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Hugh Hefner
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NEW YORK- Ottanta candeline sulla torta e, in regalo, 613 conigliette.
Giusto in tempo per il compleanno di Hugh Hefner, il 9 aprile la casa editrice di libri di architettura Taschen ha mandato in libreria 'The Playmate Book: sei Decenni di Centerfolds': un omaggio ampiamente illustrato al padre di Playboy, ma anche agli architettonici attributi delle sue ragazze copertina.
Il primo numero del mensile di di Hugh Hefner comparve nel dicembre 1953, giusto per Natale.
Avrebbe dovuto chiamarsi Stag Party (‘stag’ è il cervo maschio sinonimo di uomo maturo).
Ma poco prima dell’uscita Hefner si accorse che già esisteva un giornale di nome Stag.
E così scelse Playboy.
Pochi ricordano che la prima copertina di Playboy, era dedicata a Marilyn Monroe.
L'editore Hugh M. Hefner detto " Hef ", aveva 26 anni e leggenda vuole che impaginò quella cover esplosiva sul tavolo da cucina del suo appartamento di Chicago.
Fu un successo e la rivista andò a ruba.
Erano gli anni Cinquanta, i più belli, sereni, ricchi e gaudenti della middle class americana.
Il maccartismo non era del tutto finito. Il puritanesimo e il razzismo avevano solide basi. Le donne sui giornali erano quelle laccatissime di Life, il mensile di Henry Luce, anche lui di Chicago come Hefner. Le donnine, le prime donnine castamente in bikini ridotto modello Hefner, scatenarono i benpensanti. Ma esplose anche la fantasia degli uomini americani, in borghese e in divisa. Eravamo in piena guerra fredda. Dilagava l’ansia del conflitto nucleare, ma c’era la fila per vedere al cinema ‘I peccatori di Peyton Place’, film conturbante degli indimenticabili anni Cinquanta. Gli stessi anni di ‘Lolita’ e del rapporto Kinsey, relazione sul comportamento sessuale degli americani compilato da Alfred Kinsey, professore dell’università dell’Indiana. Sotto l’aria perbenista dei ‘Fifties’ covavano i processi trasgressivi che sarebbero esplosi nei ‘Sixties’, Playboy contribuì a spezzare molti tabù del puritanesimo, anche se Hugh Hefner proveniva da una famiglia discendente dai padri pellegrini. Mese dopo mese, tetta dopo tetta, Playboy diventò il mensile più diffuso d’America. Carta patinata, donne bellissime, la ragazza del mese, foto lunga tre pagine appesa sopra le brande dei ragazzi in Vietnam e nelle cabine di tutti i camion d’America.
Ma non solo sesso c’era su Playboy.
Anche inchieste giornalistiche coraggiose e storie raccontate da Truman Capote, Norman Mailer e Pamela Moore.
A metà degli anni Settanta, quelli del grande trionfo, Playboy arrivò a vendere 8 milioni di copie. Oggi il mensile è sceso a 3,2 milioni di copie in Usa alle quali si aggiungono altre 2 milioni di copie delle varie edizioni locali, compresa la russa e la cinese.
Playboy Enterprises è un impero multinazionale che guadagna 277,6 milioni di dollari all’anno al netto delle tasse.
Hugh Hefner non guida più il mensile.
Ha ceduto lo scettro alla figlia Christie, che ha cambiato il giornale.
Meno sesso, più reportage.
Ma il vecchio Hugh vigila sempre sul prodotto.
L’editore di Playboy vive tra Los Angeles e Chicago, ha sette fidanzate (una per ogni giorno della settimana, e tutte conigliette platinatissime dagli occhi grandi e della forme canoniche, barbie in puro stile playmate) e le carica tutte insieme sul suo aereo-letto che vola sopra le casette del Midwest.
Si veste ancora coi pigiami di velluto di seta (ne possiede un centinaio), beve solo Dom Pérignon e non gli piace parlare di politica fuori Washington.
"La vita va vissuta fno in fondo, ad ogni età. E' questo il messaggio che voglio trasmettere ai miei coetanei". Si considera qalcosa di più di un ediore, pensa a sè stesso come un sociologo, interprete dei tempi e dei canoni della bellezza .
In occasione dei 50 anni di Playboy (dicembre 2003), Hugh Hefner ha messo all'asta quadri, manoscritti, articoli e documenti personali ripescati dagli archivi del magazine per soli uomini, ricavando tre milioni di dollari.
Circa 18mila dollari li ha fruttati solo il ritratto in tolpless di Marilyn Monroe che nel 1953 divenne il paginone centrale della rivista.
Il pezzo che ha raggiunto la quotazione maggiore, 77mila dollari circa, è la Mercedes decappottabile appartenuta a Hefner.
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pubblicazione: 13/03/2006
aggiornamento: 12/12/2009
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