Bilancio a gonfie vele per Piacenza 74 e Valdarda
Numeri da capogiro per il network cooperativo nato fra Piacenza 74 e Valdarda. Il gruppo piacentino - principalmente costruisce e commercializza alloggi, unendo utenti e produzione lavoro - archivia un fatturato che supera i 32 milioni di euro e complessivamente utili per 2milioni e 200mila euro. Con una affidabilità alta in relazione ai parametri di Basilea 2 e con l'intenzione dichiarata di allargarsi già il prossimo anno ad un terzo e forse ad un quarto partner (alleanze naturali, fatte salve le reciproche convenienze, potrebbero stringersi con Eridana, la cooperativa di consumatori e la coop edile Ceap), il gruppo si presenta alla sua seconda assemblea congiunta di sabato prossimo al Castello di Rivalta come una realtà sempre più forte e radicata. Altri due numeri: 52 cantieri aperti in tutt'Italia e una base di 3mila soci, soprattutto afferenti alla cooperativa di abitanti. La formula del gruppo è una libera scelta di lavorare insieme, stringere parentele naturali già attive anche in passato, ma oggi sempre più strategiche.
Ne hanno parlato ieri al Grande Albergo Roma i due presidenti: Fabio Salotti (Piacenza 74) e Ivano Bertani (Val d'Arda). Al loro fianco: Cesare Nani, responsabile amministrativo di Val d'Arda, Anna Maria Bianchi, responsabile amministrativa di Piacenza 74, Monica Chierici, responsabile del controllo di gestione del gruppo, Giovanni Passera, direttore commerciale della Piacenza 74 e del gruppo, Loris Mezzadri, responsabile finanziario della Piacenza 74 e Lucilla Meneghelli, vice-presidente della Piacenza 74.
Una leva di grande rilievo è senz'altro la "carta di identità" che il gruppo può esibire al traguardo di Basilea 2, nel 2007, esemplificata in una torta al pan di Spagna che si è voluta simpaticamente condividere tra i presenti: si è puntato sul patrimonio netto, investibile direttamente, pari al 36 per cento, sui valori favorevoli delle attività e della passività a breve. Un ottimo stato di salute agli occhi del mondo creditizio che - come ha spiegato Mezzadri - potrebbe preludere a formule innovative, ad esempio quella di proporre ai soci dei finanziamenti, piccoli prestiti di uno o due anni, per realizzare migliori remunerazioni e su progetti precisi. In fondo si tratta di veri e propri private equity, dove un socio investitore concorre al generale potenziamento delle capacità finanziaria e gestionale, consentendo di catturare nuove opportunità. Guardando alle singole cooperative, ecco la fotografia.
Piacenza 74 Presenta un attivo di 1 milione e 800mila euro e un fatturato di 14 milioni e mezzo, con una crescita di ben il 72 per cento rispetto all'anno precedente. La coop ha consentito ai soci di ottenere alloggi a condizioni competitive: almeno il 20-30 per cento in meno rispetto a prezzi di mercato. Val d'Arda Conta un'attività svolta nel 2005 pari a 23,5 milioni di euro, una crescita del 10 per cento e un utile di circa 400mila euro che sale - incluse le società collegate - a 1milione e 400mila euro, pur in un contesto non facile vista la competitività degli appalti pubblici, un'edilizia commerciale quasi ferma e una terziaria e residenziale in flessione, oltre al costante aumento delle materie prime. Ma per il 2006 il bilancio preventivo punta in alto a 46 milioni di euro con un raddoppio dell'attività e una prospettiva di stabilizzarenel 2007 la produzione intorno ai 30-35 milioni. Positivi i rapporti intercorsi con altre realtà del mondo industriale piacentino, su varie partite: da Enìa a Piacenza Expo agli uffici comunali. i cantieri Sono ben 52 i cantieri aperti del gruppo, a Piacenza c'è l'intervento gigantesco (per 500 alloggi) nell'area ex Unicem, altri 150 alloggi da realizzare sull'ex Arbos in via Emilia Parmense, e ancora case a Pontenure (22 alloggi), Fiorenzuola (60), San Nicolò (50 alloggi a condizioni agevolate anche per gli affitti oggi particolarmente onerosi a Piacenza), poi si costruisce il centro commerciale di Montale. Ma sono in gestazione anche un centro commerciale a Verona, alloggi da Reggio Emilia a Caltanisetta a Napoli. Patrizia Soffientini
