
Nell'incontro con le altre realtà organizzate degli utenti delle regioni del Nord Ovest, tenutosi sabato scorso a Voghera, si è deciso di proclamare lo stato di agitazione dall'11 dicembre, e il 20 è prevista una mobilitazione unitaria. Si moltiplicheranno le azioni legali contro il nuovo orario: stiamo valutando la possibilità di ricorrere al Tar e di citare Trenitalia davanti al giudice di pace, con l'intento di chiedere un rimborso da 500 euro a testa per disservizio permanente».
Anche le istituzioni locali nel mirino dei pendolari, che non nascondono il loro risentimento soprattutto verso l'assessore regionale Alfredo Peri: proprio oggi sarà di nuovo a Piacenza per incontrare i sindaci della Valdarda e della Valtidone. «Porteremo la protesta in consiglio comunale - è stato sostenuto - in concomitanza di una seduta». Più remote, anche se non del tutto scartate, soluzioni più drastiche, come lo sciopero del biglietto e il blocco dei treni, almeno quando ritardi e cancellazioni rendano inutilizzabili i convogli affollati.
Da registrare ieri anche la presa di posizione della consulta comunale mobilità, trasporto e pendolarismo, che si schiera a favore della protesta dei pendolari. «Si ritiene che l'entrata in vigore del nuovo piano - spiega una lettera firmata dal coordinatore Emilio Politi e dal segretario Ettore Bensi - che sostituisce diversi treni Interregionali con Intercity penalizzi enormemente le piccole stazioni che avranno meno treni a disposizione. La consulta invita il sindaco a sostenere in prima persona qualsiasi forma di protesta dei pendolari». Mauro Ferri, Libertà del 30 novembre 2005
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