Molte saracinesche abbassate in via Venti, via S.Antonino, sul Corso.
Musica, cabaret, ma anche fischi, baccano e cori di contestazione contro l'amministrazione comunale.
La classica ricetta dei Venerdì piacentini ieri si è arricchita di ingredienti inediti, nel corso della prima serata dell'edizione 2005. Come annunciato nei giorni scorsi, un folto gruppo di commercianti ha boicottato la kermesse estiva, organizzando la serrata dei negozi e un rumoroso corteo tra la gente: nel mirino il nuovo Piano urbano del traffico, accusato di limitare la circolazione veicolare senza predisporre l'incremento dei parcheggi.
Così il centro cittadino si è “spaccato” in due: con via XX Settembre, via S. Antonino, e anche il Corso Vittorio Emanuele, dove la maggior parte delle vetrine si sono abbuiate e le serrande sono rimaste abbassate; mentre sul versante di via Calzolai e piazza Borgo, hanno prevalso decisamente gli esercizi aperti.
Il corteo si è fatto largo in via XX Settembre tra una folla di cittadini, che hanno reagito con stupore e una certa indifferenza, per arrivare fin sotto a Palazzo Mercanti. Alcuni momenti di tensione fra gli stessi organizzatori hanno preceduto l'avvio della nutrita e fragorosa sfilata da piazza Duomo: i dissidi sembra che investano la costituzione del nuovo comitato degli esercenti, il cui presidente designato, Italo Testa, ieri era assente.
Circa 250 le persone in marcia, provviste di striscioni, fischi e qualche tamburo (“No parking? No people”; “Reggi dove sono i parcheggi?”), guidate dal vicepresidente della Circoscrizione 1 Mauro Saccardi e da Pasquale Tortora e scortate da un drappello di poliziotti.
In via XX Settembre sono stati sonoramente contestati i negozianti rimasti aperti, ma gli slogan non hanno assunto particolari coloriture politiche: al centro di molti cori, la parola “parcheggi”, invocati come una priorità assoluta per il centro cittadino.
«Questa amministrazione - ha affermato Saccardi - vuole fare morire il centro storico, chiudendo alle auto senza aver realizzato nulla di concreto in termini di nuovi posti macchina: la maggioranza dei commercianti sta dalla nostra parte, stasera lo si è visto».
Dopo l'ingresso del corteo in piazza Cavalli, si è aggiunto il presidente della Circoscrizione 1 Francesco Monica, ma non erano presenti altri esponenti dell'opposizione.
Sotto Palazzo Mercanti i commercianti hanno sostato alcune decine di minuti chiamando il sindaco Reggi, che un'ora prima era transitato per la piazza.
In sella alla bicicletta è arrivato invece l'assessore al Commercio Alberto Squeri, accolto con applausi e cori di apprezzamento del suo lavoro di mediazione. Imbarazzato, la sua replica è stata che «questo non è il modo migliore per cercare di riallacciare il dialogo».
Sotto gli occhi dei cittadini che nel frattempo hanno affollato la piazza, la manifestazione si è sciolta verso le 22 e 30.
Altri commercianti ieri sera hanno scelto di non aderire alla protesta: in via Calzolai c'è pure chi ha deciso di tenere aperto per la prima volta il proprio esercizio alla sera, per dissociarsi nettamente dalla contestazione. E' il caso di Tiziana Vigevani, che gestisce una panetteria: «Gli anni passati, in occasione dei Venerdì piacentini, avevo sempre chiuso il negozio, perché i nostri orari sono gravosi e vogliamo preservarci un po' di tempo libero. Stasera (ieri ndr) invece abbiamo deciso di aprire perché non condividiamo la protesta di chi ha promosso la serrata. Non credo inoltre che i problemi del commercio si risolvano con le manifestazioni: il punto vero è la qualità dell'offerta». Alma Tagliapietra, la presidentessa del comitato di via Calzolai, nettamente contraria al boicottaggio, ha denunciato la presenza di «pressioni e anche minacce rivolte ai negozianti per farli restare chiusi». Mauro Ferri
L'assessore Alberto Squeri censura i toni e dice :«Escludo un nuovo caso Gelmini»