«Una città da ridisegnare» Tante idee in campo: dal Po alle aree militari
Oggi le gru sono al lavoro sulle aree industriali dismesse, in esecuzione del piano regolatore Anni 90, basti pensare all'ex fiera o all'area ex Unicem. Domani le aree di riqualificazione della città gestite nei piani strutturali comunali saranno quelle militari invece, finalmente libere, e tutto il grande comparto intorno al Po, la ribattezzata Baia di San Sisto, la chiesa del Carmine e i Pontieri, e l'area dei bastioni farnesiani nell'ex arsenale. Estensioni enormi, storicamente affascinanti, che stimolano un'idea di città vivibile, culturalmente più attiva, accogliente anche sotto il profilo turistico. «E perché non pensare anche di delocalizzare una centrale riconvertita, ma sempre inquinante e troppo vicina al centro cittadino?» azzarda Fabio Salotti, presidente della Piacenza '74, nel ripercorrere questi scenari urbani che impongono però di far crescere anche il partenariato pubblico-privato. Intanto, tenendo i piedi per terra, si punta alla formula adottata nel gruppo del trade-marketing, l'alleanza di chi produce e chi commercializza, sempre con spirito mutualistico e attenzione allo scenario sociale, come dimostrano i nuovi alloggi tra San Nicolò e Piacenza, a valori calmierati: una risposta anche al caro-affitto che affligge Piacenza. E in questo quadro, Piacenza 74 e Val d'Arda tengono ferma la barra della sostenibilità ambientale, è stato ribadito, non a caso dei venti progetti iscritti nel registro delle Cooperative sostenibili di Bologna, quattro sono piacentini, e anche la sostenibilità energetica si va affermando con sempre maggior forza nel modus operandi del gruppo, un valore significativo: l'ottimo standard di consumo contenuto a 70 kwh al metro quadro annui, come ha riferito la vice-presidente di Piacenza 74, Lucilla Meneghelli.
Intanto è stato presentato in Regione, insieme a poche altre cooperative, un progetto per l'abbattimento dell'inquinamento indoor, e in fase progettuale per contenere il radon nelle abitazioni. Dei vantaggi di abitare bene, ma anche garantiti sotto certi profili pratici, ha brevemente parlato Giovanni Passera, direttore commerciale della Piacenza 74, alludendo alla proposta da sottoporre ai soci una carta dei servizi che copra per esempio le manutenzioni del fabbricato («con aumenti generali di prezzo limitati all'1 per cento»).
Nell'intervento sul bilancio, che verrà proposto sabato mattina al Castello di Rivalta, lo slogan del gruppo è presto detto: "Piacenza torni a credere e a investire su se stessa", e questo equivale ad organizzare una risposta per gli abitanti e accrescere la qualità dell'accoglienza «perché i soci - s'è detto - non chiedono oggi solo case, ma anzitutto vivibilità ambientale».
Tante le idee. Per la città, si è già detto di una rinascita dell'area intorno al Po (dall'arredo alla previsione di poli culturali), con un filo rosso di congiungimento: una ciclopedonale nell'area monumentale che conduce al Po attraverso spazi di verde pubblico. Si vuol restituire il fiume ai suoi abitanti, tema che implica una visione nuova di tutta la città nord, specialmente in prossimità della chiesa di San Sisto. Ma non c'è solo la città. A Castellarquato si presenta l'opportunità di ridisegnare una nuova piazza San Carlo in sponda destra, ricollegabile al borgo attraverso un by-pass fruibile da biciclette e pedoni. A Fiorenzuola d'Arda con l'apertura della tangenziale in via di ultimazione, stanno per trovarsi intercluse le aree centrali dell'Agip e della Raggio di Sole, dopo la delocalizzazione degli impianti possono essere recuperate e valorizzate nel tessuto cittadino. Fondamentale, in queste partite, agire come si è fatto sull'asse di via Colombo a Piacenza, catturando risorse pubbliche e fondi strutturali. Le suggestioni urbanistiche lanciate dal gruppo guardano lontano: «Finalmente può decollare la conca di Isola Serafini per la navigabilità, ma che senso ha investire tanti milioni di euro se non si avvia fin da oggi il progetto di una baia turistica?».
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