L'onere finanziario per Enìa è ingentissimo, circa 320 milioni di euro, ma le garanzie per far sì che si riveli un buon investimento ci sono tutte.
Se ne è detto convinto Uris Cantarelli, l'amministratore delegato del polo multiutility nato dalla fusione tra Agac Reggio, Amps Parma, Tesa Piacenza, che ieri era a palazzo Mercanti per relazionare alla commissione consiliare sviluppo economico dell'affare Edison, ossia dell'ingresso di Enìa nel secondo produttore italiano di energia.
L'operazione sarà chiusa lunedì dal cda di Enìa. Sarà acquisito il 15% di Delmi, la società che condividerà al 50% coi francesi di Edf la proprietà di Transalpina d'Energia, che a sua volta detiene il 60% di Edison.
Delmi avrà come primo azionista Aem Milano (51%). Oltre a Enìa, della compagine fanno parte due multiutility come Sel di Bolzano (10%) e la trentina Dolomiti energia (10%) e tre soci finanziari, Banca popolare di Milano (5%) Fondazione Crt (5%), Mediobanca (4%).
Ma veniamo alle garanzie ottenute da Enìa, grazie alle quali l'affare è stato giudicato conveniente. Cantarelli, che aveva accanto il vicepresidente di Enìa Marco Elefanti, ha iniziato col ricordare come tra gli obiettivi della multiutility ci fosse fin dall'inizio l'individuazione di un partner industriale entro il 2005. Quanto all'onere finanziario (verrà acceso un mutuo decennale al tasso stimato del 3,5%), sarà coperto dalle sinergie industriali che si realizzeranno, anzitutto la garanzia di contare su forniture di energia (gas ed elettricità) da Edison a costi convenienti rispetto a quelli di mercato.
In concreto: il piano industriale prevede un rientro dal debito in 4-5 anni, con 13 milioni di euro di risparmi da qui al 2008, quando inizieranno a essere generati utili e a muoversi i dividendi.
Se tuttavia qualcosa dovesse andare storto e le previsioni favorevoli non rispettate, Enìa avrà aperta una doppia via di uscita: la possibilità dopo 3 o 5 anni di restituire ad Aem le sue quote in Delmi, vendendole a prezzi di mercato.
Altra garanzia per il polo emiliano: un esponente nel cda sia di Delmi sia di Edison ed eventuali operazioni societarie straordinarie non potranno passare senza il benestare dell'azionista emiliano.
Edison si è infine impegnata a destinare ai territori di Reggio, Parma e Piacenza investimenti (90 milioni di euro) e dividendi (24-25 milioni di euro) pari a quelli erogati negli ultimi esercizi dalle tre multiutility fusesi in Enìa.
Dai commissari dell'opposizione sono giunte richieste di indicazioni di maggiore concretezza sui benefici per la comunità piacentina.
«Saranno in termini di maggiori investimenti o di riduzione nelle tariffe dei rifiuti o un mix di entrambe le cose», senza contare «i maggiori dividendi» che entreranno nelle casse del Comune, ha risposto il sindaco Roberto Reggi.
Con questa operazione che vede Enìa al fianco di Aem Milano, ha considerato inoltre, «Piacenza diventa davvero cerniera tra il territorio emiliano e quello lombardo che è un auspicio spesso arrivato anche dall'opposizione».
Da annotare infine che è stato approvato all'unanimità un ordine del giorno del gruppo misto che chiede «adeguate ricadute» sulle tariffe dei servizi erogati.
---------------------------------------------- Breve commento di Filiberto Putzu : Ecco le 5 condizioni (riportate in una diapositiva proiettata in aula) che dovrebbero garantire l'investimento : 1) sinergie industriali a copertura degli oneri finanziari ; 2) eventuale rientro dall'investimento (way out); 3) adeguata governance; 4) garanzie di mantenimento del livello storico degli investimenti sui territori ; 5) distribuzione di adeguati dividendi. Speriamo bene....
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