(gu.ro.) «Squeri sindaco», gridavano i commercianti, quelli in corteo contro il Put. Uno slogan scandito a gran voce quando lui, in bici, ha fatto la sua comparsa sotto il municipio. Ma l'assessore al commercio, Albero Squeri appunto, il politico che i ribelli dei Venerdì Piacentini hanno eletto come loro interlocutore preferito nella querelle con il Comune sul piano traffico, non ha gradito più di tanto. «L'ho presa come una battuta, ci ho riso sopra». Piuttosto, aggiunge, «mi hanno infastidito» certi slogan contro il sindaco Roberto Reggi e contro l'altro assessore, Pierangelo Carbone, titolare della viabilità. Sono loro il bersaglio dei commercianti in rivolta, che li individuano come i falchi nella trattativa sul Put, quelli che chiudono gli spiragli che Squeri prova invece a tenere aperti. Ma è una lettura dei fatti da cui l'assessore al commercio prende le distanze: «Hanno ecceduto nei toni della protesta, hanno fatto accuse ingenerose verso la giunta, il sindaco e Carbone. Non si conduce così un confronto». Dopo ieri sera, dunque, «tutto è più difficile», secondo Squeri: «Una manifestazione sbagliata sicuramente non aiuta a riaprire dialoghi. Certo se volevano una visibilità mediatica l'hanno avuta». E tuttavia «spero che non si chiudano tutti gli spiragli, è già convocato un incontro per il 23 giugno». Ma anche l'opposizione si è buttata a capofitto nella polemica, leggendo nelle prese di posizione di Reggi e Squeri una distanza tale da far pensare a un nuovo caso Gelmini, a un nuovo assessore cioè in predicato di espulsione dalla giunta: «Assolutamente lo escludo, non ce n'è motivo», assicura Squeri, «sto solo cercando di aprire degli spazi di mediazione perché io faccio politica in questo modo senza rinunciare alle mie idee».
Cosa dice la gente
Serrande abbassate, luci spente nelle vetrine, arredate con i soli cartelli di protesta contro l'amministrazione comunale: non c'è che dire, la mobilitazione dei commercianti del centro è riuscita in pieno. Tutto intorno, intanto, il centro era affollato come era ovvio aspettarsi per l'atteso esordio stagionale dei “Venerdì aperti”. Tutto come previsto: bar strapieni (impossibile trovare un posto a sedere ai tavolini), strade invase dai “nottambuli dello shopping”, tanta voglia di vivere la città anche di sera, concerti e spettacoli praticamente in ogni angolo. C'è stato, però, qualcosa che stonava, in questa serata di un “Venerdì Piacentino” schizofrenico, con il corteo dei manifestanti a fare quasi da apripista alle majorettes e alla banda musicale che non ha rinunciato alla sua esibizione lungo via XX Settembre, mentre a due passi, in piazza Cavalli i commercianti “ribelli” urlavano contro il sindaco Reggi. Serrata riuscita, si diceva, se si vuole escludere l'irritazione e l'insofferenza che questa ha suscitato proprio nei piacentini. «Andiamo male: qua è tutto chiuso, e per il venerdì i negozi aperti ci vogliono - affermano Angelo e Chiara, incontrati in piazza Cavalli -. Capiamo le motivazioni dei commercianti, sono assolutamente condivisibili. Ma i Venerdì non si toccano».
«Queste liti tra comitati ed amministrazione non fanno bene alla città - aggiunge Anna Chiara -. Stasera c'è pieno di gente: segno di come ci sia il desiderio di iniziative di animazione».
Più duri i commenti di Gigi e Giulia: «Piacenza come al solito si distingue per le cose futili - sbottano -, nella vicina Parma la situazione è molto diversa. Per i commercianti sarebbe stato più conveniente tenere aperto il proprio negozio. Chiedono più parcheggi? Piacenza non è una metropoli, e il nostro centro è piccolissimo». «E poi - sottolinea Giulia - io faccio acquisti quando sono a piedi o in bicicletta, se sono in macchina non mi fermo di certo».
«Di che si lamentano? - commenta il signor Gaetano - Via XX Settembre è sempre piena di gente. E' stato sbagliato unire le due cose: le proteste per il Put vanno lasciate da parte, il Venerdì è un giorno di festa».
«In tutti i modi i Venerdì vanno bene, anche con questa manifestazione - sottolinea il signor Pino, mentre ormai il corteo è arrivato sotto palazzo Mercanti -. Cosa ne penso delle loro motivazioni? I commercianti, è logico, vorrebbero far parcheggiare davanti al loro negozio, ma è necessario pensare anche alla salute».
Le urla e fischi hanno ormai invaso la piazza, ma un signore esclama ad alta voce, incurante dei manifestanti : «Si devono vergognare, con l'euro si sono solo arricchiti. E adesso vogliono mettere gli interessi di bottega davanti alla salute». Paola Pinotti, Libertà 11/6/2005
|