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Gli Architetti al Comune: "Costituiamo un Tavolo per ripensare Piacenza"

di GIORGIO LAMBRI

«Come Ordine degli Architetti ci proponiamo all'amministrazione comunale per aprire un confronto sul futuro urbanistico di questa città. Ci sono tante partite importanti da giocare, penso ad esempio alle aree militari. Bisogna creare una "Vision 2040", proporre nuove idee per la città. Noi ci siamo ed abbiamo proposto nei giorni scorsi all'assessore Silvio Bisotti un tavolo di lavoro permanente su questi temi».

Giuseppe Trabacchi, leader maximo degli architetti piacentini, sintetizza così il contributo fattivo che il suo ordine professionale vuole dare alla Piacenza di domani.

«Se ne parlò nel 2008 con "Vision 2020" - spiega - ma poi il mondo è cambiato ed oggi bisogna ripensare tutto, noi crediamo che la figura dell'architetto possa essere molto importante in questa pianificazione e ci siamo offerti al Comune come promotori e coordinatori di un confronto di idee che ci aiuti a costruire una città migliore».

Non nega, Baracchi «che sono state compiute nefandezze», ma non vuole voltarsi indietro preferendo guardare avanti, «magari con assemblee che vedano la partecipazione di tutti gli attori interessati o con forme concorsuali su proposte per la città, avendo come obiettivo l'essere collaborativi e mai contro».

Partendo dal grande tema delle aree militari.
«Come Ordine, assieme alla Fondazione architetti di Parma e Piacenza stiamo cercando di partecipare a un bando europeo che si chiama Urb Act III - spiega - per catalizzare fondi europei destinati proprio alla progettazione di visioni future della città».

E' una questione, quella dello sviluppo urbanistico, che si intreccia indissolubilmente con il discorso demografico.
«Da quarant'anni siamo (e resteremo) una città che "danza" intorno ai 100mila abitanti - afferma Baracchi - il futuro indica esplosioni demografiche soprattutto nelle grandi aree metropolitane, non in realtà come Piacenza. A questo punto, farsi carico di milioni di metri quadri di aree può diventare un problema prima che un'opportunità, se non si hanno le idee chiare».

«Pensiamo alle aree ex-Massarenti, ex Arbos o ex Unicem - aggiunge il presidente dell'Ordine - la riqualificazione urbana a Piacenza si è già ampiamente fatta, ma quasi tutta sul residenziale. E a questo punto, se prevedibilmente gli abitanti non aumenteranno, anche considerando che abbiamo migliaia di alloggi sfitti, è evidente che la residenza non potrà più essere un volano e si dovrà pensare a qualcosa di diverso. Non il comparto commerciale, di cui siamo già saturi. Quindi nuove idee. Quali? Ci si deve confrontare per capirlo. Pisa, città di 80mila abitanti, si è inventata un futuro come "città galileiana", noi dobbiamo trovarci una vocazione. Vogliamo essere città dei parchi? Dei musei? Dello Sport? Discutiamone, le idee non mancheranno».

Ad esempio?
«Ne dico una che mi affascina. Una metropolitana leggera con quattro fermate intorno alle nostre antiche e meravigliose mura. Partenza dal "capannone Berzolla", uscita dal sottopassaggio di viale Patrioti, prima fermata al Cheope (per gli studenti), seconda in via XXI Aprile (per l'area attorno all'Ospedale), terza a Barriera Milano (per i parcheggi ed il centro città) e ritorno in stazione. E' un'idea sulla quale si potrebbero raccogliere finanziamenti europei, una tra tante».

«L'importante - precisa Baracchi - è ragionare su cosa si ritiene necessario per questa città».

Intanto però si ripetono interventi "contestati" come palazzo ex-Enel, tema sul quale -però- il presidente dell'Ordine degli architetti non vuole scendere in polemica.
«Come professionista mi dispiace per l'accanimento contro il collega progettista - dice - certo quella in fieri è una soluzione molto migliore di quella abbattuta. Se il tema è Palazzo Farnese non si può non guardare a cosa è stato fatto in passato: il coraggio del Bacciocchi con il "Liceo Gioia", ma anche la Scuola Mazzini e poi la Camuzzi. Questo è un progetto decoroso e poi ci sono diritti edificatori acquisiti, non credio ci siano molte scelte».

Sul centro storico deserto Bararacchi fa presente che «per il 50% è stato rifatto nel secondo dopoguerra e con 23mila abitanti è il secondo più importante quartiere della città per residenti, non staranno in piazza Cavalli, ma altrove sì. E l'amministrazione sta ben operando sulla strada della rivitalizzazione».

Il "brutto" però è dietro l'angolo, può prendere le sembianze di una rotonda male arredata o di Borgofaxhall. «E' stato indiscutibilmente un errore - ammette Baracchi - ma proprio per questo occorre uno sforzo comune, un concorso di idee - ma Idee con I maiuscola - per evitare nuovi errori e soprattutto per pensare a una città futura sempre più vivibile».

giorgio. lambri@liberta. it
LIBERTA' 21/03/2015


pubblicazione: 21/03/2015
aggiornamento: 24/03/2015

giuseppe trabacchi 19150
giuseppe trabacchi

Categoria
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 :..  Urbanistica



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