L'annuncio di Ripa di Meana: fondi per 500mila euro.
Due cose s'imparano al convegno sull'assistenza oncologica: che non è il caso di parlare di malati terminali, la terminalità è un giudizio che nessun essere umano può emettere riferito a qualcun altro. E si scopre quanta passione, coraggio, umana pìetas, generosità vi sia nelle persone che operano a contatto con la terribile (non inguaribile) malattia. E s'è parlato di cure palliative, di spazi di intimità e di affettività per il malato. Detto questo, il convegno di ieri in Fondazione organizzato da Apl (Associazione Leucemia) e Amop (Associazione malato oncologico) ha riservato una buona notizia. Il manager Ausl, Francesco Ripa di Meana, ha annunciato un finanziamento di 500-600mila euro per l'Hospice dalla Regione. In un ricco parterre di esperti, non solo piacentini, che si sono alternati a parlare di umanizzazione delle cure, assistenza psicologica e cura dei sintomi debilitanti, estensione della rete domiciliare e capacità di creare qualità di vita fino all'ultimo respiro, è emerso con forza il messaggio comunicato da Maura Piergiorgi (Amop): «Trasmettere al malato sintonia, alleanza, speranza», nella consapevolezza che il tumore irrompe nelle esistenze con un «cambio di vita irreversibile» per chi ne è colpito e per la sua famiglia. Più volte è balzato sul proscenio del dibattito il tema dell'Hospice per malati gravi. Ripa di Meana, oltre a preannunciare l'arrivo di fondi da Bologna, ha sottolineato che questa struttura non dovrà essere un «reparto per moribondi». Intanto a Borgonovo l'Andreoli sta creando un suo Hospice («bisognerà guardarci dentro per uniformare i parametri a quelli piacentini»). Bene le risorse per creare spazi vivibili, ma spetta «a città e provincia» convergere sull'Hospice. Par di capire che c'è bisogno di assistenza infermieristica, oltre che di volontariato e qui le istituzioni sono chiamate a spendersi. Di localizzazione non si è detto, ma si sente accennare alla riconversione della Clinica Belvedere, qualora si riuscisse a spostare la Geriatria da lì al Polichirurgico. Per il primario di oncologia-ematologia, Luigi Cavanna, che sull'Hospice ha sollecitato una pronta realizzazione («Se n'è parlato da troppo tempo, ora va fatto»), è essenziale l'atteggiamento di medici e infermieri: unire la ricerca ad un forte grado di umanità. «In Day Hospital - ha poi riassunto - abbiamo dal 2002 uno psicologo per i malati e da quest'anno anche per l'équipe sanitaria». I tumori da cui più si guarisce? «Leucemie, linfomi, tumori ai testicoli... e ogni sei mesi escono novità e farmaci importanti, il malato deve saperlo e combattere». Un intervento forte sull'Hospice arriva da Renzo Ruggerini, presidente Ucupad (associazione cure palliative). «Persino nell'Usl di Borgotaro l'Hospice c'è e funziona, noi a Piacenza siamo in ritardo, è grave non aver questa struttura». A Ruggerini è parso che l'Ausl tenda «a star alla finestra, ma sarebbe una gran bella cosa che si rimboccasse le maniche». Patrizia Soffientini
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