Ma l'Udeur non arretra: voteremo no
Romano Prodi non va al Quirinale, si presenta in Parlamento e chiede la fiducia delle Camere. I numeri a Montecitorio sono dalla sua parte, al Senato, salvo sorprese, no. Prodi è ottimista e pensa di farcela.
Il niet dell'Udeur L’Udeur conferma voto contrario, ma il senatore del Campanile Tommaso Barbato annuncia che a Palazzo Madama Mastella «per le vicende che lo hanno investito non parteciperà al voto». Il portavoce di Mastella annuncia, invece, il voto contrario dell’ex Guardasigilli. L’Udeur al Senato conta tre seggi, compreso quello di Mastella. Decisivi, come spesso accade, saranno il voto dei senatori a vita, le eventuali assenze, la posizione di diniani, Ud, Turigliatto e Rossi.
«Mastella non è stato lasciato solo» Prodi, nel suo intervento in aula, ha elogiato Mastella: «La sua relazione sulla giustizia è la posizione del Governo. Sulla scelta dell’Udeur ha influito la vicenda giudiziaria che ha investito Mastella sul piano personale e politico. Tutti i partiti della coalizione gli hanno espresso solidarietà e non lo hanno lasciato solo nè come politico nè come ministro nè come uomo». Lo stesso Prodi ricorda a Mastella che l’Udeur firmò «per una alleanza destinata a durare per l’intero arco della legislatura». Infine l’apertura: «Se ci sono preoccupazioni di riforma elettorale, è bene che tutto ciò venga alla luce in Parlamento». La prima conseguenza pratica è che tutte le riunioni di questa settimana della Commissione Affari costituzionali del Senato sono state sconvocate.
L'affondo del premier Prodi non ha poi nascosto la sua amarezza per le modalità dell'annuncio di Mastella: «In un Paese legato allo stato di diritto non sono le agenzie di stampa e neppure i dibattiti televisivi - ha sottolineato il premier tra gli applausi della maggioranza - che determinano le sorti di un governo. Siete voi, colleghi deputati, che dovrete decidere e assumervi pubblicamente e limpidamente le responsabilità per cui siete stati eletti. È nel Parlamento e solo nel Parlamento che si può decidere la sorte di un governo». Il premier ha ppi rivendicato i meriti del suo operato: «Questo Governo ha saputo far riacquistare credibilità all’estero. Abbiamo cominciato a fare pagare le tasse a chi non lo faceva. Il governo ha combattuto la precarietà. Ha saputo fare le liberalizzazioni e ha rimesso la casa al primo posto».
L'Udeur: «Voteremo no alla fiducia» Intanto l'Udeur conferma la sua intenzione di abbandonare la maggioranza. Il capogruppo dell’Udeur, Mauro Fabris, rispondendo ai giornalisti in Transatlantico che gli chiedevano se il suo partito proseguirà con la linea decisa ieri, è stato netto: «Voteremo no alla fiducia», sia alla Camera che al Senato, «non vedo perchè dovremmo differenziare il voto tra oggi e domani». Si andrà ad elezioni? «Tocca al Capo dello Stato decidere», ma una cosa è sicura per l’Udeur non ci sono possibilità di dare vita a governi istituzionali: «Per fare cosa? - chiede ironicamente Fabris - Non c’è uno straccio di intesa per fare nulla, nemmeno la legge elettorale». E intanto Di Pietro attacca frontalmente il partito di Mastella: «Mastella, Fabris e altri esponenti dell’Udeur stanno facendo a gara nello spargere fango su di me e sull’Italia dei Valori». «Io -assicura Di Pietro- mi impegno a non lasciare cadere nessuna calunnia da parte di questi signori e nei prossimi giorni preparerò la prima causa nei loro confronti. Nelle aule di tribunale i signori Mastella e Fabris dovranno provare le loro accuse».
Il voto alla Camera e in Senato Anche Silvio Berlusconi accarezza l’Udeur: «Probabilmente Casini e Mastella torneranno a stare insieme». Divergono però i piani di Fi e Udc. Berlusconi chiede le elezioni, chiude la porta a Veltroni ed annuncia che la lista del Popolo della Libertà correrà insieme «agli alleati che non vorranno confluire». Pier Ferdinando Casini la pensa diversamente: «Il tema del Governo di responsabilità nazionale è ineludibile». Gianfranco Fini la pensa all’opposto di Casini: «Non ci sono i margini per un Governo di responsabilità nazionale».
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano segue costantemente l’evolversi della situazione politica e si è tenuto in contatto telefonico con palazzo Chigi. Domani pomeriggio l’aula della Camera si esprimerà sulla fiducia. Giovedì pomeriggio Prodi illustrerà la sua relazione nell’aula del Senato.
|