Reggi: la proposta avanzata esige però una valutazione economica
Dove c'è una proposta ce ne può stare un'altra, persino nella cura dei malati ogni opzione in più è una fonte di speranza, ricorda l'oncologo Luigi Cavanna. Sull'hospice, la casa d'accoglienza per malati in fasi acute, le polemiche politiche, delle quali si è avuto sentore in consiglio comunale, o certe rigidità non fanno presa, suonerebbero fuori luogo di fronte ad un tema in cui la pietà per la sofferenza è la sola bussola possibile.
E non poteva che finire che in un dialogo franco e aperto fra il sindaco Roberto Reggi e Anna Braghieri, presidente dell'Opera Pia Alberoni, l'offerta avanzata dall'istituzione caritativa di rendere disponibile palazzo "Portici" su via Emilia Pavese, a due passi dall'Università Cattolica.
«Incontrandoci ci siamo chiariti - spiega Reggi - la proposta è di conferire per trent'anni la struttura». Risanare il palazzo, vuoto da tempo, esige però qualche conto in più. «Ho chiesto di chiarire sia i costi di investimento per manutenzione straordinaria sia i prevedibili costi di gestione».
Reggi attende la formalizzazione della proposta scritta, i dettagli economico-finanziari, i contenuti sociali che rendano questa opportunità "aggiuntiva" rispetto a quanto già prospettato: la realizzazione dell'hospice ex novo nell'area comunale della Madonnina.
«Porterò al tavolo dell'hospice, entro novembre, la proposta, l'organismo ha già studiato il modello che vogliamo, è in corso un approfondimento per definire lo sbilancio».
Altri casi, sembrano indicare in valori su 300mila euro all'anno le perdite gestionali da coprire.
Le richieste del mondo del volontariato di avere voce in capitolo? «La Fondazione Hospice sarà aperta a quanti vorranno farne parte, non solo Comune, Provincia, Camera di Commercio, Fondazione, Lega Tumori, Diocesi, Caritas e i privati Confcooperative, Legacoop, Confindustria». Ben vengano nuovi apporti sui fondi, ma anche con risorse umane del volontariato. La prima convocazione del Tavolo riguarderà però i soggetti già coinvolti per valutare il piano economico, quella successiva si aprirà a tutte le voci.
Da parte sua, la presidente dell'Opera Pia, Anna Braghieri, ricorda che il pensiero sull'hospice non è nato ieri. «L'Opera Pia potrebbe usare altrimenti questo palazzo - avverte - ad esempio come alloggi per studenti e senza venderlo, in quella posizione la maniera di metterlo a reddito non è in discussione. Ma la nostra proposta è di offrirlo gratuitamente per un certo numero d'anni come una cosa bella, un luogo gradevole vicino all'università, per persone gravemente malate. Il nostro gesto ha un valore morale, è un segno di fiducia e di speranza su cui cerchiamo il consenso di tutti».
Ma ristrutturare potrebbe costare molto agli enti coinvolti, come rivela il progetto sfumato per il museo diocesano? In realtà, spiega Braghieri, quel progetto prevedeva spazi particolari per gli arazzi, aveva ben altro impatto economico.
Abbiamo chiesto una valutazione anche a Luigi Cavanna, primario di Onco-ematologia: «Se c'è una opzione in più sulla scelta del luogo, che valuteranno i depositari del progetto, come nella cura dei malati è qualcosa che ci dà speranza e garanzia. E' importante che l'hospice abbia del verde, richiamo alla vita, e sia facilmente raggiungibile da pazienti e famiglie, ben inserito nel contesto sociale». Del progetto bandiera più "votato" della comunità, Cavanna dice che c'è forte bisogno: l'hospice di Borgonovo non è funzionale alla città, troppo lontano per le famiglie. Patrizia Soffientini
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