Sono tre le operazioni compiute dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano attentamente vagliate dagli investigatori della Guardia di Finanza: quella relativa ad un milione di euro inviato su una banca di Gibuti nel Corno d'Africa nel 2006, e andato perduto, oltre una settantina di milioni investiti nella banca Monte Monte Parma nel 2008, poco prima che questo istituto di credito entrasse in crisi, e per questo investimento le perdite per la Fondazione furono pesantissime. La terza operazione al vaglio degli investigatori è quella relativa allo strano investimento svizzero dello scorso anno. Un investimento di 200 milioni di euro che finì su un conto elevetico, per poi tornare indietro nel giro di un paio di mesi.
Operazioni che per gli investigatori devono essere chiarite. E infatti gli accertamenti procedono. Un fascicolo d'inchiesta da parte della procura della Repubblica era stato aperto in merito alle vicende della Fondazione fin dal febbraio del 2013. L'indagine era scattata in seguito ad un esposto presentato all'epoca dall'ex presidente della Fondazione Giacomo Marazzi. Nell'esposto si denunciavano i continui attacchi esterni ai dirigenti della Fondazione. La sensazione però è che questa inchiesta abbia subito una forte accelerazione negli ultimi giorni, e infatti sia lunedì mattina che martedì mattina, le fiamme gialle sono state viste alla sede della Fondazione, dove hanno acquisito numerosi faldoni di documentazione relativi alle operazioni di questo ente, e che adesso sono sotto la lente degli investigatori. Al momento nel fascicolo dell'inchiesta della procura sono registrate notizie che non costituiscono reato, ma che saranno attentamente vagliate per capire se in queste vicende vi siano violazioni da codice penale.
E' quindi facile ipotizzare che possano essere chieste delle rogatorie dalla procura della Repubblica di Piacenza per la documentazione relativa al milione di Gibuti, e ai 200 milioni "svizzeri". Non ci sarà invece bisogno di rogatoria per l'investimento alla Banca Monte di Parma.
L'indagine coordinata dai sostituti procuratori Antonio Colonna e Roberto Fontana si presenta molto complessa ed articolata, e si prevede che i tempi di questa inchiesta non saranno brevi. Per il momento le fiamme gialle hanno acquisito documentazione fino al 2006, ossia l'epoca dell'investimento africano. Tuttavia il ministero del tesoro in una lettera di cui abbiamo riferito nell'edizione di martedì ha chiesto chiarimenti, e approfondimenti su operazioni della Fondazione a partire dal 2000. Così gli interrogativi sulla gestione dei fondi piacentini si allargano sempre più, fondi che sarebbero dovuti servire per aiutare associazioni, scuole, case di cura, ospedali, cultura. Ermanno Mariani
Libertà 07/08/2014
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